LE TOMBE DEI GUERRIERI DI
MICENE.
La più importante città del
mondo miceneo ha lasciato sepolcri monumentali e splendidi corredi funebri
consacrati ai suoi guerrieri, gli stessi che Omero cantò nell’Iliade.
L’antica Micene è conosciuta per aver dato il nome alla civiltà che dominò
IL TESORO DI ATREO. Un’enorme falsa volta domina la camera funeraria di
questa tomba micenea del XIV secolo a.C. la più grande conservatasi fino ad
oggi.
ricostruzione tomba di Agamennone.
scoperto
dall'archeologo Schliemann a Micene, ...
CRONOLOGIA:
ascesa e caduta di Micene
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ricostruzione di Micene
La porta dei leoni. È l’entrata monumentale della cittadella di Micene.
Sull’architrave di 20 tonnellate di peso, si trova un blocco di pietra decorato
con due leoni rampanti in rilievo appoggiati ad una colonna.
ARMI
PER I NOBILI. Nel tentativo di ricostruire la vita quotidiana della popolazione di
Micene, gli archeologi hanno effettuato scavi tra i resti del palazzo e delle
case, ma non sono riusciti a ottenere molte informazioni. Invece le varie tombe
ritrovate in città hanno consentito di conoscere non solo le pratiche funerarie
di quegli antichi greci, ma anche un aspetto di grande importanza della loro
mentalità: la cultura militare e guerriera. I corredi funerari maschili
ritrovati a Micene spiccano infatti per la grande abbondanza di armi, di solito
in bronzo,. Sono state rinvenute spade
di diversa lunghezza
accuratamente decorate, daghe, archi e frecce, nonché lance con punte di
silicio o di ossidiana, un minerale che può essere più affilato del metallo
La tomba reale di Agamennone
Questo Tholos,
conosciuto come la tomba di Agamennone o il tesoro di Atreo, è il meglio
conservato di tutta Micene. Il tumolo funerario supera di dimensione i nove più
antichi scoperti a Micene e vi sono sepolti i membri importanti della società
micenea, anche se probabilmente nessuno dei guerrieri che combatterono a Troia.
La facciata superava i dieci metri di altezza. L’ingresso della camera era il
punto più delicato della costruzione il triangolo di scarico alleggeriva il
peso che gravava sull’architrave già di per sé molto pesante (120 tonnellate),
distribuendolo sugli stipiti. L’entrata del Tholos e la porta di acesso alla
camera erano unite dal drmos, un corridoio di 36 metri di lunghezza per
6 di larghezza, che in prossimità della tomba si stringeva e aumentava in
altezza. La camera sepolcrale, il talamo era a pianta circolare, misurava
14 m di diametro per 13 di altezza e
culminava con una falsa volta. Le pareti erano rivestite di gesso e lastre di
bronzo. Il corpo del defunto veniva collocato a terra, circondato dal suo
corredo funerario. Il tholos era una forma di sepoltura collettiva e prevedeva
che i morti più datati lasciassero spazio ai più recenti. Anche una piccola
camera di 6 m
quadrati sul lato nord, cui si accedeva tramite una piccola porta, era dedicata
a riti funebri.
La falsa voltaera costituita da 33 file concentriche di conci- collocati
in modo da avvicinarsi sempre più gli uni agli altri – che formavano una falsa
cupola. Il tumulo era per rafforzare la costruzione ed evitare che la cupola
crollasse, fatto probabilmente non insolito nei primi tholoi, questa veniva
ricoperta di terra, formando un tumulo
L’ingresso del tesoro di Atreo. Le tombe di tipo Tholos sono
caratterizzate dalla presenza di un dromos, un lungo corridoio di accesso a
cielo aperto fiancheggiato da conci di pietra sempre più grandi a mano a mano
che ci si avvicina all’entrata, come si può notare nella foto in alto.
Le pitture, poi, rivelano che i
guerrieri micenei si proteggevano con grandi scudi rettangolari o a forma di
otto, purtroppo non conservatisi, che si fabbricavano sovrapponendo vari strati
di pelle lavorata. Chi poteva permetterselo si procurava il caratteristico elmo
miceneo a zanne di cinghiale, mentre gli altri si dovevano accontentarsi di un
casco di cuoio.
Anche se le armi dei corredi
funebri erano in genere cerimoniali, e quindi non usate precedentemente in
combattimento, recenti studi antropologici delle ossa ritrovate nelle tombe
hanno confermato la natura fondamentalmente guerriera della cultura micenea:
molti degli individui sepolti presentavano segni di violenza come ferite
mortali alla testa, fratture alle gambe o vertebre spezzate, indizi di una
lunga storia di battaglie.
Tesoro d'Atreo, corredo funerario d'oro lavorato a sbalzo, ritrovato nella tomba IV del Cerchio A e conservata al museo Archeologico d'Atene
Purtroppo non ci sono molte informazioni sulle
guerre di quell’epoca: non si sa se le città micenee fossero in lotta tra loro
o contro un nemico esterno, nonostante questo, l’abbondanza di armi ritrovate
nelle tombe dimostra che l’attività bellica era parte essenziale di questa
cultura. Lo stesso emerge dalle fonti letterarie, in particolare dall’Iliade di Omero, dove i contendenti
lottano l’uno contro l’altro per impadronirsi delle armi dell’avversario. Non
fa eccezione neppure lo scontro tra greci e troiani per il corpo per il corpo
senza vita di Patroclo, l’amato compagno di Achille, raccontato nel XVII canto
del poema epico. Dopo un’intera giornata di combattimenti per recuperare il suo
cadavere, che era rimasto nelle mani dei troiani, Menelao esorta i suoi
compagni con queste parole: “Affrettiamoci
in difesa di Patrocolo, riportiamo ad Achille almeno il nudo corpo, giacché le
sue armi sono in mano di Ettore”. Il principe troiano era quindi riuscito a
impadronirsi degli armamenti del guerriero
Il racconto del funerale di
Patroclo nell’Iliade è in apparente
contraddizione con ciò che sappiamo delle usanze funebri di Micene, dove non
sono stati trovati resti di alcuna cremazione funeraria, pratica che sarebbe
diventata abituale in Grecia solo alla fine del periodo miceneo. Si è
ipotizzato che, in tempi di guerra e lontani da casa, i guerrieri micenei
cremassero i compagni caduti in attesa di poter riportare poi più facilmente i
loro resti in patria, a meno che non si tratti di un semplice anacronismo
introdotto dal poeta in epoca successiva.
Maschera di
Agamennone.
TIPI DI TOMBE. La cosa certa è
che per i micenei la morte aveva un’importanza fondamentale. Ciò emerge dalla
quantità di tempo, sforzi e ricchezze che l’aristocrazia micenea investì nella costruzione di monumenti funebri. Nel
corso del tempo le pratiche funerarie micenee acquisirono diverse forme. In una
prima fase troviamo gruppi di tombe a fossa, ognuna contraddistinta da una
stele e successivamente recintata da un muro: per questo sono stati denominate
“circoli cunerari”. Nel 1876
Heinrich Schliemann, già celebre per la scoperta di Troia, effettuò degli scavi
nell’area conosciuta come Circolo A, situata all’interno del perimetro delle
mura della cittadella. Tra i ricchi corredi funerari delle sei tombe a fossa
rinvenuta l’archeologo tedesco trovò un gran numero di armi e gioielli, nonché
diverse maschere mortuarie in oro, come la famosa “maschera di Agamennone” che
Schliemann attribuì al mitologico re di Micene.
Il cosi detto circolo B, situato
al di fuori delle mura (e scavato tra il 1951 e 1952 dall’archeologo A.J.B
Wace) conteneva invece 14 tombe a fossa e 12 inumazioni semplici, per un totale
di 35 corpi. I cadaveri di entrambi i circoli giacevano di schiena e i corpi,
sia di uomini sia di donne, erano più
grandi e più robusti di quelli ritrovati in altre necropoli più semplici
della città. Per quanto il dibattito sia ancora aperto, questo potrebbe
indicare che si trattava di persone di una classe sociale più elevata, quindi
con un’alimentazione migliore e cure più adeguate per affrontare la vecchiaia e
le malattie.
tomba circolare A e l'ingresso della cittadella a destra
IL CIRCOLO TOMBALE DELLA CITTADELLA. Questo complesso funerario situato all’interno della cittadella di
Micene, venne riportato alla luce da Heinrich Schliemann, lo scopritore di
Troia
La muraglia era del XIII secolo
a.C. di epoca successiva al circolo il percorso delle mura disegnava una curva
in modo da rimanere all’interno della cittadella.
Il circolo tombale A era situato
su una terrazza artificiale. Le stele funerarie potevano essere lisce o
presentare diversi tipi di iscrizioni e decorazioni. Un gruppo di lastre
delimita le tombe sotterranee e le stele di superficie del Circolo A. Sotto in
una di queste tele fu sepolto in una tomba collettiva, un personaggio con un
ricco corredo funebre, il cui oggetto più famoso è la cosi detta maschera di
Agamennone. Accanto al Circolo funerario sorgeva un magazzino di granaglie di
medie dimensioni, in cui si conservavano alimenti quali frumento, carrube e
orzo. Si accedeva allo spazio funerario tramite una semplice entrata, situata a
pochi metri dalla porta dei Leoni.
Tombe occulte. Sottoterra furono
costruite sei tombe a fossa, nelle quali vennero realizzate varie inumazioni,
ogni stele corrispondeva a una persona. Le fosse si trovavano nel lato ovest
perché era la parte più idonea del pendio (il circolo fu aggiunto più tardi).
Schliemann
da Troia a Micene.
Heinrich Schliemann (Neubukow, 6 gennaio 1822 – Napoli, 26 dicembre 1890) è stato un imprenditore e archeologo tedesco.
Divenne una delle figure più importanti per il mondo dell'archeologia per la rilevanza delle scoperte da lui compiute nel XIX secolo. Raggiunse la celebrità con la scoperta, dopo anni di ricerche e studi, della mitica città di Troia e del cosiddetto tesoro di Priamo.
Dopo aver scoperto la leggendaria Troia, Heinrich Schliemann effettuò
scavi a Micene, dove credette di aver individuato i resti dell’Atride
Agamennone. Faceva parte
di un grande cimitero fuori le mura dell'acropoli, il Circolo A è stato
scoperto all'interno della cittadella micenea. Schliemann che lo scavò nel
1876 sotto la supervisione del Ephoro greco Panagiotis Stamatakis
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Il trono
degli Atridi.
Tieste ed Erope (dipinto di Giovanni Francesco Bezzi) https://it.wikipedia.org/wiki/Saga_degli_Atridi https://www.miti3000.eu/mitologia-greca-mitologie-143/912-la-maledizione-degli-atridi.html
Il predominio di Micene in
Grecia affonda le sue radici mitiche nella famiglia degli Atridi e nella
guerra di Troia. Atreo fu sovrano di Micene e padre del leggendario
Agamennone, che comandò gli eserciti
diretti a Troia alla ricerca di Elena. Il conflitto si protrasse per
dieci anni e il sovrano pagò cara la sua assenza. Al suo rientro vittorioso a
Micene, fu ucciso dalla moglie Clitennestra, che nel frattempo aveva iniziato
una relazione con Egisto, cugino del re. La donna si vendicava così del fatto
che Agamennone avesse sacrificato la loro figlia, Ifigenia, per placare o
venti contrari che impedivano la partenza delle navi per Troia. Solo più
tardi Oreste, figlio di Agamennone e Clinnestra, chiuderà il cerchio delle
vendette uccidendo sua madre ed Egisto, che aveva usurpato il trono di
Micene.
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Il corredo
funebre di un guerriero.
Arte micenea: pugnale della caccia al leone
Nelle tombe dell’élite
micenea, sia maschile sia femminile, sono stati ritrovati magnifici corredi
funerari: tra i vari oggetti spiccano gioielli e altri ornamenti personali,
bicchieri e coppe d’oro, d’argento e di bronzo, sigilli di tipo minoico con
decorazione micenea e perle di ambra provenienti dall’Europa centrale. Nelle
tombe appartenenti ai guerrieri spiccano alcuni insiemi di armi, tra i quali
si trovano spade di differenti dimensioni , punte di lancia o di frecce,
daghe e coltelli di bronzo con fili decorati che rappresentano scende di
guerra e di caccia di leoni – un tema molto apprezzato dalla nobiltà micenea
– o con motivi geometrici e scene marine. Le impugnature e le else presentano
incrostazioni d’oro, d’avorio o d’alabastro.
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GUERRIERI IN AZIONE. Tra gli oggetti
ritrovati nei corredi funebri del circolo A c’è un Rhyton (un boccale usato per
bere o fare libagioni in argento, foto sotto) risalente al XVI secolo a.C.
L’immagine del bassorilievo mostra un gruppo di soldati che assediano unacittà
fortificata, schierati in formazione ordinata e secondo una precisa tattica di
combattimento: si possono vedere guerrieri con la spada, arcieri e scudieri
suddivisi in gruppi.
Questo tipo di rappresentazione
di un esercito schierato è importante perché è molto distante dal racconto
dell’Iliade dove dominano i
combattimenti a due e un tipo di formazione che ricorda un’armata da incursione
e razzia. Questo potrebbe indicare che, in realtà, i guerrieri micenei
combattevano in modo molto più moderno rispetto a quanto facessero gli eroi
omerici.
Proprio per quanto riguarda l' oreficeria, possiamo dire che, l' arte micenea raggiunge livelli qualitativi altissimi .
Decorazione di figura di arte micenea ceramica polpo — Foto Stock
Arte micenea: tazza da Vafiò
Articolo in gran parte di Mireia
Movellan Luis, università di Valencia pubblicato su Storica National Geografic del
mese di maggio 2018. Altri testi e immagini da Wikipedia.
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