UN NO CHE
FECE STORIA.
Rosa
Parks: da sarta a icona dei diritti civili, grazie a un rifiuto che rese il
mondo migliore.
La marcia su
Washington per il lavoro e la libertà è stata una grande manifestazione
politica a sostegno dei diritti civili ed economici per gli afroamericani che
ebbe luogo mercoledì 28 agosto 1963 a Washington
.https://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_su_Washington_per_il_lavoro_e_la_libertà
Montgomery, Alabama, 1° dicembre 1955: terminata la giornata lavorativa,
la quarantaduenne Rosa Parks, di pelle nera e di professione sarta, prende
l’autobus 2857 diretta a casa. Si siede in un fila
centrale ma quando dopo poche fermate sale un passeggero bianco, il conducente
le chiede di lasciargli il posto, come impongono le regole. Rosa le conosce
ben: i neri siedono dietro, i bianchi davanti mentre i posti centrali sono
misti e si possono usare solo se tutti gli altri sono occupati, ma la
precedenza spetta sempre ai bianchi. “Non stavolta”, pensa Rosa, e senza
rifletterci troppo risponde che “no, non intende alzarsi”. Quel rifiuto la
trasforma all’improvviso in un’eroina dei diritti dei neri, imepgnati nella
lotta contro la segregazione che opprimeva l’Alabama e altri Stati del Sud,
divenendo il propellente di una storica protesta che fu tanto rabbiosa quanto
non violenta.
Le leggi Jim Crow furono delle leggi locali e dei singoli stati degli Stati
Uniti d'America emanate tra il 1876 e il 1965. ... Le leggi Jim Crow erano distinte dai Codici neri del
periodo 1800-66 che a loro volta avevano ridotto i diritti e le libertà civili
degli afroamericani
Il Voting Rights Act è
stata una legge che ha permesso ai cittadini neri degli Stati Uniti d'America,
di poter votare alle elezioni che si svolgevano nel paese. Promotore di questa
legge è stato Martin Luther King e dalla presidenza di Lyndon B. Wikipedia
La prima pagina del Civil Rights Actdel 1964.
Il Civil
Rights Act del 1964 è una legge degli Stati Uniti d'America, che dichiarò
illegali le disparità di registrazione nelle elezioni e la segregazione
razziale nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche in
generale.Wikipedia
SEPARATI MA UGUALI? La politica di segregazioni nelle regioni
meridionali degli Usa era un’eredità dello
schiavismo in vigore fino al 1865, anno in cui venne abolito dal XIII
emendamento alla Costituzione. Da quel momento in poi, nel Sud connotato da un
forte razzismo (al contrario del Nord, i cui Stati furono i paladini
dell’abolizionismo) presero forma alcune norme locali, dette “leggi Jim Crow”
(nomignolo dispregiativo usato per indicare gli afroamericani) che diedero vita
a un sistema in cui i neri erano considerati “separat but ugual” , gli afroamericani erano confinati in appositi
settori, non solo sui mezzi di trasporto ma su tutti i mezzi pubblici. Vittime
di continue umiliazioni, erano tagliati fuori dalle migliori scuole e da molte
professioni, oltre ad avere salari inferiori ai bianchi. Ogni Stato elaborava
cavillosi espedienti per impedire loro di votare (il pieno diritto di voto
arriverà solo nel 1965 con il Voting Rights Act, che insieme al Civil Righst
Act abrogò le Jim Crow laws). L’unico lato positivo della segregazione fu che
la popolazione nera, godendo dell’uso esclusivo di molte chiese, bar e salone
di bellezza, poté pianificare importanti forme di resistenza al riparo dagli
occhi dei bianchi. È questo il mondo in cui crebbe Rosa Park, all’anagrafe Rosa
Louis McCauley, nata il 4 febbraio 1913 in un’umile famiglia di confessione
metodista nella cittadina di Tuskegee, poco distante da Montgomery.
IMPEGNATA. A diciannove anni nel 1932, Rosa sposò Raymond Park,
barbiere che faceva parte del movimento per i diritti dei civili. Dividendosi
fra il lavoro di sarta e l’attività politica al fianco del consorte, si
distinse per il supporto offerto a nove ragazzi afroamericani, gli Scottaboros Boys, accusati ingiustamente
di aver violentato due prostitute bianche.
La passione messa per la causa dei diritti dei neri
le valse nel 1943 la nomina a segretaria della sezione locale della Naacp, “associazione nazionale per la promozione
delle persone di colore” (avevamo bisogno di una segretaria e io ero troppo
timida per dire di no, scherzava Rosa). A supportare le battaglie della
Naacp contribuirà nel 1934 anche un giovane pastore protestante sconosciuto ai
più. Era Martin Luther King, destinato a divenire uno dei leader più celebri
nella storia del movimento per i diritti degli afroamericani, ma all’epoca
ancora alle prese con il suo primo impiego, presso la chiesa battista di Dexter
Avenue di Montgomery.
ERO
STANCA DI SUBIRE. Quando il 1
dicembre 1985 si verificò l’episodio del bus, Rosa Park era ormai giunta allo
stremo della sopportazione per il trattamento riservato alla sua gente, tanto
che anni dopo scriveva: “Dicono sempre
che non ho ceduto il posto perché ero stanca, ma non è vero. Non ero stanca
fisicamente, non più di quanto lo fossi di solito alla fine di una giornata di
lavoro (...). No l’unica cosa di cui ero stanca era subire”. Dopo il
rifiuto di alzarsi l’autista chiamò le forze dell’ordine per risolvere la
faccenda. Rosa fu incarcerata per “condotta impropria”, ma poi, già a poche ore
dall’arresto, venne rilasciata grazie alla cauzione pagata da Clifford Durr,
avvocato bianco vicino alle posizioni dei neri. Nel frattempo la comunità
afroamericana aveva iniziato a scalpitare e il nervosismo stava per sfociare in
violenza, con il rischio di rappresaglie bianche. Si decise allora che la
reazione all’ingiustizia sarebbe stata si netta, ma pacifica, e ancora una volta a prendere in
mano la situazione fu una donna.
BOICOTTAGGIO.
Jo Ann Robinson, presidente di
un’associazione femminile afroamericana (Womes’s political Council), stampò in
migliaia di copie un comunicato anonimo in cui si invitava la popolazione nera
a boicottare i mezzi pubblici di Montgomery il 5 dicembre, giorno del processo
a Rosa (che alla fine se la caverà con una multa). All’alba l’attivista
distribuì volantini in scuole, negozi e chiese. Proprio nei saloni di
parrucchiere ed estetiste, più acculturate e indipendenti di altre lavoratrici,
le attiviste erano pronte a fare proseliti tra le clienti, aiutandole
nell’alfabetizzazione, spiegando loro le pratiche per votare e invitandole
anche a non imitare le acconciature delle bianche. In poche ore, tutta la
comunità nera di Montgomery seppe del boicottaggio, che Martin Luther King e
gli altri leader neri decisero tra l’altro di non limitare a un solo giorno:
bisognava procedere a oltranza, finché non fossero state acettate proposte
minime come quella di poter prendere posto sui bus secondo l’ordine di salita.
La rimostranza coinvolse migliaia di persone e durò fino al 26 dicembre 1956:
un totale di 381 giorni, durante i quali
i tassisti neri sostennero la protesta abbassando le tariffe al livello dei
biglietti dei bus. Gli eventi di Montgomery ebbero visibilità in tutto il
Paese, passando alle cronache come la più importante manifestazione non
violenta del movimento per i diritti civili.
I have a dream: dal boicottaggio al Nobel
Nato ad
Atlanta, Georgia, nel 1929, Martin Luther King salì agli onori delle cronache
tra il 1955 e 1956, durante il boicottaggio degli autobus di Montgomery,
occasione in cui elaborò la teoria della non violenza, che segnerà tutta la
sua storia. Sempre in prima linea per i diritti degli afroamericani, nel 1957
finì sulla copertina del Time e nel 1963 richiamò l’attenzione con un celebre
discorso alla “Marcia su Washington” (manifestazione per tutti i diritti
civili con oltre 250 mila partecipanti).
SOGNO INFRANTO. Le sue speranze furono riassunte nell’espressione “i
have a dream”, quello di una nazione in cui nessuno fosse giudicato per il
colore della pelle. Nel 1964 ottenne il Nobel per la pace, ma l’anno dopo un
nuovo dramma scosse la comunità afroamericana: in circostanze poco chiare fu
ucciso Malcom X, altro carismatico leader nero, di fede islamica e
dall’indole meno pacifica di quello di King al quale toccò la medesima sorte:
fu assassinato nel 1968.
Martin
Luther King i have a dream sottotitolato in italiano.
King
saluta la folla venuta ad assistere al discorso
|
Articolo in gran parte di Matteo Liberti pubblicato su
Focus Storia 138, immagini e altri testi da Wikipedia.
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