Casa Savoia.
La gavetta dei re.
Sul trono d’Italia sono arrivati nel 1861. Ma la storia di di
Casa Savoia è iniziata molto prima: attorno all’anno mille.
Carta del ducato di Savoia durante la guerra di successione spagnola
Hanno
unito il Paese sotto la propria egida e lo hanno guidato per 85 anni, sedendo
sul trono d’Italia dal 1861 al 1946. Prima, però, hanno dovuto fare una
lunghissima gavetta, iniziata in Francia in epoca medievale e completata in
Piemonte tra Cinque e Settecento. Stiamo parlando dei Savoia, esponenti di una
dinastia tra le più antiche d’Europa che, prima di guadagnarsi l’ingresso
nell’élite continentale, legò il proprio nome a quello di un battagliero
ducato.
TERRA DI FRONTIERA. La storia di Casa
Savoia, iniziò con Umberto I Biancamano, capostipite di cui si sa pochissimo,
se non che nacque attorno al 980 e che all’inizio dell’XI secolo si fregiò del
titolo di conte, amministrando territori già appartenenti al Regno di Borgogna.
Il termine di Savoia, figlio dell’antico toponimo Sapaudia (paese degli abeti,
da cui pure sabaudo), iniziò a riferirsi proprio alla sua contea, che si estese
con i suoi eredi dagli attuali dipartimenti francesi della Savoia, dell’Alta
Savoia e delle Alpi Marittime, con avamposti in Valle d’Aosta e Piemonte. “Si trattava di una terra di frontiera che
offriva molti vantaggi, sia economici, poiché si potevano imporre pedaggi sul
transito di mercanti e altre genti lungo i valichi alpini, sia politici, legati
al fatto che anche i sovrani del Sacro Romano Impero, per scendere in Italia
con i loro eserciti, dovevano passare in territorio sabaudo, cosicché tra i
Savoia e gli imperatori si avviò un confronto diplomatico precluso ad altre
casate”, spiega lo storico Alessandro Barbero, autore del saggio Il ducato
di Savoia, editore Laterza.
DA CONTI A DUCHI. Prima residenza dei
Conti di Savoia fu la cittadina di Aiguebelle, a cui subentrerà come principale
centro amministrativo la vicina Chambery, in auge fino al XV secolo. A suo
padre, Amedeo VI, è invece attribuita l’origine del celebre “blu Savoia”,
colore scelto per il vessillo di una nave diretta in Terra Santa, qualche
richiamo al velo della Vergine Maria, e divenuto in seguito la tonalità
distintiva della casata (e delle nostre nazionali sportive). Il tutto,
nonostante il personaggio in questione fosse chiamato “conte verde”, poiché
amava indossare capi di questo colore. Nel 1364, sempre Amedeo VI aveva
introdotto quello che diverrà il motto della dinastia: Fert, il cui significato
è tuttavia rimasto ignoto. È invece certo che, giunto il XV secolo, i Savoia
festeggiarono l’elevazione della loro contea a ducato. A ottenere tale
promozione, per mano del potente Sigismondo di Lussemburgo, fu nel 1417 Amedeo
VIII.
Amedeo VI di Savoia detto il Conte Verde (Chambéry, 4 gennaio 1334 – Santo Stefano di Campobasso, 1º marzo 1383) fu Conte di Savoia e Conte d'Aosta e Moriana dal 1343 al 1383.
Amedeo VI di Savoia detto il Conte Verde (Chambéry, 4 gennaio 1334 – Santo Stefano di Campobasso, 1º marzo 1383) fu Conte di Savoia e Conte d'Aosta e Moriana dal 1343 al 1383.
SVOLTA PIEMONTESE. Gli interessi di Casa
Savoia iniziarono presto a spostarsi dai territori d’Oltralpe al Piemonte,
anche a causa delle tensioni con la Francia e con altre potenze straniere. Dopo
decenni di ingerenze, nel 1536 il re di Francia Francesco I, figlio della
nobildonna sabauda Luisa di Savoia, occupò il ducato con il proprio esercito.
La matassa fu sbrogliata dal condottiero Emanuele Filiberto, detto Testa di
ferro. Nominato duca nel 1553, quattro anni dopo piegò i francesi nella
battaglia di San Quintino (Fiandre), dove le forze sabaude appoggiavano quelle
spagnole, opposte alla Francia stessa. Un successo che gli valse nel 1559 la
restituzione dei territori occupati. Il duca accelerò quindi il processo di
piemontizzazione del ducato, il cui centro di riferimento era ormai Torino,
dove nel 1564 fu avviata la costruzione di una grande fortificazione, detta
cittadella.
“Sul
piano politico, Emanuele Filiberto accentrò ogni potere nelle sue mani, dando
vita a uno dei primi Stati veramente assoluti. Tra le altre cose, smise di
convocare le assemblee degli stati, dove si riunivano i rappresentanti della
nobiltà e del clero, entità che limitavano il potere del duca”,
racconta Barbero. Al suo fianco rimase tuttavia attivo un senato, a cui
spettava il compito di amministrare la giustizia. In questo modo fu inoltre
avviata la creazione di un primo esercito di soldati piemontesi, al posto dei
mercenari usati fino a quel momento.
Emanuele Filiberto | |
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Duca di Savoia | |
In carica | 1553 - 30 agosto 1580 |
Predecessore | Carlo II |
Successore | Carlo Emanuele I |
Governatore dei Paesi Bassi asburgici | |
In carica | 1555 - 1559 |
Predecessore | Maria d'Ungheria |
Successore | Margherita d'Austria |
Nome completo | Emanuele Filiberto |
Altri titoli | Principe di Piemonte Conte d'Aosta Conte di Moriana Conte di Nizza Re di Cipro Re di Gerusalemme Custode della Sacra Sindone |
Nascita | Chambéry, 8 luglio 1528 |
Morte | Torino, 30 agosto 1580 |
Sepoltura | Cappella della Sacra Sindone, Torino |
Casa reale | Savoia |
Padre | Carlo II |
Madre | Beatrice d'Aviz |
Consorte | Margherita di Valois |
Figli | Carlo Emanuele |
Religione | Cattolica |
Emanuele Filiberto di Savoia, detto Testa 'd Fer[1] ("Testa di ferro") in piemontese (Chambéry, 8 luglio 1528 – Torino, 30 agosto1580), è stato conte di Asti (dal 1538), duca di Savoia, principe di Piemonte e conte d'Aosta, Moriana e Nizza dal 1553 al 1580, nonché re titolare di Cipro e Gerusalemme. Era il figlio secondogenito maschio di Carlo II di Savoia (1486 – 1553) e di Beatrice del Portogallo(1504 – 1538).
DOLCE E AMARO. In ambito economico gli introiti
dello Stato continuarono a basarsi sui pedaggi e sulle tasse pagate dai
contadini, mentre i commerci rimasero frenati dalla minaccia delle potenze
straniere. “Nel corso degli anni il ducato
divenne in ogni caso un interlocutore sempre più favorevole agli occhi di
Francia, Spagna e Sacro romano impero, i cui sovrani davano volentieri in
moglie le loro figlie ai duchi sabaudi. La diplomazia europea iniziò inoltre a
contemplare l’idea che ai Savoia si dovesse concedere anche un titolo regio”,
continua lo storico. Prima che ciò avvenisse il solito Emanuele Filiberto
addolcì la vita dei piemontesi importando grandi dosi di cioccolata, conosciuta
tramite gli spagnoli che l’avevano portata dall’America, e destinata a divenire
un prodotto tipico della regione. Come i biscotti savoiardi, perfezionati due
secoli prima dai cuochi del Conte Verde. Piaceri della tavola a parte, dopo la
scomparsa di Emanuele Filiberto nel 1580, il ducato visse vari alti e bassi,
pagando un duro prezzo per la peste del 1630 e tornando a subire l’influenza
francese.
Eugenio di Savoia al servizio degli Asburgo.
Eugenio di Savoia-Soissons, noto come Principe Eugenio (Parigi, 18 ottobre 1663 – Vienna, 21 aprile 1736), è stato un generalefrancese al servizio dell'Esercito del Sacro Romano Impero.
Sebbene fosse un rampollo della famiglia dei Savoia-Soissons, militò giovanissimo al servizio degli Asburgo ed intraprese la carriera militare divenendo ben presto comandante dell'esercito imperiale. È da molti considerato l'ultimo dei capitani di ventura; fu anche un abile riformatore dell'esercito austriaco, vero precursore della guerra moderna. Conosciuto anche come il "Gran Capitano", combatté la sua ultima battaglia a 72 anni. Fu uno dei migliori strateghi del suo tempo e con le sue vittorie e la sua opera di politico assicurò agli Asburgo e all'Austria la possibilità di imporsi in Italia e nell'Europa centrale e orientale. Per le sue imprese, soprattutto per la Battaglia di Belgrado, gli venne dedicata la Prinz Eugen Marsch.
Tra i numerosi condottieri sabaudi, il più famoso fu
senza dubbio Eugenio di Savoia, del ramo dei Savoia-Soissons (dal nome di un
comune dell’Alta Francia). Classe 1663, era figlio del principe Eugenio Maurizio
e di Olimpia Mancini, nipote del cardinale Giuseppe Mazzarino (ministro di
Luigi XVI). La sua folgorante carriera iniziò in Austria, al servizio degli
Asburgo dopo che Luigi XVI rifiutò la sua candidatura, e lo vide guadagnarsi
in poco tempo il comando dell’esercito imperiale.
IMBATTIBILE. Tra i suoi maggiori successi, si
ricordano quelli della battaglia di Vienna, dove contribuì a sconfiggere gli
ottomani che minacciavano la città, nell’assedio di Torino del 1706 (difese
la capitale sabauda dai francesi) e in quello di Belgrado del 1717 dove le forze
imperiali da lui comandate espugnarono la piazzaforte serba, già controllata
dagli ottomani. Morì nel 1736 ma il suo ricordo rimase ben vivo in Casa
Savoia e in Austria.
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Carlo Emanuele II | |
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Immagine del Duca di Savoia con le vesti dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata | |
Duca di Savoia | |
In carica | 1638 - 1675 |
Predecessore | Francesco Giacinto |
Successore | Vittorio Amedeo II |
Nome completo | Carlo Emanuele II |
Altri titoli | Principe di Piemonte Marchese di Saluzzo Conte d'Aosta Conte di Moriana Conte di Nizza Re di Cipro Re di Gerusalemme Custode della Sacra Sindone |
Nascita | Torino, 20 giugno 1634 |
Morte | Torino, 12 giugno 1675 |
Luogo di sepoltura | Cappella della Sacra Sindone |
Casa reale | Savoia |
Padre | Vittorio Amedeo I |
Madre | Maria Cristina di Borbone-Francia |
Consorte | Francesca Maddalena d'Orléans Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours |
Figli | Vittorio Amedeo Francesco Cristina Ippolita Luisa Adelaide Giuseppe Francesco Agostino Carlo |
Religione | Cattolicesimo |
Firma |
Carlo Emanuele II di Savoia (Torino, 20 giugno 1634 – Torino, 12 giugno 1675) fu duca di Savoia, principe di Piemonte, marchese di Saluzzo, conte d'Aosta, Conte di Moriana e Conte di Nizza dal 1638 al 1675. Si fregiò anche dei titoli di re di Cipro e re di Gerusalemme.
VERSO IL REGNO. Una certa ripresa si ebbe dalla
metà del XVII secolo con il duca Carlo Emanuele II, che organizzò un servizio
di scuola pubblica, finanziato dai comuni, e ultimò la riforma delle forze
armate creando nuovi reggimenti. “Nel
corso del Seicento, i Savoia furono di fatto l’unica dinastia italiana a
mantenere in vita un esercito efficiente, per quanto piccolo, continuando
inoltre a mostrare notevole abilità diplomatica nel tessere alleanze”, prosegue
Barbero. Al consolidamento politico-militare si accompagnò una fioritura
artistiche e architettonica che ridisegnò con gusto barocco, il volto di Torino
e non solo. Nel cuore della città fu ultimata P.zza San Carlo, all'epoca P.zza Reale e un po' ovunque sorsero prestigiose residenze oggi Patrimonio Unesco, come la Reggia
Venaria Reale o la palazzina di caccia Stupingi. Simbolo di tale fervore è la
basilica di Superga, ideata dall’architetto Filippo Juvara e inaugurata nel
1731, eretta sull’omonimo colle torinese per volere del duca Vittorio Amedeo II
come ringraziamento alla Vergine dopo che nel 1706 Torino, difesa dal
comandante Eugenio di Savoia, era scampata all’assedio delle forze francesi.
Luigi XIV, il re Sole, non aveva digerito che il duca sabaudo si fosse
schierato contro la Francia nella Guerra di secessione spagnola, sostenendo le
forze imperiali degli Asburgo. Eppure fu proprio questa scelta a permettere a
Vittorio Amedeo di coronare l’antico sogno di casa Savoia: ottenere il titolo
regio. Nei trattati di pace siglati nel 1713 a Utrecht, si vide infatti
assegnato il regno di Sicilia, in
precedenza in mani spagnole.
la Reggia Venaria.
la Reggia Venaria.
CAMBIO DI CORSA. Il nuovo assetto
politico fu sconvolto dalla Spagna, che tornò a fare la voce grossa attaccando
il Regno di Sardegna, all’epoca in mano agli Asburgo d’Austria. L’imperatore
austriaco Carlo VI, timoroso che gli iberici stessero preparando una spedizione
nella più strategica Sicilia, concordò con Vittorio Amedeo uno scambio: ai
Savoia sarebbe andato il Regno di Sardegna, meglio controllabile e più vicino,
e la Sicilia sarebbe stata gestita dagli stessi austriaci. Detto fatto, nel
1720 Vittorio Amedeo fu nominato re di Sardegna, avviando così la formazione di
quel grande Stato sabaudo che, erede in tutto e per tutto del Ducato di Savoia,
nel secolo seguente avrebbe guidato il processo di unità nazionale, creando il
Regno d’Italia.
Intanto nel mondo.
Ducato di Savoia Resto del
mondo
Cultura
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1416
Amedeo
VIII ottenne dal Rex Romanorum Sigismondo di Lussemburgo la nomina a duca.
Nasce così il Ducato di Savoia, che prende il posto della precedente contea.
1439
Amedeo
VIII è nominato antipapa con il nome di Felice V, mantenendo poi il ruolo per
dieci anni.
1504
Muore
Filiberto II di Savoia e gli succede il fratellastro Carlo III il Buono: la
sua politica filo spagnola gli inimicò i francesi.
1536
Le
armate francesi inviate da Francesco I invadono il ducato avviando un regime
di occupazione che durerà oltre vent’anni.
1553
Il
ducato passa nelle mani di Emanuele Filiberto di Savoia, detti Testa di
ferro, che accentrerà su di sé ogni potere.
1559
Emanuele
Filiberto ottiene la restituzione dei territori occupati dai francesi.
1571
La
flotta del Ducato di Savoia si mette in mostra nella battaglia di Lepanto schierata
tra le forze della Lega Santa contro quelle dell’impero ottomano.
1713
Come
previsto dai trattati di Utrecht, Vittorio Amedeo II è incoronato re di
Sicilia.
1720
Vittorio
Amedeo II, in cambio della sovranità sulla Sicilia, ottiene dagli austriaci
il Regno di Sardegna.
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1423
Nella
Repubblica di Venezia diventa doge Francesco Foscari, protagonista del dogado
più lungo della storia.
1453
Gli
Ottomani conquistano Costantinopoli ponendo fine all’Impero romano d’Oriente
e in Europa termina la Guerra dei cent’anni.
1492
In
Spagna termina la Reconquista. A Careggi (Fi) muore Lorenzo il Magnifico e
Cristoforo Colombo sbarca in America nell’odierna isola di San Salvador.
1519
Herman
Cortés e i conquistatori sbarcano sulle coste messicane: la conquista delle
Americhe entra nel vivo.
1520
Inizia
il regno di Solimano il Magnifico sultano con cui l’impero ottomano raggiunge
il massimo del suo splendore.
1534
Enrico
VIII, con l’atto di supremazia, si proclama capo della nuova Chiesa inglese,
la Chiesa anglicana.
1558
Sale
sul trono inglese Elisabetta I, sotto la quale fiorirà l’età d’oro della
storia britannica.
1572
In
Francia Enrico di Borbone e Margherita di Valois si sposano. Strage degli
Ugonotti nella notte di San Bartolomeo.
1618
È
l’anno della defenestrazione di Praga, casus belli della successiva Guerra
dei Trent’anni.
1642-1651
Si
combatte la guerra civile inglese durante la quale (1649) viene giustiziato
Carlo I
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1435
Leon
Battista Alberti scrive il De pictura, trattato in cui è contenuta la prima
teorizzazione scientifica della prospettiva.
1455
Il
tipografo tedesco Johann Gutenberg completa la stampa della Bibbia, primo
libro prodotto in Europa con la tecnica dei caratteri mobili.
1513
Niccolò
Macchiavelli scrive Il principe, manuale di dottrina politica.
1517
Il
teologo Martin Lutero affligge alle porte della Cattedrale di Wittenberg le
sue 95 tesi da cui prende avvio la
riforma protestante.
1543
L’astronomo
polacco Nicolò Copernico pubblica il De revolutionibus orbium coelestium rivoluzionario trattato
nel quale illustra la teoria eliocentrica.
1559
Il
pontefice Paolo IV fa pubblicare l’indice dei libri proibiti.
1563
Termina
il Concilio di Trento e inizia la cosiddetta controriforma, in opposizione
alla riforma protestante.
1598
Attraverso
l’editto di Nantes, Enrico IV di Francia amplia la libertà di culto, ponendo
fine alle guerre di religione che avevano squassato il paese.
1714
Il
fisico tedesco Gabriel Fahrenheit propone una nuova scala di misura della
temperatura che prende il suo nome e che sarà adottata in numerosi Paesi.
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Articolo in gran parte
di Matteo Liberti pubblicato su Focus Storia n. 142. Altri testi e foto da Wikipedia.
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