Bruegel e l’Europa contadina.
Nel XVI secolo il grande pittore fiammingo Bruegel il Vecchio fu
il primo a ritrarre in una serie di quadri straordinari la vita dei contadini
del suo tempo: i lavori dei contadini del suo tempo, le feste scatenate, i
momenti di sofferenza e le tragedie.
Pieter Bruegel o Brueghel /pi:tər brø:ɣəl̩/[1][2] (Breda, 1525/1530 circa – Bruxelles, 5 settembre 1569) è stato un pittore olandese. È generalmente indicato come il Vecchio per distinguerlo dal figlio primogenito, Pieter Bruegel il Giovane. Anche il secondogenito Jan Bruegel il Vecchio seguì le orme paterne e così pure il nipote Jan Bruegel il Giovane.
In
un epoca in cui i pittori prediligevano i temi religiosi e mitologici, Peter
Bruegel il Vecchio costituisce una figura difficile da classificare.
Nessun’altro artista prima di lui aveva incentrato la sua opera sulla grandezza
del paesaggio e sulla vita quotidiana dei contadini. I suoi detrattori lo consideravano
poco raffinato, e arrivarono a soprannominarlo con disprezzo Bruegel il
contadino. Tuttavia aveva anche molti ammiratori e amici – accademici, umanisti
e facoltosi uomini d’affari – che apprezzavano il suo lavoro e collezionavano
le sue opere.
Le informazioni sulla
sua vita sono lacunose. Nacque a Breda (ducato di Brabante, nell’attuale
Belgio) tra il 1524 e il 1530, si formò come pittore ad Anversa e, dopo aver
ottenuto il titolo di maestro, fece un viaggio in Italia. Al ritorno si stabilì
nuovamente ad Anversa, per poi trasferirsi nel 1562 a Bruxelles, dove si sposò
e lavorò fino alla morte. Non ci sono notizie precise sulla sua personalità e
neppure sulle sue credenze religiose e politiche, un aspetto importante in un
periodo in cui i Paesi Bassi vivevano una grande agitazione per il diffondersi
delle idee protestanti e l’inasprirsi dei rapporti con Filippo II di Spagna,
sovrano del Paese. Forse fu proprio questo clima teso che spinse Bruegel a
rifugiarsi nell’evocazione del paesaggio e della semplice vita contadina.
La Mietitura è un dipinto olio su tavola (118x160,7 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, datato 1565 e conservato nel Metropolitan Museum di New York. È firmato "BRVEGEL [...] LXV
L’IMPORTANZA DELLE STAGIONI. Realizzata da Bruegel
nel 1505 per il banchiere di Anversa Niclaes Jonghelinck, la serie Mesi illustra la vita ciclica,
difficile e monotona della campagna. L’opera era composta da sei quadri
dedicati ai lavori campestri secondo i periodi dell’anno (due mesi per quadro),
anche se solo cinque di essi sono giunti fino a noi. In la mietitura Bruegel ritrae l’attività agricola ad agosto e
settembre. In questa vista panoramica del paesaggio si possono osservare alcuni
contadini che falciano il grano e legano i covoni da terra, mentre altri seduti
all’ombra di un albero riposano, bevano da una brocca e mangiano avena, pere,
formaggio e pane. Alcune figure visibili in lontananza raccolgono mele, si
bagnano in un lago e si dedicano ad attività ricreative. Il calore soffocante
emerge dal modo in cui Bruegel tratta il paesaggio e gli effetti del clima –
due delle sue grandi innovazioni. In un cielo senza nuvole il sole di
mezzogiorno offusca i colori brillanti e bagna la terra di tonalità dorate.
Dall’altopiano dove si trovano i contadini il pittore invita a guardare verso
il basso, attraverso una distesa verde segnata da filari di alberi e sentieri,
fino a raggiungere il porto e il mare che si perde in lontananza.
Ritorno della mandria
AutorePieter Bruegel il VecchioData1565Tecnicaolio su tavolaDimensioni117×159 cmUbicazioneKunsthistorisches Museum, Vienna
Il Ritorno della mandria è un dipinto olio su tavola (117x159 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, datato 1565 e conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. È firmato "BRVEGEL MDLXV".
I RIGORI DELL’INVERNO. In Ritorno della mandria, un altro quadro della stessa serie dedicato
ai mesi di ottobre e novembre, i contadini conducono gli animali giù dai
pascoli di montagna, quando il calore estivo ha ormai ceduto il passo al freddo
e al maltempo. Gli alberi hanno perso le foglie e il sentiero è fangoso. I
mandriani risalgono lentamente una collina in direzione del villaggio pungolando
il bestiame. In lontananza un fiume scorre all’ombra delle vette montane
minacciate dalla tormenta. Non è facile la vita di questi uomini infreddoliti,
immersi in un ambiente imponente e desolato. Una volta in paese, gli animali
verranno rinchiusi nei fienili o nelle piccole abitazioni dove le famiglie vivono
ammassate in un’unica stanza, con i pagliericci ricoperti di pulci e pidocchi.
Cacciatori nella neve | |
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Autore | Pieter Bruegel il Vecchio |
Data | 1565 |
Tecnica | olio su tavola |
Dimensioni | 117×162 cm |
Ubicazione | Kunsthistorisches Museum, Vienna |
I Cacciatori nella neve è un dipinto olio su tavola (117x162 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, datato 1565 e conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. È firmato "BRVEGEL M.D.LXV."
Il Ritorno è probabilmente l'ultimo dipinto del ciclo, come suggerisce lo stesso tema della conclusione del percorso.
Cacciatori
delle nevi ritrae una scienza invernale, ambientata tra
dicembre e gennaio. Due uomini a capo chino rientrano al villaggio,
attraversando il paesaggio innevato dopo una battuta di caccia infruttuosa. Una
piccola volpe rappresenta l’unica preda della giornata. Persino i cani hanno
l’aria dimessa e camminano con la coda tra le gambe. I fuochi sembrano indicare
che i paesani si apprestano ad affumicare carni e pesci. Sullo sfondo uomini e
donne trasportano la legna in spalla o sui carri. Il freddo ha interrotto i
normali passatempi del mondo campestre, ma adulti e bambini si dedicano ad
altre attività ricreative, come pattinare sui due laghetti ghiacciati.
La Lotta tra Carnevale e Quaresima è un dipinto a olio su tavola (118x164,5 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, datato 1559 e conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. È firmato in basso a sinistra "BRUEGEL 1559".
FESTE E CELEBRAZIONI. Se la vita dei
contadini era spossante, la cultura rurale era anche caratterizzata da un’intensa
tradizione di feste. Alcune erano di origine religiosa, come il Carnevale che, come ancora oggi, si
svolgeva ogni anno nei giorni precedenti la Quaresima, e che Bruegel ritrasse
nella sua famosa opera del 1559 Lotta tra carnevale e Quaresima. Altre celebrazioni
si basavano sul folclore locale, oppure erano una mescolanza di sacro e
profano, come i matrimoni, i balli e le fiere. Bruegel aveva un grande
interesse per questi momenti tradizionali. Nel Libro della pittura, pubblicato
nel 1604, Karel van Mander racconta che il pittore fiammingo si recava spesso
nei villaggi in compagnia di un suo amico, il mercante tedesco Hans Franckert,
per partecipare a nozze e feste. Scrive van Mander che i due uomini “si vestivano con abiti popolari e
distribuivano doni e regali come tutti gli altri invitati, fingendosi parenti o
della sposa. Al pittore piaceva molto osservare le usanze dei contadini,
studiarne le maniere a tavola, le danze, i giochi, i corteggiamenti e gli
scherzi, che poi riproduceva con grande sensibilità e umorismo”. In Danza dei contadini del 1568 Bruegel
immortalò una festività religiosa, anche se i protagonisti del quadro non
sembrano preoccuparsi troppo della chiesa locale, cui voltano le spalle, né
della stampa della Madonna appesa a un albero. In primo piano una coppia si
affretta con passo goffo verso il centro della strada per unirsi agli altri
danzatori. Al tavolo sulla sinistra sono seduti non solo il suonatore di
zampogna e il suo amico rubicondo con una caraffa di birra in mano, ma anche il
sordo, il cieco e lo scemo del villaggio, che hanno anch’essi diritto di
godersi la baldoria. Dietro di loro due giovani si baciano amorevolmente, un
evento che forse prelude a un futuro matrimonio.
Nel Banchetto nuziale del 1568 l’artista si
concentra su un’altra festività rurale fiamminga. Il pranzo di nozze si celebra
nel granaio del villaggio, con le balle di fieno accatastate a mò di parete in
cui sono fissati due covoni con uin rastrello. La sposa, con i capelli sciolti
e un vestito verde, ha alle sue spalle un telo scuro a cui è appesa una corona
di carta capovolta. Forse lo sposo è l’uomo seduto all’estremità del tavolo più
prossima allo spettatore: con una casacca marrone e un berretto rosso in testa
è intento a servire i convitati. Sulla destra, in elegante abito nero, il
signore feudale che ha autorizzato il matrimonio parlotta con frate. In
mancanza di un vero e proprio vassoio per le scodelle, i due contadini in primo
piano portano il cibo in tavola su un uscio di legno. Due suonatori di zampogna
si occupano della musica. Sulla sinistra, uno dei commensali versa la birra
(probabilmente prodotta dai contadini stessi) in una brocca; accanto a lui una
bambina lecca il suo piatto. Si può quasi sentire il trambusto dei
festeggiamenti che, se la famiglia degli sposi ha soldi a sufficienza,
continueranno per vari giorni.
Banchetto nuziale
AutorePieter Bruegel il VecchioData1568 circaTecnicaOlio su tavolaDimensioni114×164 cmUbicazioneKunsthistorisches Museum, Vienna
Il Banchetto nuziale è un dipinto a olio su tavola (114x164 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, databile al 1568 circa e conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.
GLI EFFETTI DELLA GUERRA. Attraverso le sue opere
l’artista stava ricordando ai suoi contemporanei che i veri sconfitti di ogni
evento bellico erano sempre i contadini: non solo dovevano finanziare il
conflitto pagando tributi maggiori del solito, ma erano anche le vittime
preferenziali degli attacchi nemici, che miravano a tagliare i rifornimenti
agli eserciti locali.
Nella Strage degli innocenti dipinta tra il
1564 e il 1567, l’artista trasfigurò l’episodio biblico del massacro dei
bambini di Betlemme, ordinato da re Erode, in una vicenda della sua epoca: in
un saccheggio di un villaggio fiammingo da parte di soldati spagnoli e
mercenari tedeschi. Nell’opera Breugel mostra con sguardo critico il
comportamento delle truppe di occupazione nel preludio della rivolta olandese contro
la dominazione spagnola. Ogni scena all’interno del quadro rappresenta una
piccola tragedia, dove il dolore dei contadini nasce dall’impossibilità di
difendere i propri figli dal brutale attacco (va comunque notato che i dettagli
più cruenti furono aggiunti dopo la morte dell’artista). Il futuro che attende
questa gente è cupo e desolante come il paesaggio innevato in cui si svolte la
scena.
Strage degli innocenti
AutorePieter Bruegel il VecchioData1564 circaTecnicaolio su tavolaDimensioni109,2×154,9 cmUbicazioneRoyal Collection, Castello di Windsor
Strage degli innocenti | |
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Autore | Pieter Bruegel il Vecchio(bottega?) |
Data | 1567 circa |
Tecnica | olio su tavola |
Dimensioni | 116×160 cm |
Ubicazione | Kunsthistorisches Museum, Vienna |
La Strage degli innocenti è un dipinto olio su tavola (109,2x154,9 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, databile al 1564 circa e conservato nella Royal Collection presso il Castello di Windsor. Ne esiste una seconda versione (116x160 cm), da alcuni considerata di derivazione, nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. Altre versioni sono note, tra cui una al Museo Brukenthal di Sibiu.
IL POTERE DEL POPOLO. Bruegel non ritrasse la
vita campestre in situ, ma compose queste scene nel suo studio, basandosi sui
numerosi bozzetti fatti nel corso dei suoi viaggi in Italia e tra i paesini
delle Fiandre. Sebbene non siano una rappresentazione fedele della realtà, i
suoi quadri illustrano il “teatro del mondo”, che l’artista conobbe di persona
e cercò di dipingere in modo oggettivo e scevro da sentimentalismi. Le
descrizioni di Bruegel dei rituali del mondo contadino, come il lavoro nei
campi, la caccia, le feste, i giochi, le danze, sono vivide e indimenticabili.
La sua opera offre la possibilità unica di osservare una cultura popolare oggi
scomparsa.
BRUEGEL E LA SAGGEZZA POPOLARE. Bruegel era un
grande ammiratore dei proverbi olandesi della sua epoca. Ai suoi occhi
rappresentavano delle verità basate sul senso comune e sull’esperienza,
pertanto dotate di un valore universale. Per questo motivo dipinse vari quadri
ispirati direttamente ai detti popolari.
Il
Misantropo illustra il proverbio “Poiché il mondo è così
infido, mi vesto a lutto”, e mostra un anziano con una cappa scura, derubato da
uno straccione.
Misantropo
AutorePieter Bruegel il VecchioData1568Tecnicatempera su telaDimensioni86×85 cmUbicazioneMuseo nazionale di Capodimonte, Napoli
Il Misantropo è un dipinto a tempera su tela (86x85 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, datato 1568 e conservato nel Museo nazionale di Capodimonte di Napoli. È firmato "BRVEGEL1568".
Il
paese della cuccagna è un’allegoria del vuoto spirituale
generato dalla gola e dall’accidia, due dei sette peccati capitali.
Paese della cuccagna
AutorePieter Bruegel il VecchioData1567TecnicaOlio su tavolaDimensioni52×78 cmUbicazioneAlte Pinakothek, Monaco di Baviera
Il Paese della cuccagna (Luilekkerland) è un dipinto a olio su tavola (52x78 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, datato 1567 e conservato nell'Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. È firmato "M.DLXVII BRVEGEL".
Il
ladro di nidi si richiama al detto popolare “Chi sa
dov’è il nido lo conosce, chi lo ruba lo possiede”, e forse allude a chi ride
dell’imprudenza degli altri senza accorgersi della propria (in questo caso la
figura in primo piano sta per cadere nel torrente).
Il Ladro di nidi è un dipinto a olio su tavola (59,3x68,3 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, datato 1568 e conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. È firmato "BRVEGEL M.D.LXVIII".
Infine La parabola dei ciechi rimanda a un
noto passaggio del Nuovo Testamento “sono ciechi e guide di ciechi. E quando un
cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in fosso”. Bruegel porta il
numero dei ciechi a sei, ognuno dei quali presenta una lesione differente, per
esempio al secondo sono stati rimossi i bulbi oculari. Il terzo soffre di
leucoma corneale e il quarto di atrofia del nervo ottico.
«Attraverso quest’opera Pieter Bruegel si propose di dimostrare quanto di equivoco vi sia nell'esistenza umana.»
(Arnold Hauser)
La Parabola dei ciechi (in olandese: De parabel der blinden) è un dipinto a tempera su tela (86x154 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, databile al 1568 circa e conservato nel Museo nazionale di Capodimonte di Napoli.
Articolo in gran parte di Monica Ann Walker Vadillo
storica dell’arte pubblicato su Storica National Geographic del mese di ottobre
2018. Altri testi e immagini da Wikipedia.
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