Il boom del Romanico.
Il Romanico fu il primo
grande stile artistico cristiano: in tutta Europa sorsero complessi
architettonici monumentali e nuove forme espressive nelle arti visive.
Tra la prima e la seconda guerra mondiale si fecero i primi
studi su un’arte precedente al Gotico che gli specialisti chiamarono Romanico.
Anno dopo anno si scoprirono sotto le pareti ridipinte di numerose chiese –
liberate dal loro intonaco gotico, barocco o neoclassico – dipinti murali e
capitelli che si sposavano meglio con un’architettura di pietra caratterizzata
da volte a botte o a crociera archi a tutto sesto, muri spessi, finestre
anguste, solidi contrafforti e absidi semicircolari.
VOLTE, ARCHI E NAVATE. Di tutti gli
elementi caratteristici dell’architettura romanica, quello che catturò
maggiormente l’attenzione degli studiosi fu la volta, probabilmente il più
grande risultato dell’architettura medievale. Il principio dell’arco permetteva
di comprendere uno spazio maggiore rispetto a quello consentito con l’uso di un
soffitto o di un architrave in legno. In questo modo la navata centrale fu
ampliata perché fosse in armonia con una lunghezza maggiore e, così allargata,
fu costruita con un’altezza maggiore per contenere le proporzioni. Questo
permise di alzare il livello da cui gli archi, dai muri, si gettavano verso
l’interno e la volta divenne più armonica quando si divisero gli archi in
muratura con i costoloni.
La
navata centrale era costruita con un’altezza maggiore rispetto a quelle
laterali: il soffitto della navata laterale, grazie al suo muro esterno,
serviva da contrafforte alla volta della navata centrale e se anche la navata
laterale era a volta, i suoi archi nervati portavano la metà del suo peso verso
l’interno per bilanciare la spinta verso l’esterno della volta centrale nei
punti più deboli dei sostegni della navata. Le navate laterali erano suddivise solitamente
in due o tre piani: quello superiore costituiva una galleria e il secondo un
triforio, che era così chiamato perché gli spazi arcuati che davano sulla
navata centrale erano generalmente divisi da due colonne e creavano in tale
modo l’effetto di tre porte.
Questa
scoperta provocò un forte impatto culturale in un’epoca in cui proprio l’arte
europea stava subendo una profonda trasformazione. L’opinione degli uomini
colti su quel periodo cambiò totalmente, un’epoca che fino ad allora si
conosceva attraverso migliaia di documenti e fonti scritte, ma ora, grazie alla
sua arte, si comprendeva il valore del santo, come disse Rudolf Otto. Il
paragone con altri stili artistici che rispondevano alla stessa identità
culturale non si fece attendere e diede luogo all’interpretazione di “le voci
del silenzio” di André Malraux, un punto di vista che non tutti condivisero ma
che segnò un primo e un dopo nell’approccio dell’arte romanica.
Eremiti
isolati dal mondo.
Nel XII secolo si moltiplicarono le
comunità di persone solitarie, slegate da qualsiasi istituzione, che
praticavano il dialogo “a tu per tu” con Dio e imitavano Cristo con la vita
all’aria aperta, la penitenza della fame e la lotta contro Satana nel
deserto. Questa prima manifestazione della vita eremitica – dedita alla
preghiera, in solitudine e in un luogo isolato – sarebbe sfociata, agli inizi del secolo successivo,
nel movimento degli ordini mendicanti, Francescani e Domenicani, ma diede
anche origine a un romanico rurale, caratterizzato da chiese piccole, a una
sola navata con abside semicircolare e decorazione molto sobria, situate
molte volte in luoghi poco accessibili. Queste chiese furono costruite
soprattutto nel XII e nel XIII secolo, anche se ne troviamo degli esempi
risalenti al XIV secolo.
Saint-Michel d'Aiguilhe una cappella cattolica romanica, edificata nel 969[1], situata ad Aiguilhe, Francia. La cappella è stata costruita sulla cima di un collo vulcanico[2] alto 85 m. Dal 1840 è monumento storico della Francia[1]. Ai piedi del collo vulcanico è situata la Cappella di Santa Chiara, risalente al XII secolo
Il pellegrinaggio a Saint-Michel d'Aiguilhe è gestito dai sacerdoti della Comunità di San Martino
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GEOGRAFIA DEL ROMANICO. Tra il IX e il XIII secolo si costruirono in tutta Europa
chiese, abbazie e cattedrali di questo tipo, lineari ma sicure, che poggiavano
sull’equilibrio delle loro semplici masse architettoniche. Ancora oggi se ne
possono visitare alcuni esempi nelle più remote valli di montagna, in Baviera,
in Tirolo, nel nord Italia e nei Pirenei. In alcuni casi, queste chiese furono
costruire sui terreni ceduti dai signori feudali che esercitavano il loro
patronato su di esse, in altri, ebbero l’appoggio di comunità monastiche, come
Cluny in Francia e Spagna e Hirsau in Germania. Le une e le altre si
trasformarono in chiese di pellegrinaggio.
Intorno
all’anno mille si possono già identificare alcune caratteristiche basilari
dell’ubicazione geografica, di queste chiese, che risponde a un sentimento
nazionale sempre più forte legato allo sviluppo delle lingue volgari: San
Michele di Hildesheim è tipico tedesco basso sassone, mentre San Martino di
Tours risponde a una forma consueta in Francia. Di fatto, esistono tre circoli
dell’arte romanica: un circolo culturale nordico, a cui appartengono la Germania , il nord della
Francia, la Normandia ,
le Fiandre e l’Inghilterra; un altro sottomesso alla potente influenza della
Borgogna, che in quegli anni equivaleva a quella del monastero di Cluny, e
infine un terzo mediterraneo.
Elementi
costitutivi dell’architettura romanica.
Lo stile romanico, molto comune in tutte
le terre attraversate dal Cammino di Santiago, fu una sintesi storica
dell’eredità romana e di altre correnti dell’Alto Medioevo. La sua
architettura fu caratterizzata dall’utilizzo dell’arco a tutto sesto,
iscritto in una semicirconferenza, la volta a botte – quella formato dallo
scorrimento in lunghezza di questo stesso arco – e la decorazione esterna a
base di bande lombarde, ovvero lesene verticali collegate, nella parte alta,
da una serie di piccoli archi ciechi.
chiesa di san Martino di Tours a Fromista
portale della chiesa di Sainte-Foy de Conques
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Le
rotte del Cammino di Santiago e i pellegrini medievali.
Il
culto dell’apostolo san Giacomo (Santiago) si sviluppò tra il IX e il X
secolo, anche se la leggenda del suo apostolato in Galizia appare per la
prima volta nei Commentari dell’Apocalisse del Beato di Liébana alla fine
dell’VIII secolo.
La
chiesa di pellegrinaggio con le reliquie del Santo, che d’accordo con la
tradizione giunsero nella Penisola attraverso mezzi miracolosi, fu costruita
tra il IX e il XII secolo e successivamente rimodellata in varie occasioni. Per
giungere fino alle sue reliquie, i pellegrini di tutto Europa dovevano solo
seguire la via Lattea nel cielo. A ogni tappa del loro viaggio, avevano a
disposizione alloggi, cappe e luoghi di ristoro organizzati dalle
confraternite che si diffusero ben presto in tutto il continente.
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IL CAMMINO NELLA PENISOLA. Gli itinerari più usati sono quello di Girona,
l’aragonese, quello del nord, attraverso Irun-Ribadeo,
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Questo
conflitto ebbe come conseguenza quella di ingrandire ancora di più le basiliche
romaniche tedesche; basti pensare, per esempi, a Spira, Worms e Magonza. La
ricostruzione della cattedrale di Spira nel XII secolo si basò su fondamenta
ottoniane. In essa si tengono testa due corpi potenti, uno a est e l’altro a
ovest,, mentre le torri sulla crociera, le torrette che la fiancheggiano e le
piccole gallerie lungo i cori stemperano la pesantezza della costruzione in una
decorazione ricca, potente e d’effetto.
Spira
fu costruita sotto gli auspici degli imperatori della dinastia salica: Cprradp
II, Enrico III e Enrico IV e nella prima fase fu pura architettura, senza
immagini, a differenza di ciò che fu proposto a Worms e Magonza, dove le figure
di animali si completarono intorno al 1200 con un brillante gruppo scultoreo di
figura umana: Daniele contro i leoni, Sansone, anch’egli vincitore dei leoni, o
un personaggio malvagio ingoiato da una fiera. Questa forma di intendere l’arte
romanica si trasferì a tutti i territori di influenza imperiale: nella cripta
di Freising è stata identificata la lotta tra Odino e il lupo Fenrir; a San
Giacomo di Ratisbona, una lotta di carattere cosmico, sulla linea delle
sculture presenti nelle cattedrali di Santo Stefano a Vienna, Schongrabern e
Zurigo.
Nel 1067, il fuoco distrusse la vecchia
cattedrale di Canterbury e Lanfranco la ricostruì secondo il modello
dell’Abbazia degli Uomini di Caen, ma sfortunatamente non ne restano tracce,
salvo i pochi tratti di mura dove fu assassinato l’arcivescovo Thomas Becket
nell’anno 1170. La cattedrale di York, costruita nel 1075 secondo il progetto
normanno, scomparve nel 1291 sotto l’edificio gotico, mentre la Cattedrale di Lincoln
fu distrutta da un terremoto nel 1185 e ricostruita successivamente in stile
gotico. A Winchester si conservano le navate traversali e la cripta della
cattedrale romanico-normanna della fine del XII secolo, costruita dal vescovo
Walkelin per accogliere i pellegrini che visitavano la tomba del vescovo del IX
secolo San Switun.
L’unica chiesa in Inghilterra che conserva questo stile è la Cattedrale di Durham,
situata nella parte nordorientale dell’isola che può essere considerata la
costruzione romanico-normanna più importante d’Europa. Fu realizzata nel corso
del XII secolo, e la sua alta navata, con una serie di archi a tutto sesto che
poggiano su robusti capitelli grezzi, introdusse due importanti innovazioni: i
cordoni erano nervati (e questo aiutava a individuare le spinte) e gli archi
traversali era a sesto acuto (mentre quelli diagonali a tutto sesto). Nel 1175,
il vescovo Puiset aggiunse all’estremità occidentale della cattedrale un bel
portico nartece, con archi a tutto sesto e colonne slanciate, che prende il
nome di galilea (dal latino galilae: atrio, chiostro).
Scultura e decorazione.
Nella scultura
romanica si mescola una visione beatifica dell’Aldilà con il regno dei
mostri, del terrificante, derivante dai diversi mondi che la influenzarono:
celtico, germanico, copto, armeno, siriano. Il leone di Brunswick è la figura
più famosa del Romanico tedesco non solo perché indica Enrico di Sassonia, il
brillante avversario di Federico I Barbarossa, ma perché sintetizza la forza
di una scultura che cerca la tradizione dei popoli barbari. In questa
tradizione si nota anche la persistenza dei motivi geometrici, dei nodi. Le
colonne con nodi sono un motivo molto abbondante nelle chiese, come si vede
nel pilastro centrale del portico di Souillac; nel sud della Francia, la
manifestazione più estrema di questa tecnica artistica. Tutta questa scultura
è manifestazione di credenze. Quella di un Cristo con un Signore del mondo,
il Patocratore, che riversa il suo potere sul Giudizio Finale, nel timpano
del portale, circondato dal simbolo degli evangelisti. Questa stessa sensazione
si percepisce nei dipinti del fondo delle absidi e dei muri laterali, come le
rappresentazioni dell’Apocalisse in Saint-Savin-sur-Gartempe o il Cristo
Maestà che si erge gigantesco e potente, intronizzato nell’arcobaleno di
Saint-Gilles de Montoire o a Sant Climent de Taull. Poiché il periodo
romanico coincide con il boom della mariolatria (culto della Madre di
Cristo), ci sono anche molte rappresentazioni della Vergine sotto forma di
Sedes Sapientia, Madonna in Maestà ecc. Molto rappresentata anche la violenza
iconografica, con il martirio dei santi e visioni apocalittiche del Giudizio
Finale.
Abbazia di Saint-Savin-sur-Gartempe
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I costruttori di queste chiese monastiche romaniche le
consideravano degli enormi reliquiari, aperti ai pellegrini e alla fastosa liturgia
dei numerosi monaci. Sono caratterizzate dalla presenzadi tre, cinque o più
navate, crociere in diverse quantità, torri che coronano tutte le intersezioni
delle navate e portali riccamente decorati con sculture che mostrano ai
pellegrini gli orrori del Giudizio Finale e la beatitudine degli eletti. Questo
modello trionfò al sud, dove i muri delle chiese si presentavano come una
caverna nella roccia. Ne sono un buon esempio le magnifiche chiese
dell’Aquitania, come quelle di Cahors o Angouleme, le superbe chiese con il
loro atrio nel Poitou, come Nostra Signora la Grande di Poiters e le chiese con grandi portici
sulle rotte di pellegrinaggio, come Saint Sernin di Tolosa, Sainte-Foy di
Conques, San Pietro di Moissac e, soprattutto, la cattedrale di Santiago di
Compostela, nel cui Portico della Gloria si trovano le sculture romaniche più
belle d’Europa.
la cattedrale di Santiago di Compostela
La riforma cistercense e Bernardo di Chiaravalle.
Bernardo di Chiaravalle
(1090-1153) si unì alla campagna riformatrice di Roberto di Molesmes e
Stefano Harding e riformò l’Ordine cistercense fondando Clara Vallis. Il
monastero di Chiaravalle portò alla costruzione di centinaia di abbazie in
tutta Europa.
Fino all’arrivo di
Bernardo di Chiaravalle nel 1112 l’abbazia di Citeaux, fondata nel 1098,
aveva funzionato in modo precario. Non aveva nemmeno dei novizi quando
Stefano Harding fu designato abate nel 1109. Il religioso e umanista inglese,
oltre a predicare povertà e semplicità, mise fine alle spese superflue e
intraprese un grande lavoro intellettuale. Bernardo di Chiaravalle ampliò
l’attività intrapresa da Harding, fondando la comunità cistercense femminile
di Tart L’Abbaye, la quale si ingrandì a tal punto che alla morte del suo
fondatore aveva circa 500 istituti suddivisi
tra Francia, Spagna, Inghilterra e Irlanda, Fiandre, Italia, Germania,
Svezia, Danimarca e Ungheria. Senza dubbio, si trattò di un evento storico
che diede vita al boom culturale europeo del XII secolo. Inoltre Bernardo
lottò a favore di Innocenzo II contro l’antipapa Anacleto e predicò la
seconda crociata a Vézelay e ricevette papa Eugenio III nella sala capitolare
del suo monastero.
Abbazia di Chiaravalle
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L’abbazia benedettina di Vézelay, dalle crociate alla
decadenza.
Vézelay è il capoluogo
del cantone di Avallon, nel dipartimento della Yonne in Borgogna. La città
nacque nei dintorni di un’abbazia benedettina costruita sulle reliquie di
Maria Maddalena e nel IX secolo riunì una congregazione benedettina.
Quest’ultima fu assalita e saccheggiata dai pirati vichinghi che risalivano
Nella nuova abbazia si
stabilirono dei monaci dell’Ordine di san Benedetto. Le reliquie della
Vergine Maria e degli apostoli san Pietro e san Paolo furono deposte sotto
l’altare della nuova chiesa fortificata di Nostra Signora di Vézelay.
L’abbazia-fortezza poteva ospitare un intero popolo all’interno delle sue
alte mura di conci. Ma la cosa migliore per i religiosi che vi vivevano e
lavoravano fu lo statuto cluniacense, che consentì loro di non sottostare né
all’ordine né al vescovo della diocesi, né al re o al signore feudale. Si
trattò di un piccolo stato teocratico indipendente dalla monarchia e dal
signore borgognone, sottomesso solamente al papa. Nel 1146, Bernardo di Chiaravalle
predicò da lì la seconda crociata. In seguito gli abati furono autorizzati a
indossare la mitra, il bacolo, l’anello e i sandali. Durante la terza
crociata, Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto si incontrarono a Vézelay
con i loro eserciti per partire per
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IL CIRCOLO DI MEDITERRANEO. Nel territorio mediterraneo – Italia,
sud della Francia e nord est della Spagna – si imitarono senza pregiudizi le
forme romane, come succede, per esempio, nello splendido portico di San Trofimo
di Arles o a Saint-Gilles-du-Gard. Chiese piccole e belle che talvolta paiono
templi antichi si innalzano sulla terra rossa, tra viti e olivi, come la
cappella di Saint-Gabriel, vicino a Tarascona. La semplicità classica delle chiese provenzali può essere
ritrovata anche a San Miniato, in Toscana, uno dei grandi gioielli del Romanico
del XII secolo.
In Italia l’arte romanica raggiunse il suo apogeo quando,
intorno al 1152, il maestro Deustesallvet fu incaricato di erigere un
battistero nel lato di una piazza di fronte al duomo di Pisa, che era stato
costruito cinquant’anni prima. Lo dotò di una pianta circolare, rivestì la
costruzione di marmo, la stravolse con arcate cieche, la circondò di colonnati
e la completò con una cupola che avrebbe potuto essere perfetta senza il suo
coronamento conico. Dietro il Duomo, Bonanno Pisano e Guglielmo di Innsbruck innalzarono
nel 1172, come campanile,
quella che oggi è conosciuta la torre pendente di Pisa. Riprendendo lo stile
della facciata del duomo: una serie di arcate romaniche sovrapposte, con le
campane all’ottavo piano. La torre sprofondò sul lato sud dopo la costruzione
di tre piani su fondamenta di scarsa profondità e gli architetti cercarono di
controbilanciare inclinando verso nord gli ultimi piani, senza riuscire a
evitare la deviazione.
In definitiva, questo breve excursus evidenzia che l’arte
romanica dominò l’Europa dall’Italia alla Norvegia per oltre tre secoli e,
nonostante la specificità di ogni regione, fu il primo stile internazionale di
livello europeo
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battistero di Pisa
Quanta storia nella nostra Europa!
RispondiEliminaPoi la la rivincita "dei secoli bui"
affibiati al medioevo dalla stolta visione ottocentesca e conservata sino alle mie scuole primarie!