Il krak dei cavalieri.
Costruito dai cavalieri
crociati nell’odierna Siria meridionale, questo imponente castello del XII
secolo è considerato l’opera difensiva più poderosa dell’ingegneria cristiana
medievale.
Chiunque
varchi la soglia del Krak dei Cavalieri, la grande fortezza crociata situata
sulle montagne che separano la Siria dal Libano settentrionale, non potrà fare
a meno di notare le iscrizioni in arabo che commemorano una data particolare:
l’8 aprile 1271. Fino ad allora nessuno era stato in grado di conquistare il
Krak con la forza, e nessuno ci sarebbe mai riuscito in seguito. Quel giorno,
però, gli ultimi cavalieri Ospitalieri lasciarono il castello con le armi in
pugno, chi a piedi e chi a cavallo, sotto lo sguardo silenzioso dell’esercito
del sultano d’Egitto Baybars. Lo stavano abbandonando volontariamente ingannati
con un espediente ingegnoso. Il sultano d’Egitto sapeva che per consolidare il
suo potere e il suo prestigio doveva mettere fine al dominio crociato in
Oriente. Questo richiedeva necessariamente di conquistare la celebre fortezza
nemica ed esibirla come un trofeo ai suoi alleati musulmani. Così il 3 marzo
1271 il sultano iniziò l’assedio.
Tuttavia le operazioni
militari non diedero i risultati sperati. Sebbene i difensori non potessero
ricevere rinforzi, dopo varie settimane di combattimenti feroci gli eserciti
messi insieme da Baybars erano riusciti a superare solo la prima cinta muraria.
Il ridotto numero di cavalieri asserragliati all’interno della fortezza, al
quale si era unito un gruppo di contadini e abitanti delle vicine montagne,
aveva risorse a sufficienza per resistere a lungo. Allora il sultano mamelucco
decise di ricorrere a uno stratagemma: inviò ai difensori un piccione
viaggiatore con una falsa lettera, in cui apparentemente il maestro dell’ordine
ospitaliere di Tripoli esortava i cavalieri ad abbandonare il castello, con la
garanzia che gli sarebbero stati risparmiati la vita e l’onore.
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Patrimonio dell'umanità | |
Krak dei Cavalieri e Qalʿat Salah al-Din (EN) Krak des Chevaliers and Qalʿat Salah El-Din | |
Tipo | storico |
Criterio | C(ii) (iv) |
Pericolo | dal 2013 |
Riconosciuto dal | 2006 |
Scheda UNESCO | (EN) Scheda (FR) Scheda |
Krak dei Cavalieri Krak des Chevaliers o حصن الفرسان | |
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Coordinate | 34°45′25″N 36°17′40″E |
Informazioni generali | |
Inizio costruzione | XI secolo |
Condizione attuale | In gran parte in buono stato ma danneggiato dalla Guerra civile siriana |
Informazioni militari | |
Azioni di guerra | Crociate Guerra civile siriana |
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Il Krak dei Cavalieri (Ḥisn al-Akrād in lingua araba, cioè Fortezza dei Curdi, oggi Qalʿat al-Ḥiṣn, Cittadella della fortezza) è una fortezza militare siriana, situata nei pressi di Homs; può essere considerato il castello medievale per eccellenza d'età crociata.
Fu la più importante e più nota costruzione militare fortificata dell'Ordine militare dei Cavalieri dell'Ospedale di S. Giovanni di Gerusalemme, più noto come Ordine Ospedaliero prima di diventare Ordine dei Cavalieri di Rodi e infine Ordine dei Cavalieri di Malta - oggi S.M.O.M. (Sovrano Militare Ordine di Malta).
Il Krak (che deriva dalla parola aramaica karkha, che significa città, conservatasi nel centro urbano transgiordanico di al-Karak, la biblica Moab) si trova a metà strada circa tra Aleppo e Damasco, a 60 km quasi a SO di Hama.
La sua posizione era al tempo strategica, in quanto controllava il "Passo di Homs", lo sbocco settentrionale cioè dell'ampia e fertile pianura della Buqay'a (oggi Beqāʿ), fra il Monte Libano e l'Antilibano, che si esauriva proprio di fronte a quest'unico varco possibile che conduceva verso la costa mediterranea e che permetteva di raggiungere la città di Tortosa (oggi Tartus), costituendo in tal modo la difesa più avanzata della Contea di Tripoli.
Il bastione dei crociati.
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1110
L’originario
castello dei curdi (Hisn al-Akrad) costruito nel 1031 dall’emiro di Aleppo,
passa in mano ai crociati grazie ad un’azione audace del principe normanno
Tancredi D’Altavilla.
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1142
Il
conte di Tripoli Raimondo II dona ai cavalieri Ospitalieri la fortezza
insieme ad altri possedimenti e territori sotto il suo controllo nel Levante
mediterraneo.
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1188
Dopo
aver fallito un primo attacco cinque anni prima, il sultano Saladino non
riesce ancora a espugnare il Krak. Il castello resisterà in seguito ad altri dodici assedi.
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1271
Il
sultano Bybras I isola il castello e, dopo averlo vanamente assediato per un
mese, lo espugna grazie a uno stratagemma- si conclude così un secolo e mezzo
di dominio crociato sulla fortezza.
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L’AVAMPOSTO DEI CROCIATI. Quello degli
Ospitalieri era uno dei tanti ordini fioriti in Terra Santa all’epoca delle
crociate. Riconosciuto dal papa come ordine nel 1113, vantava numerosi
possedimenti a Gerusalemme e nelle zone
circostanti. Tuttavia la schiacciante vittoria del sultano Saladino sugli
eserciti crociati a Hattin nel 1187 obbligò l’ordine ad abbandonare
precipitosamente molte delle sue località in Palestina. Per recuperare un po’
del prestigio perduto gli Ospitalieri si dedicarono al rafforzamento e alla
protezione delle roccaforti nella contea di Tripoli (oggi tra il Libano
settentrionale e la Siria occidentale), un territorio che il conte Raimondo II
di Tripoli gli aveva concesso nel 1142 perché lo difendessero dalle incursioni
musulmane provenienti da Homs.
Il bastione
strategicamente più importante di questo principato ospietaliere, che
comprendeva villaggi e fortificazioni della fertile pianura siriana e della
valle della Beqa’, era un castello conosciuto come Hisn al-Akrad, ovvero la
fortezza dei curdi. Questo era stato costruito nel 1031 dall’emiro di Aleppo
per ospitare una guarnigione curda. Dalla sua elevata posizione dominava le
verdi montagne circostanti e i campi della valle dell’Oronte, cos che le
permetteva di controllare le importanti e antiche rotte che collegavano
Antiochia a Beirut e Aleppo a Damasco. Conquistata e poi abbandonata nel 1099,
durante la prima crociata, la fortificazione tornò in mani cristiane nel 1110,
grazie a un’operazione di Tancredi d’Altavilla e altri ottanta cavalieri normanni.
Nel 1142 il conte di Tripoli Raimondo II la donò agli ospitalieri, che decisero
di farne la loro base principale, consapevoli della sua capacità difensiva.
Come sarebbe emerso in
seguito, fu una felice decisione. Più volte ricostruito e ampliato, nel corso
dei 130 anni il Krak resistette a una dozzina di assedi e svolse un ruolo
chiave contro le ripetute incursioni mussulmane nei territori cristiani della
contea di Tripoli. Divenne anche la base principale in cui si riunivano e si
riforniva le truppe crociate prima delle offensive contro le città di Homs e
Hama.
Il Krak dei Cavalieri ed il territorio circostante.
I misteriosi graffiti dei cavalieri crociati.
Pilone all'interno della Torre del Mulino su cui si legge un'iscrizione di Baibars
Una delle curiosità
meno note del Krak è che sulle sua mura interne si sono conservati numerosi
graffiti opera dei crociati. I disegni non sono stati ancora catalogati e
studiati e in molti casi il loro scopo non è chiaro. Ci sono per esempio
figure di cavalieri in sella ai loro destrieri, su un barbacane è riportato
il nome di Nicolas de Lorgne, gran maestro subito prima della conquista
musulmana. All’ingresso della grande sala del castello c’è un’iscrizione del
moralista
Vincenzo di Beauvais che rende bene lo spirito di un cavaliere ospitaliere del XIII secolo: “Ti siano concesse ricchezza, sapienza e bellezza. Ma la superbia rovina tutto, se le accompagna”. |
Vasca di raccolta delle acque tra le due cinte murarie
UN BASTIONE INESPUGNABILE. La fortezza si rivelò inespugnabile anche per lo stesso Saladino, che nel 1183 fallì un primo tentativo di conquistarla e poi si arrestò di nuovo sotto le sue mura nel 1188. La leggenda vuole che nel corso di questo secondo assedio Saladino riuscì a catturare il gran Maestro dell’ordine dell’Ospedale e gli intimò di obbligare i suoi cavalieri di aprire le porte della fortezza in virtù del voto di obbedienza. Il gran Maestro diede l’ordine richiesto in arabo, ma poi in francese gli ospitalieri a resistere fino alla morte.
All’epoca delle crociate
il Krak dei Cavalieri non si chiamava ancora così. Nei primi testi conservati
il nome della fortezza è Cratum o CArt, che deriva dalla designazione araba
originaria, Hisn al-Akrad. In seguito fu denominata Krak di Moab. In Siria oggi
è conosciuta anche con il nome di Qalaat al-Akrad. In seguito fu denominato
Krak de l’Ospital, per analogia del grande castello crociato del Mar Morto, il
Krak di Moab.
Nel suo periodo di
massimo splendore e in tempo di pace, il Krak albergava una guarnigione
permanente di una sessantina di cavalieri ospitalieri professi, oltre a un
numero indeterminato di turco poli (guerrieri locali al servizio dei crociati).
Nelle zone circostanti sorgevano tre villaggi la cui funzione principale era
quella di rifornire gli ospitalieri. I cronisti e i viaggiatori dell’epoca
dichiarano che il castello poteva accogliere e nutrire un esercito di oltre
duemila uomini per cinque anni, ed era in grado di ospitare nelle sue scuderie
mille cavalli da guerra, oltre al bestiame e ad altri animali da soma. Tutte
affermazioni molto verosimili alla luce delle caratteristiche dell’edificio.
Ancora oggi al suo interno si possono ammirare i numerosi depositi di viveri,
il maggiore dei quali è lungo 120 metri, e varie cisterne d’acqua, insieme a
tutto il necessario per l’approvvigionamento di una vera e propria cittadina
guerriera: laboratori di scalpellini, fabbri e ceramisti, falegnamerie e forni.
MURA E BASTIONI. Diversi autori
concordano sul fatto che il Krak è probabilmente il più imponente castello mai
creato dall’architettura cristiana medievale. Ancor oggi quest’eccezionale
opera difensiva, che nel corso dei secoli è stata d’ispirazione per molti
architetti europei, non smette di suscitare ammirazione. La fortezza,
mirabilmente conservata grazie alle circostanze della sua capitolazione e ai
successivi lavori di ricostruzione, era stata eretta sul sito della
fortificazione originaria, un colle tondeggiante di 650 metri di altezza. L’opera
nel suo complesso fu terminata nel 1170, ma proprio quell’anno una serie di
terremoti costrinse a profondi lavori di restauro, che si succedettero durante
tutto il XIII secolo e le conferirono l’aspetto attuale. La costruzione, di
forma vagamente trapezoidale, si estende da nord a sud su una superficie di due
ettari e mezzo, ed è caratterizzata dalla disposizione delle fortificazioni su
due anelli concentrici. All’esterno c’è una prima poderosa cinta muraria,
protetta da torrioni cilindrici che si affacciano sulle scarpate settentrionali
e orientali. Il lato meridionale, che è il più vulnerabile, è protetto da altri
tre poderosi bastioni. L’ingresso esterno conduce a un angusto passaggio a
zig-zag, appositamente lastricato con pietre scivolose per ostacolare l’accesso
a cavallo.
La seconda cinta è alta
più del doppio della prima ed è maggiormente fortificata. Tra le due muraglie
si apre un fossato, completamente esposto all’attacco dei difensori, e che in
caso di necessità poteva essere parzialmente allagato. Il centro del castello è
disposto su più livelli: al piano inferiore c’erano i magazzini e gli alloggi,
mentre al piano superiore si trovavano le residenze più nobili: le stanze dei
cavalieri professi, la torre nord-occidentale dove viveva il gran Maestro,
l’ampio salone delle riunioni, la cappella, le cucine e la piazza d’armi. È in
questa parte che l’architettura militare convive con lo stile gotico del quale
sono ancora visibili alcune tracce di delicate decorazioni in pietra e
affreschi.
Gli
ammiratori del castello.
Molti
viaggiatori illustri hanno visitato il Krak dei Cavalieri nel corso dei
secoli. Nel 1218 Andrea II d’Ungheria, impressionato dall’edificio lo definì
la chiave delle terre cristiane, e finanziò i cavalieri perché continuassero
a difenderlo. Secondo una leggenda non confermata anche Riccardo Cuor di
Leone soggiornò nella fortezza e vi fece scolpire i due bassorilievi di leoni
o leopardi ancora oggi visibili. All’inizio del XX secolo, poi, uno studente
britannico di nome Thomas Edward Lawrence (che sarebbe poi divenuto celebre come
Lawrence d’Arabia), girò tutta la Siria con un pistola e una bussola per
scrivere una tesi di dottorato sui castelli crociati. Una volta giunto
davanti al Krak dei Cavalieri esclamò: “è il castello più pregevole del
mondo”.
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UN PATRIMONIO IN PERICOLO. Dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità nel 2006, il Krak dei Cavalieri è stato gravemente danneggiato dalla guerra civile siriana. Nel 2012 è stato bombardato dal fuoco dell’artiglieria e nel 2013 è stato colpito da vari attacchi aerei. Attualmente si trova sotto il controllo del governo siriano ed è situato al di fuori della zona dei combattimenti. Ciononostante non è stato ancora possibile stimare l’effettiva entità dei danni subiti.
Un castello a prova di assedio.
L’aspetto finale del Krak è il
risultato di tre fasi costruttive. In un primo momento fu eretto il castello
interno che ospitava vari edifici, come la cappella e la torre sud, protetti
da una prima cinta muraria. In una seconda fase venne aggiunto un imponente
muro inclinato per difendere i fianchi sud e ovest, e fu costruito un grande
torrione che sarebbe diventato il centro di controllo della fortezza. Infine,
nel corso del XIII secolo furono realizzati la sala gotica e la cinta muraria
esterna, che comprendeva l’ingresso fortificato a zig-zag e una grande
cisterna.
La porta d’ingresso era situata
nella parte orientale. Una rampa coperta e fortificata dava accesso al
fossato esterno. Un acquedotto di pietra a quattro archi trasportava l’acqua
che veniva raccolta in cisterne, distribuite per tutta la fortezza.
La cisterna situata tra le due
cinte murarie era connessa all’acquedotto e, grazie a un sistema di
condutture in ceramiche, anche alle terrazze. La grande cappella in stile
romanico era dove i cavalieri celebravano messa. Venne ricostruita dopo un
terremoto avvenuto nel 1170,
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