lunedì 21 gennaio 2019

Quando la Chiesa era governata da tre papi


Quando la Chiesa era governata da tre papi
Quello passato alla Storia come il grande scisma d’Occidente fu una scandalosa vicenda in cui il soglio di Pietro fu conteso tra le grandi potenze, strumento di lotta politica in cui si scontrarono ambizioni personali e bramosie di potere. Con grande vergogna per la fede di Cristo.

 La Cattività avignonese nella storia della Chiesa cattolica indica il trasferimento del papato da Roma ad Avignone dal 1309 al 1377.[1]
il palazzo dei papi ad Avignone.
Il 26 giugno del 1409, l’arcivescovo di Milano, il francescano Pietro Filargis conosciuto come Pietro di Candia per la sua nascita sull’isola di Creta, viene eletto papa da un concilio convocato a Pisa, e prende il nome di Alessandro V. E’ il terzo papa che regna sulla cristianità Occidentale. Insieme a lui ci sono Gregorio XII e Benedetto XI. Tre papi che rivendicano contemporaneamente la propria legittimità a governare la Chiesa, che sta vivendo una crisi drammatica. I fedeli ne sono scossi e turbati. Le lotte politiche, e in particolare il ruolo che la Francia gioca nel controllo del papato, le ambizioni delle grandi famiglie nobiliari, le bramosie personali, lacerano la cristianità. A poco valgono le voci che richiamo la Chiesa alla purezza evangelica e il ritorno alla propria missione originaria. Il Concilio di Pisa e l’elezione del terzo papa regnante sono il punto più alto del dramma, iniziato oltre un secolo prima. All’origine c’è il fallimento della politica universalistica e teocratica di Bonifacio VIII e l’emergere della potenze degli Stati nazionali. Non è più il tempo di un mondo che ruota attorno ai due Soli – secondo la definizione dantesca – l’imperatore e il papa, che governano spesso in conflitto tra loro, la dimensione temporale e quella spirituale. Ora ci sono i nuovi e ambiziosi re degli Stati nazione. La Francia è la potenza più forte e il suo re Filippo il Bello, è il più temerari. È lui che infligge a Bonifacio VIII (nel settembre del 1303) quello che è passato alla Storia come lo “schiaffo di Anagni”: un umiliante ceffone pubblico che costringe il pontefice alla sottomissione alla monarchia francese.


Pietro Filargo O.Min.
cardinale di Santa Romana Chiesa
Antipope Alexander V.jpg
C o a Alexander V (antipapa).svg
 Incarichi ricopertiVescovo di Piacenza
Vescovo di Brescia
Vescovo di Vicenza
Vescovo di Novara
Arcivescovo di Milano
Cardinale presbitero dei Santi XII Apostoli
Antipapa della Chiesa cattolica Nato1339 a Neapoli od a Candia LomellinaNominato vescovo5 ottobre 1386 da papa Urbano VIElevato arcivescovo17 maggio 1402 da papa Bonifacio IXCreato cardinale12 giugno 1405 da papa Innocenzo VIIDeceduto3 maggio 1410 a Bologna Manuale
Alessandro V, nato Pietro Filargo e detto anche Pietro di Candia (Neapoli1339 circa – Bologna3 maggio 1410), è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano, eletto papa il 26 giugno 1409 dal Concilio di Pisa, ma attualmente considerato un antipapa.
Se Alessandro V e Giovanni XXIII siano da considerare papi legittimi o antipapi rimane ancora materia di dibattito tra i canonisti. Fino al 1947 Alessandro V era compreso nella lista dei papi: infatti, il papa successivo che prese il nome di Alessandro venne numerato come VI, Alessandro VI (1492-1503), segno che Filargo era riconosciuto come papa legittimo. Invece l'ordinale dell'altro papa dell'obbedienza pisanaGiovanni XXIII, fu poi ripreso da Angelo Roncalli: segno di una mutata sensibilità, maturata soprattutto dopo la proclamazione del dogmadell'infallibilità papale.
Alessandro V, con Giovanni XXIII Cossa, per cinque secoli fu riconosciuto come papa a tutti gli effetti; infatti, nella basilica di San Paolo Fuori le Mura vi sono i ritratti di ambedue, tra Gregorio XII (1406-1415), il cui pontificato veniva fatto terminare con la deposizione del 1409, e Martino V (1417-1431).


Benedetto XI

Benedetto XI 

IL PAPATO NELLE AVIDE MANI DI FILIPPO IL BELLO. Alla morte di Bonifacio VIII, viene eletto al soglio di Pietro il domenicano trevigiano Niccolò di Boccassio, con il nome di Benedetto XI. Regna per soli otto mesi. La sua morte improvvisa, il 7 luglio del 1304, dà luogo a pesanti sospetti: ufficialmente viene attribuita a un’indigestione di fichi, ma si sospetta che sia stato avvelenato per volere di Guglielmo di Nogaret, il diabolico ministro di Filippo il Bello, perché meno docile del predecessore ai voleri della monarchia di Francia. Dopo sette secoli, il giallo sulla sua morte è ancora aperto. È un fatto comunque, che il suo successore sia un francese, Bertrand de Got, eletto il 5 giugno 1305 con il nome di Clemente V, dopo ben undici mesi di sede vacante la sua politica è completamente sottomessa a quella di Parigi: assolve Filippo il Bello per lo schiaffo di Anagni, concede alla monarchia capetingia la possibilità di imporre un’imposta sul clero; nomina nove cardinali francesi e, soprattutto, consente a Filippo di mettere le mani sugli ingenti tesori dei Templari, accusati di ogni nefandezza – idolatria, eresia, occultismo, sodomia – nasce dalle confessioni estorte sotto tortura ai membri dell’Ordine in un processo farsa. Una macchina del fango per screditare l’Ordine e accaparrarsi i suoi immensi tesori. In più, per completare questo pesante vassallaggio alla monarchia, francese Clemente V trasferisce la sede del papato Oltralpe, prima nel contado Venassino, poi ad Avignone. Il papa afferma che si tratta di un spostamento temporaneo, ma non è così. È il 1309 la corte pontificia prende dimora nella città affacciata sulle rive del Rodano. Ci rimarrà fino al 1367, dopo quasi 60 anni. Questa scelta lacera la cristianità sconcertata e umiliata dalla sempre più palese sottomissione del papa al re di Francia. In quel periodo, tutti i papi sono francesi, così come quasi tutto il collegio cardinalizio: 113 dei 134 prelati che ricevono la beretta sono nati Oltralpe.
Contro il papato avignonese e per un rapido ritorno a Roma si levano le voci più ascoltate della cristianità dell’epoca: dalla religiosa Brigida di Svezia alla terziaria domenicana Caterina da Siena. Nel 1367, finalmente Urbano V torna a Roma, ma è costretto a spostarsi di nuovo ad Avignone appena tre anni dopo, sotto la furente pressione del re di Francia e dei cardinali francesi. Nel 1377, finalmente, Gregorio XI riporta la corte pontificia nella città eterna. Ma quando sembra che l’autonomia del papato venga restaurata, così come l’unità della cristianità, comincia invece la più grave lacerazione mai vissuta dalla Chiesa (se si esclude lo scisma d’Oriente, avvenuto con la Chiesa ortodossa nel 1504.
Che cosa accade? Gregorio XI muore qualche mese dopo il suo ritorno a Roma. La lotta per la sua successione è senza quartiere. Dopo 75 anni, per la prima volta, il conclave si tenne nuovamente a Roma e i cardinali – sotto la pressione della folla che urla “Romano lo volemo o almanco italiano” – eleggono un prelato napoletano, Bartolomeo Prignano, che assume il nome di Urbano VI. È l’aprile del 1378. Il nuovo papa conferma la scelta di rimanere a Roma. Questa decisione e il rifiuto di concedere privilegi ai porporati che lo hanno eletto mettono il nuovo papa subito in contrasto con il collegio cardinalizio, che – riunitosi a Fondi, nei pressi di Latina – dichiara non valida la nomina di Prignano e sceglie un nuovo pontefice: Clemente VII, al secolo Roberto di Ginevra, cugino del re di Francia. È l’inizio del grande scisma.


Papa Urbano VIUrbanus VI tondo.jpeg202º papa della Chiesa cattolicaC o a Urbanus VI.svgElezione8 aprile 1378Incoronazione18 aprile 1378Fine pontificato15 ottobre 1389Cardinali creativedi Concistori di papa Urbano VIPredecessorepapa Gregorio XISuccessorepapa Bonifacio IX NomeBartolomeo PrignanoNascitaItri, 1318 circaNomina ad arcivescovo22 marzo 1364 da papa Urbano VConsacrazione ad arcivescovo21 marzo 1364MorteRoma, 15 ottobre 1389SepolturaGrotte VaticaneManuale
Urbano VI, nato Bartolomeo Prignano (Itri1318 circa – Roma15 ottobre 1389), è stato il 202º Papa della Chiesa cattolica dal 1378 alla morte, primo italiano dopo il periodo della cattività avignonese e durante il periodo dello scisma d'Occidente.


Giovanni XXIII.


Baldasarre Cossa (Coscia)
cardinale di Santa Romana Chiesa
Johannes XXIII Gegenpapst.jpg
Baldassarre Cossa, antipapa Giovanni XXIII
C o a Giovanni XXIII (Pisa).svg
 Titolo  Nato1370 circa ad Ischia o a ProcidaOrdinato presbitero24 maggio 1410Nominato vescovo23 giugno 1418 da papa Martino VConsacrato vescovo25 maggio 1410Creato cardinale27 febbraio 1402 da papa Bonifacio IXConfermato cardinale23 giugno 1419 da papa Martino V in seguito alla loro riconciliazione.Deceduto22 dicembre 1419 a Firenze Manuale
L'antipapa Giovanni XXIII, nato Baldassarre Cossa (Procida o Ischia1370 circa – Firenze22 dicembre 1419), è stato un cardinale e vescovo cattolico italiano. Eletto papa nel conclave di maggio 1410 tenutosi a Bologna a seguito del decesso di Alessandro V (eletto da meno di un anno a Pisa, nel giugno del 1409), Giovanni XXIII venne poi dichiarato antipapa, pur se per circa cinque secoli ufficialmente continuò a figurare come un papa legittimo. Durante il periodo del suo pontificato vissero altri due papi (di cui un antipapa) in sedi differenti: Papa Gregorio XII (deposto dal concilio non riconosciuto di Pisa del 1409) a Roma e l'antipapa Benedetto XIII ad Avignone.
Dopo un primo tentativo effettuato con la forza contro Gregorio XII e andato male, per accentrare il suo potere contro la divisione della Chiesa, su pressione dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, convocò il Concilio di Costanza per trovare una soluzione più diplomatica allo scisma d'Occidente[1]. Quando tuttavia si rese conto che i padri conciliari avevano intenzione di chiedere anche a lui di dimettersi (come agli altri due pretendenti al papato), si diede alla fuga; catturato, venne processato dal Concilio stesso e deposto.
500 anni prima dell’elezione di Angelo Giuseppe Roncalli, c’è un altro pontefice che assume il nome di Giovanni XXIII. Si tratta di Baldassare Cossa, nato a Procida (o forse a Ischia) attorno all’anno 1370. Viene eletto papa dal Concilio di Pisa, nel maggio del 1410, in seguito alla morte di Alessandro V.
È dunque un pontefice dell’obbedienza pisana, nel periodo in regnano contemporaneamente tre papi. Su pressione dell’imperatore Sigismondo di Lussemburgo, Giovanni XXIII convoca il Concilio di Costanza per mettere fine allo scisma d’Occidente. Quando però capisce che i padri conciliari gli chiederanno di dimettersi, insieme ala papa romano e a quello avignonese, abbandona Costanza. Il Concilio lo processa e lo depone il 29 maggio del 1415, dopodiché Baldassarre Cossa verrà imprigionato. Nel 1418 riconosce l’elezione del nuovo papa Martino V, il quale gli concede di rientrare nel sacro collegio. Muore a Firenze il 22 dicembre del 1419 e viene sepolto nel battistero della città.
Per cinque secoli, la legittimità dell’elezione di Giovanni XXIII, pur messa in discussione, non viene mai negata. Solo nel 1947 il suo nome è cancellato dall’annuario pontificio, e Baldassare Cossa considerato un antipapa. Cosicché, il 28 ottobre del 1958, al momento della sua elezione, Angelo Giuseppe Roncalli può scegliere liberamente il nome di Giovanni XXIII. E forse questa scelta ha un significato di rottura con il passato.



Alberico da Barbiano
Abericodabarbiano2.jpg
Conte di Cuneo
Stemma
In carica1385 –
1409PredecessoreAlidosio da BarbianoSuccessoreLodovico da BarbianoTrattamentoConteAltri titoliGonfaloniere della Chiesa
Gran Connestabile del Regno di NapoliNascitaBarbiano, 1349MorteCortona, 26 aprile/11 maggio 1409DinastiaDa BarbianoPadreAlidosio da BarbianoMadre?Coniugi?
Beatrice da PolentaFigliLodovico
Manfredo
Lippa
GiovannaReligioneCattolicesimo
Alberico da Barbiano
Albericodabarbiano.jpg
1349 – 1409
SoprannomeIl Grande
Nato aBarbiano
Morto aCortona
Cause della mortePielonefrite
Luogo di sepolturaCastello di Pieve del VescovoPerugia
Dati militari
Forza armataMercenari
GradoCondottiero
GuerreGuerra degli otto santi ed altre
BattaglieBattaglia di MarinoBattaglia di Casalecchio ed altre
Comandante diCompagnia di San Giorgio
voci di militari presenti su Wikipedia
Alberico da Barbiano, detto Il Grande (Barbiano1349 – Cortona26 aprile/11 maggio 1409), è stato un condottiero e capitano di ventura italiano.


DUE CHIESE CHE SI SCOMUNICANO A VICENDA. Da questo momento ci sono due papi – uno a Roma, l’altro a Avignone – che si scomunicano reciprocamente e cercano il sostegno dei diversi regni europei. Con il papa romano, invece, sono la monarchia d’Inghilterra e l’imperatore germanico. I due papi nominano ciascuno i propri cardinali, che, a loro volta, eleggono, il proprio pontefice. Per  40 anni si va avanti così: un papa e un altro collegio cardinalizio ad Avignone. Ognuno dei due può contare sul sostegno di alcuni ordini religiosi, università e grandi personalità in odore di santità. È una spaccatura che attraversa l’intera Chiesa. In alcune diocesi, ad esempio, ci sono contemporaneamente vescovi appartenenti all’una o all’altra obbedienza. Uno scandalo inimmaginabile per la cristianità.
Per mettere fine a questa intollerabile vergogna, i cardinali di entrambi i campi convocano, nel 1409, il Concilio di Pisa, che però – come abbiamo raccontato – non solo non mette fine alla divisione, ma la complica ulteriormente. Infatti, viene eletto un nuovo pontefice, Alessandro V, ma gli altri due – il romano Gregorio XII e l’avignonese Benedetto XIII – rifiutano di farsi da parte. Quindi, a questo punto, i papi sono tre, uno a Roma, uno ad Avignone e uno a Pisa. Tre pontefici che si accusano l’un l’altro di essere scismatici ed eretici. Ognuno di loro può contare sulla propria corte e sulla sua rete di alleanze internazionali. È una situazione drammatica e surreale che si trascina per altri 5 anni.
Nel 1414 viene convocato un altro concilio, a Costanza, che fortunatamente riesce a sbrogliare la complicata matassa. Questa è la soluzione che – dopo tre anni di trattative – viene trovata: il papa pisano Giovanni XXIII (succeduto ad Alessandro V) e quello avignonese Benedetto XII vengono deposti; mentre il romano Gregorio XII rinuncia spontaneamente alla tiara. A questo punto, l’11 novembre del 1417, viene eletto un nuovo papa. È l’italiano Oddone Colonna, che, in onore del santo che si commemora nel giorno della sua elezione, assume il none di Martino V.

LA GRANDE RIFORMA DELLA CHIESA CHE NON CI FU. Finisce così la più grave lacerazione della cristianità occidentale, passata alla Storia come il grande scisma d’Occidente. Una vicenda in cui l’elezione del pontefice diviene strumento della lotta politica tra le grandi potenze, espediente per concretizzare le ambizioni personali e le varie bramosie di potere e denaro. Per evitare che tutto questo possa ripetersi, il Concilio di Costanza approva una riforma in cui l’autorità del papa viene subordinata a quella del Concilio, che funzionerebbe, in caso di necessità, come organo di controllo. È una riforma di portata formidabile. Se fosse stata attuata avrebbe dato il via ad una nuova Storia della Chiesa, meno incentrata sulla figura e sul potere del papa. Ma la riforma rimane lettera morta.
Il nuovo papa Martino V – eletto a maggio del 1418 – riafferma la superiorità del pontefice sul Concilio. Il papa conserva autorità e potere indiscussi e indiscutibili. La sua elezione continuerà a essere per secoli al centro di intrighi e bramosie, che con la  fede non hanno nulla a che fare. Lo si vedrà nei decenni successivi, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, quando il papato si trasformerà in un vero e proprio principato rinascimentale e il soglio di Pietro sarà conteso dalle grandi famiglie dell’epoca. Basta scorrere l’elenco dei pontefici per accorgersene: Pio II e Pio III Piccolomini, Sisto IV e Giulio II della Rovere; Innocenzo VIII Cybo, Alessandro VI Borgia, Leone X e Clemente VII dè Medici.
Superato il grande scisma d’Occidente, vanificata la riforma del Concilio di Costanza, il papato rafforzerà la propria autorità politica: accentramento del potere, crescita dell’apparato burocratico e fiscale, esaltazione della figura del principe, fasto della corte, mecenatismo artistico e nepotismo saranno le caratteristiche della nuova epoca rinascimentale.


Concilio di CostanzaConcilio ecumenico delle Chiese cristianeData1414-1418Accettato dacattolici (XVI)Concilio precedenteConcilio di Vienne, il Concilio di Pisa non è stato riconosciutoConcilio successivoConcilio di Basilea, Ferrara e Firenze, il Concilio di Siena non è stato riconosciutoConvocato daantipapa Giovanni XXIII, confermato da papa Gregorio XIIPresieduto daRe dei RomaniSigismondoPartecipanti600Argomentiscisma d'occidenteDocumenti e pronunciamentifine dello Scisma d'Occidente, condanna di Jan Hus, elezione di papa Martino V

Conclave del Concilio di Costanza
Sede vacante.svg
Pisanello, copia da Ritratto di Martino V (Galleria Colonna).jpg
Papa Martino V
DurataDal 6 aprile 1414 all'11 novembre 1418[1]
LuogoCattedrale di CostanzaCostanza
Partecipanti600
Scrutini?
DecanoAntonio Correr
CamerlengoPietro di Foix
Segretario del conclaveJean Allarmet de Brogny[2]
VetoRe dei RomaniSigismondo[3]
ElettoMartino V (Oddo Colonna)
 




Articolo in gran parte di Antonello Carvigiani, giornalista ed esperto di Storia, pubblicato su BBC History del mese di settembre 2018. Altri testi e immagini da wikipedia.

Nessun commento:

Posta un commento

I vichinghi, gli eroi delle sagre.

  I   vichinghi gli eroi delle saghe. I popoli nordici vantano un tripudio di saghe che narrano le avventure di eroi reali o di fantasia. ...