SCACCO AL RE
Nel 1688 un colpo di mano
mise fine al potere assoluto del re in Inghilterra. E cambiò le sorti
dell’Europa.
Ritratto di Oliver Cromwell eseguito da Gaspard de Crayer.
https://it.wikipedia.org/wiki/Oliver_Cromwell
Oggi si dice che i sovrani inglesi “regnano
ma non governano”, per far capire che il potere reale è nelle mani del
Parlamento. Eppure non è sempre stato così. Se quella d’Inghilterra è stata la
prima monarchia parlamentare d’Europa lo dobbiamo a una strana rivoluzione, https://it.wikipedia.org/wiki/Oliver_Cromwell
Giacomo I Stuart
TUTTI CONTRO TUTTI. A rendere ancora
più infuocato il clima politico c’era poi la questione religiosa. La monarchi
per diritto divino, che tanto piaceva a Giacomo, era una prerogativa delle
nazioni cattoliche. Ma nel regno inglese la religione di Stato era l’anglicanesimo,
nato quando il re Enrico
VIII, nel 1534, ruppe i rapporti con il papa e si autoproclamò capo della
Chiesa inglese. Gli anglicani, per la maggior parte membri dell’aristocrazia,
sospettavano che Giacomo Stuart fosse di simpatie papiste, ma seppure a stento,
lo sopportavano un po’ per la fedeltà storica alla Corona, un po’ perché
temevano che il potere finisse nelle mani della piccola nobiltà e della
borghesia (sempre più forte in parlamento) legata al puritanesimo, la variante
inglese del calvinismo. L’Inghilterra era dunque una polveriera sociale e
religiosa e gli Stuart non erano proprio i più adatti a mantenere calmi gli
animi. “Alla lunga un compromesso tra la
dinastia regnante e le tanti parti della società inglese a loro avverse non era
possibile. Molti Stuart avevano tendenze filo cattoliche lontane dalle
convinzioni diffuse tra i ceti importanti dell’Inghilterra. Inoltre avevano la
tendenza ad affermare un forte potere centrale in una società dove solo a
fatica la Elisabetta
aveva mantenuto un equilibrio tra monarchia e Parlamento”, spiega lo
storico Adriano Prosperi.
TORIES
VS. RIGHIT
Negli anni precedenti
Questi erano chiamati ”teste
rasate” per l’abitudine di portare i capelli cortissimi e di non indossare
elaborate e ricciolute parrucche come facevano i cavalieri.
A partire dagli anni ottanta
del Seicento, queste due fazioni cominciarono a essere conosciute con due
nomignoli spregiativi: i partigiani del re venivano chiamati dagli avversari
Tories,che era l’epiteto dei fuorilegge cattolici hce imperversavano in
Irlanda. I fautori del Parlamento erano denominati con spregio Whigs, termine
che indicava probavilente i mandriani scozzesi o anche i ladri di cavalli.
Fino ad oggi. Nel corso del ‘700
Tories e Whigs divennero i partiti che dominiaro la storia britannica nei
successivi cento cinquant’anni. Dalla prima formazione nacque, nel 1834,
l’attuale Partito Conservatore inglese (a volte chiamato ancora Tory) mentre dai Whigs ebbe origine nel 1859 il
Partito Liberale disciolto nel 1988.
|
La Battaglia di Marston Moor, opera di J. Barker
Cromwell osserva il corpo di Carlo I, dipinto di Paul Delaroche.
Carlo I Stuart (Dunfermline, 19 novembre 1600 – Londra, 30 gennaio 1649) è stato re d'Inghilterra, Scozia, Irlanda eFrancia[4] dal 27 marzo 1625 fino alla sua morte, avvenuta il 30 gennaio (o il 9 febbraio, secondo il calendario inglese[5]) 1649 per decapitazione.
IL RE “PERDE”
ritratto di Carlo II
Carlo II Stuart (Londra, 29 maggio 1630 – Londra, 6 febbraio 1685) è stato re d'Inghilterra, Scozia, Irlanda e Francia[1]dal 30 gennaio 1649 (de iure) o dal 29 maggio 1660 (de facto), al 6 febbraio 1685.
IL RITORNO DEGLI STUART. Alla morte
di Cromwell, stanchi del clima plumbeo imposto dal puritanesimo di Stato, gli inglesi
richiamarono dopo qualche tempo gli Stuart (1660), perché anche buona parte del
Parlamento era convinta che solo la monarchia potesse garantire stabilità alla
nazione. Ed effettivamente all’inizio le cose andarono bene, anche perché Carlo
II, figlio del sovrano fatto decapitare da Cromwell, era più amante degli agi
che della lotta. Venne chiamatono non a caso Merry monarch, il re allegro, per la sua passione per le feste di
corte, i letterati e gli artisti, le donne. Fu un momento gaudente, quello che
gli storici chiamano l’etàdella
Restaurazione inglese,m Carlo II rimaneva uno Stuart e sotto le ceneri dei
suoi modi concilianti covava l’invidia verso quello che accadeva nella vicina
Francia, dove suo cugino Luigi XVI aveva imbrigliato la nobiltà, sciolto le
assemblee parlamentari e si faceva chiamare il Re Sole. Le tensioni aumentarono
col passare degli anni: il sovrano non aveva figli legittimi e avrebbe passato
la corona al fratello Giacomo, di indole autoritaria e papista convinto. “Nello scontro in atto la componente
religiosa era fondamentale. La società inglese era percorsa da correnti di
pensiero e scelte di fede radicali e in aperto conflitto fra di loro. Queste
trovarono un compromesso solo dopo una lotta sanguinosa, anche perché la
religione comportava visioni del monto e della società, progetti sociali e
politici molto diversi”, spiega ancora Prosperi.
La maggioranza degli inglesi
temeva che un sovrano cattolico avrebbe gettato l’Inghilterra tra le braccia
del papa, considerato da anglicani e calvinisti l’incarnazione dell’Anticristo,
oppure che avrebbe fatto il gioco delle grandi potenze cattoliche del
continente in primis la Francia. I
membri del Parlamento più vicini alla borghesia e calvinismo si riunirono
allora attorno al 1678 in una fazione denominata Whig e cercarono di opporsi
all’elezione di Giacomo in tutti i modi, anche ricorrendo a dei sicari. Alla
fine passò la linea dei Tories, la fazione del Parlamento vicino
all’aristocrazia e all’anglicanesimo: meglio un re, seppur cattolico, piuttosto
che l’anarchia sociale e religiosa che potevano portare i Whig. Fu un errore,
perché ima volta salito sul trono Giacomo II si comportò con la grazia di un
elefante in un negozio di cristalleria. Nel giro di tre anni con la sua
politica filo-papale e il suo autoritarismo riuscì a scontentare tutti: i Tories,
i Whigs e anche i cattolici inglesi che erano fedeli al papa fino a che il papa
se ne stava a Roma e non ficcava il naso dei loro affari. Quando nel 1688
Giacomo ebbe il tanto da lui sospirato erede maschio, la prospettiva che si
perpetuasse una dinastia cattolica sul trono inglese riunì sotto la stessa
bandiera i Tories e i Whigs. Con un colpo di mano inatteso offrirono la corona
d’Inghilterra al campione del calvinismo europeo, l’olandese Guglielmo d’Orange
marito di Maria Stuart, figlia di Giacomo II ma di fede protestante. Guglielmo
era il grande rivale di Luigi XIV e intravide la possibilità di separare definitivamente l’Inghilterra dalla Francia. .
Il Bill of Rights prevedeva:
·
La libertà di parola e discussione in Parlamento[1].
·
Il divieto del re di abolire leggi o imporre tributi senza il
consenso del Parlamento.
·
Libere elezioni per il Parlamento.
·
Il divieto del re di mantenere un esercito fisso in tempo di
pace senza il consenso del Parlamento.
·
Rifiuto di sottostare ad un possibile re cattolico.
·
Che il parlamento dovesse essere frequentemente riunito.
·
Che il re non potesse perseguitare i suoi sudditi per motivi
religios
Guglielmo II
FU VERA GLORIA? Il 5 novembre 1688 Guglielmo sbarcò sul suolo inglese con un esercito di 12 mila
uomini. Ma non vi fu battaglia: le milizie di Giacomo si sciolsero come neve al
sole e lo Stuart non trovò di meglio che fuggire in Francia. Così il
condottiero olandese poté, senza colpo ferire, fare il suo ingresso a Londra il
18 dicembre e il 13 febbraio diventare Guglielmo III, sovrano d’Inghilterra
unitamente alla consorte Maria. Prima però l’augusta coppia dovette accettare
di sottomettersi a una serie di patti imposti dal Parlamento e raccolti nel
cosi detto Bill of Rights, la carta dei diritti. Tra le altre cose, venne
sancita la fine del tradizionale principio della regalità per diritto divino e
i sovrani si impegnarono a non sospendere le leggi approvate dal Parlamento, a
non reclutare eserciti senza il consenso parlamentare e a garantire la libera
elezione dei parlamentari. In seguito fu anche decisa l’esclusione dei
cattolici dalla linea di successione al trono.
La fine
dei re taumaturghi
Nonostante il suo potere
sia stato sempre conteso dal Parlamento, dal Medioevo il sovrano inglese
godeva di molte prerogative tipiche delle monarchie di diritto divino. Per
molti dei suoi sudditi il suo potere derivava da Dio e quindi il re possedeva
la facoltà di guarire le malattie in modo miracoloso. Anche i monarchi
inglesi erano come i corrispettivi francesi, re taumaturghi, cioè guaritori.
Il tocco delle scrofole. Dovevano quindi prestarsi al rituale
“Tocco delle scrofole”, le lesioni cutanee legate a una forma di tubercolosi
molto diffusa in epoca medievale e nella prima era moderna. Guglielmo III ,
educato in ambiente calvinista, considerava il rituale della guarigione
miracolosa una superstizione ereditata dal cattolicesimo e non volle
prestarsi al rito. Alla sua morte, nel 1702,
la regina Anna ripristinò il rituale, che però fu poi abolito nel 1714. con
l’ultima degli Stuart moriva così anche una delle ultime vestigia della
monarchia antica, un rituale che rimase in uso solo in Francia fino alla
Rivoluzione francese del 1789.
|
Intanto
nel mondo
Isole Britanniche Altri Paesi Società e cultura
|
||
1603 muore la regina Elisabetta
I e Giacomo, re di Scozia diventa re d’Inghilterra con il nome di Giacomo I.
finisce il regno di Tudor e inizia quello degli Stuard.
|
1600 Nella Repubblica di San
Marino viene pubblicato lo Statuto delle Leges Statutae Sancti Marini: è una
delle Costituzioni più antiche del mondo.
|
1600 il fisico inglese William
Gilbert conia il termine elettricità.
|
1605 Congiura delle polveri:
fallito tentativo da parte di un gruppo di cattolici inglesi e di Guy Fakes
contro re Giacomo I d’Inghilterra, evento oggi ricordato con
|
1618 Inizia la guerra dei
Trent’anni.
|
1609. Galileo Galilei mette a
punto il primo telescopio.
|
1625 Carlo I diventa re
d’Inghilterra.
|
1620 I Padri Pellegrini
puritani, costretti a lasciare l’Inghilterra per sfuggire alle persecuzioni
religiose, sbarcano nel Massachusetts.
|
1632 Galilei pubblica il
Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo i ncui sostiene le tesi di
Copernico. Nel 1633
|
1629 Carlo I scioglie il
Parlamento e non lo convoca più per dodici anni . in questo periodo governa
come sovrano assoluto.
|
1625 Gli olandesi fondano nella
baia di Manhattan Nuova Amsterdam. Un quarantennio dopo passerà
definitivamente in mano inglese e prenderà il nome di Nuova York
|
1640 I gesuiti importano per la
prima volta in Europa dal Perù la corteccia di china, da cui si ricava il
chinino. Per secoli sarà l’unica cura efficace della malaria.
|
1642 Lo scontro tra Carlo I e
il Parlamento, nuovamente convocato, diventa guerra aperta. Inizia
|
1648 Pace delle Vestfalia e
fine della Guerra dei Trent’anni.
|
1643 Toricelli invencta il
barometro.
|
1649 Decapitazione di Carlo I.
per la prima volta in Europa un monarca viene giustiziato per volere del
popolo. Il Parlamento abolisce la monarchia e proclama la repubblica
(Commonwealth)
|
1652 Gli olandesi fondano Città
del Capo.
|
|
1660 Viene restaurata la
monarchia. Sul trono sale Carlo II Stuart, figlio di Carlo I, inizia l’epoca
per la Restaurazione.inglese
|
1682
|
1698 Il padovano Bartolomeo
Cristofori inventa il fortepiano, antenato del pianoforte.
|
1685 Giacomo II succede a Carlo
II
|
1683 I Turchi assediano Vienna.
L’assedio fallisce e l’esercito turco viene sconfitto. L’evento segna la fine
dell’espansione turco-ottomana cominciata quattro secoli prima.
|
1703
Lo zar Pietro il Grande fonda San Pietroburgo
|
1688 inizia
|
1700
muore Carlo II, ultimo degli Asburgo di Spagna. Inizia
|
1711
Joseph Addison in Gran Bretagna pubblica il giornale The Spectator
|
1689 Maria Stuart e Guglielmo
d’Orange diventano sovrani inglesi e accettano i limiti imposti al loro
potere dal Bill of Rights.
|
1701
|
|
1702
Anna Stuart diventa regina d’Inghilterra.
|
1708
Muore Carlo Ferdinando Gonzaga e finisce l’indipendenza del ducato di
Mantova.
|
|
1707
con l’Atto di Unione, Inghilterra e Scozia diventano un unico stato: nasce
|
1713
Finisce
|
|
1714
Alla marote della regina Anna si estingue la dinastia degli Stuart.
|
|
|
Articolo in gran parte d Roberto
Roveda pubblicato su Focus Storia n. 138. immagini e altri testi da Wikipedia
Il rivoluzionario intuito
di Cromwell
Al suo battesimo del fuoco
vinse una battaglia che già appariva persa e negli scontri successivi avrebbe
mutato il volto della Gran Bretagna. Lo fece cambiando le concezioni militari
dell’epoca. Ecco perché l’innovativa armata che prese il nome di “new model
army” rappresenta l’atto di nascita degli eserciti moderni.
Battaglia di Nasebey
Il 14 giugno del 1645, nei
pressi del villaggio di Nasebey nel Northamptonshire, contea
d’Inghilterra centrale, una di fronte all’altra erano schierate due visioni
inconciliabili della società inglese: i diritti inalienabili del re, da una
parte, e i potenti interessi del Parlamento dall’altra. E solo una avrebbe
potuto prevalere. La prima fase della sanguinosa Guerra civile inglese
(1642-46), episodio chiave della storia britannica, era a una svolta. A
contendersi la vittoria c’erano le truppe realiste di Carlo I Stuart e le forze
parlamentari, le Roundhead (Teste Rotonde), guidate da Oliver Cromwell. E
quest’ultimo, nonostante disponesse di un numero di uomini superiore, non
poteva certo dormire sonni tranquilli: quel giorno era al comando di un
esercito diverso dal solito, messo insieme pochi mesi prima e, soprattutto,
nato dalle ceneri di reparti che fino ad allora avevano dimostrato ben poca
efficienza. Non potremmo mai sapere se fosse sicuro che la “rivoluzione
militare”, a seguito di una drastica riforma da lui fortemente caldeggiata,
avrebbe dato i frutti sperati. Solo il responso inappellabile del campo di
battaglia era in grado di farlo. Sebbene schierasse veterani ben addestrati e
motivati, per loro era pur sempre una sorta di battesimo del fuoco, e il minimo
errore, la più piccola distrazione, avrebbe potuto tramutarsi in un disastro.
Ma non fallirono. Nonostante la fanteria di Carlo fosse stata sul punto di
vincere , proprio l’abilità degli Ironside, la cavalleria guidata da Cromwell
in persona, riuscì a capovolgere l’esito dello scontro.
Un loro fulmineo attacco a
fianchi delle truppe realiste cambiò il corso della battaglia e della guerra.
Naseby, senza se e senza ma, è da considerarsi la consacrazione di un nuovo paradigma
di esercito, passato alla storia come “New model Army” o, come i contemporanei
lo definirono nell’immediato, New Modelled, che non pochi studiosi anglosassoni
hanno identificato come la data di nascita del moderno esercito inglese.
Le ragioni
della guerra.
Per comprendere la ragione della
guerra fratricida che dilaniò le isole britanniche a cavallo del XVII secolo
è necessario tener conto dell’antagonismo tra Carlo I e il Parlamento e della
profonda sfiducia che regnava tra le due istituzioni. Nel 1628, alla
richiesta del sovrano di poter disporre di nuovi fondi per appoggiare la
guerra contro
|
Moschetto
a pietra focaia.
Rispetto ai moschetti a miccia
impiegati dalla fanteria, a partire dalla metà del XVII secolo incominciarono
a diffondersi anche quelli a pietra focaia. Ecco come funzionavano. La
piastra del meccanismo di scatto alloggiava il cane, tra le cui morse era
fissata la pietra focaia, e uno scodellino per contenere la polvere da sparo.
Per armare il moschetto era necessario utilizzare una cartuccia di carta, il
cui contenuto, una volta strappata la sommità, veniva svuotato nella canna
dell’arma, insieme a una palla di
piombo: dopodiché si sfilava la martellina e si armava il cane. Il pezzo era
quindi pronto per far fuoco. Tirando il grilletto, il cane, abbassandosi, sfregava
la martellina e generava scintille, che dallo scodellino si propagavano alla
culatta, facendo esplodere la polvere grossa nella canna che faceva partire
il colpo.
|
Naseby,
analisi tattica.
FASE I. Il 14 giugno 1645, presso la cittadina di Naseby (Inghilterra
centrale), 7600 uomini di re
Carlo I fronteggiano l’esercito di Cromwell, forte di 12mila uomini (è la
prima battaglia del New Model Army), adottando uno schieramento speculare: la
fanteria disposta su due linee al centro e reparti di cavalleria sulle ali.
La destra dello schieramento parlamentare è occupata dagli Ironside guidati
da Cromwell , la sinistra da quelli di Ireton, mentre i dragoni di Okey sono
posizionati sull’estrema sinistra, nascosti dietro un filare di alberi che ne
occulta la vista. Sono i realisti a dare inizio allo scontro per primi.
FASE 2. La cavalleria
realista di Langdale attacca gli Ironside, ma viene respinta e vinta. Allo
stesso tempo quella di Rupert, supportata da un distaccamento della guardia,
carica Ireton e lo sconfigge, obbligandolo alla ritirata. Al centro, invece,
la fanteria di Astley attacca Skippon; sebbene la prima linea, sotto
pressione, sia costretta ad arretrare, la seconda riesce a contenere il
nemico, nonostante subisca molte perdite. La battaglia sembra volgersi a
favore dei realisti, ma in maniera irresponsabile la cavalleria di Ruper si
allontana dal combattimento per attaccare l’accampamento delle forze
parlamentari più a su. È un errore madornale che muta il corso dello scontro.
FASE 3. Senza il
supporto della cavalleria, la fanteria di Astley, fino a quel momento in
vantaggio, si trova in grave difficoltà. Cromwell, radunati i suoi uomini, si
avventa sul fianco destro del nemico mettendolo ancora più in crisi. A
segnale convenuto, poi, anche i dragoni di Okey escono dal loro nascondiglio
per caricare il fianco sinistro, rimasto indifeso. Attaccati su tre lati, gli
uomini di Astley vengono rapidamente messi alle strette e costretti alla
fuga. Il ritorno di Rupert è tardivo e
non può mutare l’esito dello scontro. Tra le fila realiste si contano mille
morti e 5mila prigionieri, a fronte dei soli 400, tra morti e feriti di
Cromwell.
|
Le loro
più grandi battaglie.
Naseby
Il 14 giugno 1645, presso il villaggio di Naseby, nell’Inghilterra
centrale, l’esercito realista, guidato da Carlo I, si scontra con le forze
parlamentari che schierano per la prima volta su campo un nuovo modello di
esercito, dopo le sconfitte patite nei primi anni di guerra. Il rapporto di
forze è a loro favore: oltre 13mila uomini contro poco più di 7mila. Eppure l’agguerrita
fanteria realista riesce, in virtù di una maggiore esperienza, a mettere in
difficoltà l’avversario, che rischia di essere travolto. L’intervento della
cavalleria guidata da Cromwell, però, con un attacco ai fianchi riesce a
ribaltare l’esito dello scontro e, con esso, della prima fase della guerra.
Drogheda.
Dopo la vittoria delle truppe parlamentari, in netta inferiorità
nella battaglia di Rathmines (2 agosto
1649), il 3 settembre, Cromwell assedia Drogheda con un corpo di
spedizione di 12mila uomini. A difendere le mura della città ci sono 2500
realisti al comando di Arthur Aston. Dopo un pesantissimo bombardamento che
apre molte brecce nelle difese, l’11 settembre le truppe parlamentari entrano
in città: è un massacro e i pochi difensori che rifiutano di arrendersi
vengono trucidati. È l’episodio chiave
della conquista dell’Irlanda da parte di Cromwell.
Dunbar.
Oliver Cromwell durante la battaglia di Dunbar
Il 3 settembre 1650 le forze realiste di Carlo II, al comando di
David Leslie, vengono affrontate e severamente sconfitte dal New Model Army
di Cromwell in una battaglia campale presso la località di Dunbar, in Scozia.
Come numero di effettivi gli eserciti si equivalgono (12mila i primi, 11mila
i secondi), ma è la capacità di manovra delle truppe parlamentari ad avere
successo: la fanteria in linea attacca frontalmente, mentre le furiose
cariche della cavalleria sulla destra hanno la meglio sulla controparte
scozzese, che viene respinta. E quando anche la fanteria realista viene
sopraffatta, il resto dell’esercito, ormai in piena crisi, è costretto a una
rotta precipitosa.
Worcester.
Oliver Cromwell durante la battaglia
La terza fase della Guerra civile inglese viene decisa nella
battaglia di Worcester (3 settembre 1651), in territorio inglese, come
conseguenza di una fallita invasione pianificata da Carlo II. Quel giorno il
New Model Army di Cromwell, forte di 31mila uomini, fronteggia un nemico in
netta inferiorità numerica (16mila uomini), composto per lo più da soldati
delle Highlands scozzesi, attestato nei dintorni della città. Sebbene le
forze realiste combattano bene e con coraggio, in alcuni casi mettendo in
seria difficoltà il nemico, alla lunga le manovre di Cromwell hanno la
meglio. I realisti, costretti a ritirarsi all’interno dell’abitato, vengono
attaccati da tre posizioni diverse e sono senza via di scampo. Solo nella
notte migliaia di uomini riescono a fuggire, per gli altri non c’era più
nulla da fare.
|
TAGLIO NETTO CON IL PASSATO. Ma le cose non erano sempre andate così bene. Mancanza di
convinzioni, poca professionalità e scarsa determinazione in battagli, per non
parlare della limitata incisività degli alti ufficiali di comando, convinti che
fosse preferibile venire a patti con i realisti, erano queste le principali
accuse rivolte da Cromwell alle truppe degli eserciti parlamentari, dopo le
magre figure conseguite nei primi anni di guerra. Non era il solo a pensarla
così. Il 2 luglio 1644 William Waller, comandate in capo delle forze di stanza
a Londra, rimase di sasso quando i suoi uomini si rifiutarono di lasciare la
contea per seguirlo in battaglia e scrisse: “fintantoché
questo è il solo esercito a cui si può aspirare di comandare, sarà praticamente
impossibile riuscire a fare qualcosa d’importante” . E su questa intrinseca
debolezza era necessario agire prontamente, nella speranza di dare una svolta
al conflitto. E ciò avvenne. Il 4 febbraio 1645, dopo varie interpellanze e
trascinanti discorsi. Gran parte delle unità militari disponibile, a parte due
distaccamenti territoriali da utilizzare a livello di guarnigione locale furono
soppresse e riorganizzate in una struttura più efficiente che, negli anni a
seguire, avrebbe cambiato radicalmente il modo di combattere degli eserciti
britannici.
Ma in
che cosa consisteva questa innovazione? Anche se non tutte le idee di Cromwell
furono coronate da successo, la sua impostazione di base era formare una nuova classe di soldati: prima di tutto
cercò di arruolare uomini (sia tra la truppa sia tra gli ufficiali) fermamente
convinti della causa che stavano per intraprendere e sorretti da principi
religiosi e morali affini a quelli per cui lui combatteva. E il risultato fu un
rigido regolamento disciplinare infarcito di precetti religiosi di matrice
calvinista: una sorta di catechismo militare, che faceva apparire il nuovo
soldato un guerriero al servizio del volere di Dio. Non si trattava più di
mercenari ma di truppe ben pagate e sottoposte a severa disciplina, in cui la
pratica del saccheggio, almeno in teoria, era proibita e severamente punita.
Un’altra novità fu il potenziamento delle rete logistica, per cui il Parlamento
inglese si faceva carico sia del vitto sia dell’equipaggiamento.(in precedenza
spettava al soldato dotarsi di cibo, armi e munizioni) dei suoi uomini. le
divise, inoltre per quanto possibile furono standardizzate, ricorrendo a una
giubba di colore rosso, in netto contrasto con quella dei realisti (blu o
gialla, a seconda dell’evenienza).
UN ESERCITO MODERNO. Anche a livello operativo furono fatti dei passi in avanti.
La concezione di una forza militare da impiegare solo in ambito locale fu
rapidamente superata. Si imponeva la necessità di una truppa ben addestrata,
snella e mobile da utilizzare in ogni teatro di combattimento quando se ne
fosse presentata l’occorrenza. Sulla carta l’esercito di Cromwell era
costituito da un contingente valutabile intorno alle 22mila unità, ben
bilanciato tra reparti montati e appiedati. Ma era la cavalleria il suo punto
di forza, tanto da essere considerata un vero reparto d’élite: undici
reggimenti (ognuno formato da sei squadroni) di cavalieri costituiti da 200 effettivi
ciascuno (per un totale di 6600) e uno di dragoni che passò dagli iniziali 1000
uomini ai successivi 1200, suddivisi in compagnie da 100 uomini. La cavalleria
pesante (i famosi Ironside) era equipaggiata all’Harquebusier, con un’armatura
a piastre per il busto, collocata sopra una giacca in pelle, che forniva una
certa protezione contro i colpi da taglio, e un tipico elmo “a cappellina” con
un visore a grata e paraguance. A differenza delle truppe di corazzieri degli
altri eserciti, questi cavalieri prediligevano l’uso del moschetto e potevano
sparare stando in sella. Sui campi di battaglia un reggimento era suddiviso in
tre squadroni. La loro disciplina era superiore a quella della controparte
realista e l’addestramento era finalizzato ad avere un ruolo centrale nelle
dinamiche del combattimento: ciò significava che potevano caricare, spezzare la
formazione nemica, raggrupparsi e caricare nuovamente un altro obiettivo. Le
compagnie di dragoni, invece, avevano uniformi simili a quelle dei
moschettieri, sebbene indossassero lunghe ghette per proteggere le gambe in
corsa. Erano armati con fucili tipo “Snaphance” a pietra focaia piuttosto che
con i moschetti con otturatore a miccia della fanteria. I dragoni erano pesanti
come forza di fanteria a cavallo in grado di intervenire rapidamente in ogni
punto della battaglia per fornire supporto di fuoco dove necessario e,
all’occorrenza, smontare da cavallo per unirsi agli altri reparti appiedati. Il
loro compito era spazzare la prima linea dei moschettieri nemici, operare di
pattuglia, avanscoperta e, talvolta, come nella battaglia di Naseby, in manovre
d’attacco ai fianchi.
Altrettanto
ben ragionato era il ruolo della fanteria vera e propria. Furono creati 12
reggimenti di 1200 effettivi ciascuno, per un totale di 14400 uomini, suddivisi
a loro volta in 10 compagnie: sette di un centinaio di uomini (più ufficiali e
specialisti), tre, invece di 200.i soldati erano suddivisi in moschettieri e
picchieri (che dovevano supportarsi uno con l’altro), secondo un rapporto che
Cromwell stabilì in due a uno, anche se non fu quasi mai rispettato. I
picchieri, in base agli standard dell’epoca, rappresentavano l’ossatura della
formazione in linea, in genere disposti al centro. Erano dotati di elmo,
corpetto in metallo a piastre (indossato sopra una blusa in pelle), scarselle a
protezione delle gambe, una picca e la spada. I moschettieri invece erano privi
di armatura, anche se potevano indossare l’elmo; il loro armamento era un
moschetto con otturatore a miccia e una bandoliera sul petto con il necessario
per ricaricare l’arma. Cosa a parte, rispetto a cavallerie e fanteria, erano i
reparti d’artiglieria: nel corso del tempo ne furono create alcune unità, per
lo più impiegando canoni catturati al nemico. oltre agli artiglieri, erano
presenti anche due compagnie di fucilieri preposti alla difesa dei pezzi.
TATTICHE E FORMAZIONI. Il New Model
Army, dal punto di vista tattico, si rivelò fin da subito un esercito
innovativo e moderno. Utilizzava la
tattica del ’Pike and Shot’ (un muro di lance dietro cui era possibile fare
fuoco con moschetti e archibugi) mutata da innovativi modelli in voga presso
gli eserciti svedesi, spagnoli o fiamminghi. Nello specifico si richiedeva ai
reparti di fanteria una rapida avanzata verso il nemico, mentre i fucilieri
facevano fuoco a rotazione, mantenendo una formazione in linea piuttosto che a
quadrato o in colonna. Anche se inizialmente abbastanza limitato, con il tempo
divenne essenziale anche l’apporto dell’artiglieria per scardinare le formazioni
avversarie. La cavalleria, invece, secondo tattiche in suo presso polacchi e
svedesi, era ideata come massa d’urto per attacchi frontali, ai fianchi o
manovre d’aggiramento.
Com’era disposto il New Model
Armyu battaglia? Di norma, come
dimostrato a Naseby, la fanteria era posizionata al centro dello schieramento,
disposta su due linee profonde, con i reparti a cavallo disposti sulle ali. I
picchieri, che dettavano la velocità di spostamento dell’esercito, in fase
difensiva erano in grado di erigere un muro di lance contro le unità di
cavalleria nemica per permettere ai moschettieri di ricaricare le loro armi. In
chiave offensiva, invece, ingaggiavano la controparte avversaria in un mortale
confronto di spinta, finché uno dei due contendenti collassava. Tutto questo a
livello teorico e in scontri campali con un avversario speculare. Non mancarono
eccezioni, come durante i combattimenti della campagna d’Irlanda, quando
l’esercito di Cromwell fu costretto a rinunciare alla picca per far fronte a un
nemico che si affidava alla guerriglia.
QUASI UNA DITTATURA. Il New Model Army rappresentò l’arma vincente del
Parlamento inglese nell’intero corso della guerra civile. Se Naseby fu il punto
di svolta della prima fase della prima fase delle ostilità, nel prosieguo
(1648-51), quando il conflitto si allargò all’Irlanda e alla Scozia, il suo
ruolo fu altrettanto determinante, nonostante si siano verificati casi di
ammutinamenti per questioni economiche (la paga spesso non veniva corrisposta
se non dopo mesi) o politiche. In Irlanda il confronto con le truppe realiste,
alleatesi alla Confederazione cattolica locale, fu contraddistinto dalla
clamorosa vittoria nella battaglia di Rathmines (7 aprile 2649), nonostante la forte inferiorità numerica, e
dalla conquista della piazzaforte strategica di Drogheda (11 settembre). Mentre
la campagna irlandese era ancora in pieno svolgimento, un esercito parlamentare
fu trasferito anche in territorio scozzese per fronteggiare la grave minaccia
portata dalle lezione al trono di Carlo II (Carlo I era stato condannato a
morte e decapitato il 30 gennaio 1649) e riuscì a ottenere una schiacciante vittoria nella
battaglia di Dunbar (3 settembre 1650), replicata poi a Inverkeithing il 20
luglio 1951. l’ultimo atto della guerra si consumò pochi mesi dopo: il 3
settembre Cromwell portò al trionfo le sue truppe nello scontro di Worcester.
Evento d’importanza chiave, che pose fine al conflitto e costrinse Carlo II a
riparare in esilio per nove lunghi anni. Sarebbe tornato in patria solo nel 1660 a seguito della
Restaurazione monarchica e la sua nomina a sovrano. Nel frattempo, la
situazione politiche nelle isole della Manica era cambiata drasticamente.
Cromwell era morto e con lui si era concluso quel complesso periodo della
storia britannica che viene ricordato come Protettorato (1653-59), ovvero
l’assoggettamento del Parlamento da parte di Cromwell che era stato nominato
Lord Protettore del Paese. La sua eredità però non si perse: molti reggimenti
furono incorporati nel nuovo esercito di Carlo II in qualità di reparti della
Guardia, ma soprattutto la sua grande efficienza avrebbe plasmato il futuro
esercito britannico.
Articolo in gran parte di
Antonio Ratti pubblicato su STORIE DI GUERRE E GUERRIERI. Altri testi e foto da Wikipedia
Nessun commento:
Posta un commento