sabato 21 luglio 2018

Amelia Earhart, la pioniera scomparsa nell'oceano

Amelia Earhart, la pioniera scomparsa nell’oceano.
L’aviatrice stava completando il giro del mondo quando il 2 luglio 1937 scomparve nel Pacifico senza lasciare traccia.


 
Il Lockheed L-10 Electra di Amelia Earhart: durante le modifiche la maggior parte dei finestrini fu oscurata e la fusoliera venne attrezzata con serbatoi del carburante realizzati su misura

RITROVATI I RESTI DI AMELIA EARHART

Andato in onda il: 08/03/2018
E' stata la più famosa aviatrice di tutti i tempi: l'americana Amelia Earhart scomparsa nel 1937 mentre sorvolava il Pacifico. Ora, grazie a nuove ricerche la conferma: i resti ritrovati nel 1940 su un'isoletta sperduta sono i suoi. La corrispondente Giovanna Botteri

Sono tanti gli aerei dispersi a partire dal XX secolo e sommersi nelle profondità degli oceani. E soprattutto tanti  gli aviatori morti di cui non furono mai ritrovati i corpi. Tra questi spicca la statunitense Amelia Earhart, icona femminista che scomparve nel pacifico nel 1937. Amelia era nata il 24 luglio 1897 ad Atchison (Kansas), nel cuore degli Stati Uniti. Sin da piccola aveva mostrato un carattere avventuriero e indipendente e un grande interesse nei confronti di quelle donne che avevano avuto successo in attività tradizionalmente considerate maschili.
Amelia decise che sarebbe diventa pilota nel 1920, dopo la sua prima esperienza di volo, un’ascensione di dieci minuti con il pilota Frank Hawks a Long Beach, in California. “Quando raggiunsi la quota di due o trecento piedi (tra i 60 e i 90 metri), seppi che dovevo volare” avrebbe ricordato in seguito. Il 3 gennaio 1921 prese la prima lezione e due anni dopo ottenne il brevetto di volo. Negli anni venti e trenta realizzò numerosi record: fu la donna che volò all’altitudine e alla velocità maggiori allora raggiunte, ad attraversare l’Atlantico e a pilotare, in solitaria, tra Oakland e Honolulu, e tra Los Angeles e Città del Messico.

Amelia Earhart era bionda, molto magra, e alta un po’ più di 1,70 m. La stampa la ribattezzò Lady Lindy, per la somiglianza fisica con il famoso aviatore Charles Lindeberg. A 33 anni sposò l’editore George Putnam, che le fece la proposta di matrimonio per sei volte fino a quando, finalmente, lei cedette a condizione che entrambi potessero mantenere la più totale libertà.


isola di Howland

Fred Noonan.jpg

Fred Noonan



L’ULTIMO VOLO. Amelia Earhart era una celebrità quando, nel 1937, progettò di compiere il giro del mondo. La sua non era la prima traversata aerea intorno al globo, impresa realizzata da una squadra statunitense nel 1924, ma era di certo la più lunga: un’estenuante rotta di 47mila chilometri vicino all’equatore. Il tentativo iniziale non andò a buon fine. Infatti, un incidente danneggiò gravemente il velivolo. Dopo la riparazione dell’aereo (un Lockheed Modello 10 Electra), il primo giugno lei e il suo ufficiale di rotta Fred Noonan, pilota con grande esperienza di volo nel Pacifico, intrapresero il viaggio da Miami verso est. Dopo svariati scali giunsero a Lae, nella costa orientale di Papua Nuova Guinea. Il 2 luglio 1937 Earhart e Noonan partirono per la destinazione successiva, l’isola di Howland, circondata dalla barriera corallina, sperduta in mezzo al Pacifico e a metà strada tra l’Australia e e Hawaii. Il cutter USCGC Itasca era stazionato in zona con l’incarico di mantenere i contatti radio con i piloti e guidarli fino al luogo stabilito. L’isola si trovava a circa 4100 chilometri di distanza e la quantità di carburante era sufficiente per arrivare in condizioni normali nonostante il fatto che i serbatoi  (con una capacità di 1150 galloni) non fossero stati riempiti completamente per ridurre il peso dell’aereo. Eppure gli aviatori non giunsero mai a destinazione. Dopo ore di volo, l’avvicinamento finale all’isola Howland attraverso la radionavigazione fu miseramente inefficace. L’Itasca ricevette segnali dall’aereo ma le comunicazioni di risposto furono quasi inesistenti. Earhart e Noonan proseguirono senza rotta su nuvole sparse le cui ombre a forma “Itasca dovremmo essere sopra di voi, ma non riusciamo a vedervi. Il carburante si sta esaurendo. Non siamo riusciti a raggiungervi via radio. Stiamo volando a 1000 piedi (circa 300 metri)”. A quel punto il contatto si interruppe e l’aereo fu dato per disperso. Una missione di salvataggio che mobilitò 66 aerei e nove barche per rastrellare 250mila miglia quadrate di oceano senza risultati. Il 5 gennaio 1939 l’aviatrice fu dichiarata legalmente morta. Sin dall’inizio la scomparsa di una persona così intrepida e ammirata come Amelia Earhart alimentò ogni tipo di speculazione. Secondo una delle ipotesi che iniziarono a circolare, Earhart e Noonan stavano partecipando a una missione di spionaggio che aveva l’obiettivo di fotografare le strutture militari nipponiche presenti nel Pacifico negli anni immediatamente precedenti alla Seconda guerra mondiale. L’Electra sarebbe stato individuato nello spazio militare aereo delle isole Marshall e abbattuto oppure costretto ad atterrare dai giapponesi. Da qui l’interesse degli Stati Uniti per le ricerche. Altri credono che gli aviatori sopravvissero come naufraghi in un’isola deserta del Pacifico. Nessuna delle due teorie, per quanto rocambolesche, è stata completamente confutata. In realtà, l’ipotesi più probabile è che, non riuscendo a stabilire un contatto con il cutter, l’aeroplano fosse rimasto senza carburante e si fosse schiantato nell’oceano con i due aviatori a bordo. Dal 2002 la compagnia Nauticos, impegnata nell’esplorazione dell’oceano, ha setacciato invano la zona con la tecnologia sonar per acque profonde. Sebbene tali ricerche non abbiano rilevato resti dell’aereo, sia i funzionari incaricati sia il dipartimento di aeronautica della National Air and Space Museum degli Stati Uniti sono convinti che l’apparecchio si trovi a circa 5500 metri di profondità nelle vicinanze dell’isola Howland. E se invece l’Electra proseguì il volo e riuscì a atterrare in qualche isola del Pacifico? È questa la tesi alla base della ricerca del TIGHAR (The Internariol Group for Historic Aircraft Recovery, ovvero il gruppo internazionale di recupero aerei storici.
Nikumaroro Island.jpg


Nikumaroro

KI Phoenix islands.PNG

ATTERRAGGIO D’URGENZA. Secondo il parere di questi ricercatori, Earhart e Noonan non riuscirono a scorgere Howland, si diressero a sud (da quanto si desume nell’ultima trasmissione conosciuta) e fecero un atterraggio d’emergenza a Nikumaroro (Isole Gardner), dove sopravvissero come naufraghi fino a che morirono senza essere stati ritrovati. Il TIGHAR sostiene che l’Electra atterrò sulla scogliera e fu poi trascinato nell’oceano dalla marea. Non si sa cosa accadde a Noonan, ma Earhart potrebbe essere deceduta in un accampamento improvvisato nell’estremità sud-est dell’atollo. Sostengono questa tesi anche i risultati di analisi condotte dall’Università del Tennessee e pubblicati lo scorso marzo dalla rivista Forensic Anthropology secondo i quali i resti di ossa umane trovate nel 1940 a Nikumaroro sarebbero di Amelia. Nella zona son ostati trovati anche una custodia che all’epoca conteneva un sestante, i resti di una scarpa simile a quella che portava Earhart, i pulsanti e la cerniera di una giacca da aviatore e persino delle lastre di un aereo in alluminio. Una recente spedizione finanziata dal TIGHAR e dalla National Geographic Society è andata alla ricerca dei resti dei piloti con quattro cani appositamente addestrati, senza però risultati concreti. Oltre ottant’anni dopo la scomparsa di Amelia e ancora avvolta nel mistero.

Articolo in gran parte di Alec Forsmann pubblicato su Storica National Geografic del mese di giugno altri testi e immagini da wikipedia.  

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