I Filistei. Chi erano?
Sono tra i più celebri
cattivi della Bibbia, comparvero nel XII secolo a.C., ma di loro si sa poco
altro. il punto della civiltà filistea.
Filistei
I filistei (ebraico פְלִשְׁתִּים pelištīm, arabo فلستيون filastiyyūn) furono un antico popolo indoeuropeo del bacino del Mediterraneo che abitò la regione litorale della terra di Canaan, pressappoco fra l'attuale Striscia di Gaza e Tel Aviv (gli archeologi hanno messo in luce a nord di questa città, nel sobborgo di Tell Qasile, le rovine d'una città filistea). Da loro prende il nome la regione della Palestina.
“Muoia
Sansone con tutti i Filistei”: la profezia del forzuto eroe biblico costretto a
immolarsi per colpire a fondo il nemico ha avuto successo, tanto che Filistei
non solo sono scomparsi dalla Storia, ma anche dalla memoria. Sono infatti una
civiltà poco nota, se si escludono i riferimenti biblici e i racconti di altri
nemici come gli Egizi e gli Assiri. Ma
ora archeologi e studiosi contribuiscono a riportare alla luce vicende di una
civiltà che non si limitava a essere solamente quella dei “nemici di Israele”,
anche se questa dinamica giocò un ruolo importante. C’è la storia del gigante Golia
sconfitto dal giovane Davide, che sarebbe diventato il fondatore del regno di
Israele, e ci sono le guerre di Saul e dello stesso Davide contro i Filistei.
Ma non solo. C’è la storia di un ricco popolo cittadino, temibile in guerra,
padrone dei segreti del ferro e abile nel commercio, che per un periodo ha
dominato su un’area strategica della costa mediterranea con una progredita
cultura urbana.
“I
Filistei costituirono sulla costa palestinese una civiltà che fu l’erede delle
culture urbane precedenti, dopo che l’invasione dei Popoli del mare mutò il
quadro politico di tutta quella parte del Vicino Oriente che si affaccia sul
Mediterraneo. Occupate o rifondate città, i Filistei vi costituirono dei regno
sul modello di quelli precedenti, di cosiddetto raggio cantonale (ovvero
piuttosto limitato) e centrato sui palazzi reali”, spiega
Mario Liverani, docente emerito di Storia del Vicino Oriente a Roma.
Ma sull’origine di
questo popolo rimangono molti misteri. Da dove venivano? Erano pirati greci o
comunque europei che avevano messo a sacco grandi imperi prima di ritagliarsi
una nuova casa nel Vicino Oriente? Erano i discendenti dei Cretesi? O erano una
realtà locale? Nuovissimi dati archeologici, come la scoperta del cimitero
filisteo di Ascalona, alimentano il dibattito e assicurano progressi ma non
sciolgono del tutto i dubbi.
CONTROLLO ESTESO. I Filistei compaiono
alla fine del II millennio nell’area meridionale della Palestina da Gaza a Tel
Aviv (regione che molto più tardi, per scelta dell’imperatore romano Adriano,
da loro prese il nome di Palestina). Sono ricordati dalla Bibbia come gli abitanti
di una pentapoli, un sistema di cinque città indipendenti ma collegate tra
loro: Ascalona, Gat, Gaza, Ekron e Ashodo. Erano governate da una autorità
chiamata seren (plurale seranum) che qualcuno ha messo in relazione linguistica
con il greco tiranno (tiranno).
Queste città mantennero
il controllo di tutta la fascia costiera fino all’arrivo degli Assiri,
nell’VIII-VII secolo a.C. Fu così che entrarono in collisione con il popolo
ebraico. Una storia che ci dice molto della reale forza dei Filistei. La Bibbia
infatti – pur narrando le vicende dal punto di vista ebraico – non può fare a
meno di ricordare che nel primo periodo i Filistei erano la potenza egemone
della regione, tanto da tenere sotto scatto gli Israeliti. Tra l’altro, secondo
il primo libro di Samuele (13,19 -21), impedivano loro di avere fabbri, armi e
utensili in ferro, cosicché gli Ebrei dovevano recarsi presso i loro vicini
anche solo per affilare falci. Tanto che Sansone dovette affrontare i Filistei
armato con una mascella d’asino, e infine a mani nude. In seguito Saul emerse
come primo re ebraico proprio guidando la lotta armata contro il popolo nemico,
ma fu sconfitto e morì nella battaglia di Gelboe. Una vittoria dei Filistei
sugli Israeliti portò addirittura alla confisca dell’Arca dell’Alleanza come
bottino di guerra, trasferita per un certo tempo nel tempio di Dagon ad
Ashodod.
Bronzetto raffigurante il Sardus pater, con il copricapo piumato dei Peleset/Filistei
TIRAMOLLA. Anche Davide si affermò dopo aver
sconfitto in duello il gigante filisteo Golia, ma intanto nel periodo iniziale
della sua vita – quando era in contrasto con Saul – fu lui stesso un vassallo e
un mercenario a servizio del sovrano filisteo Achish di Gat. Quando poi si
sarebbe affermato il grande regno di Davide e Salomone, non c’è traccia di
sottomissione dei Filistei, che invece erano ancora saldamente presenti nei
secoli successivi quando lo Stato ebraico si divise e finché tutta la regione
non venne conquistata prima dagli Assiri e poi dai Babilonesi. Fu allora che i
Filistei vennero definitivamente assimilati ai popoli vicini, divenendo indistinguibili
per lingua, cultura e religione.
Fino ad allora invece i
Filistei una loro identità specifica ce l’avevano avuta. Il loro dio nazionale
sarebbe stato una versione occidentalizzata del mediorientale Dagon, padre di
Baal, accompagnato da Baal Zabub e da Astarte. Quest’ultima potrebbe essere
stata il primo modello di quella che sarebbe diventata Afrodite: Erodoto
sostiene che due fondamentali santuari greci del suo culto furono fondati
proprio da Filistei di Ascalona, a Paphos e Citera, due luoghi legati al mito
della nascita di Afrodite. I Filistei avevano una ceramica che li
contraddistingueva, e si è sempre ritenuto che dei particolari sarcofaghi
antropomorfi in terracotta che non si trovano altrove fossero un tratto
distintivo di questo popolo.
Battaglia contro Pulasti (Filistei) e Sakkara, dal tempio egizio di Medinet Habu. Si noti il particolare copricapo piumato dei filistei.
RESISTENZA EGIZIA. La pentapoli filistea
aveva istituzioni politiche proprie (i citati seranim), e manteneva la
struttura della città-Stato che era stata diffusa nella regione in precedenza
ma che sul finire del II millennio iniziava a perdere forza rispetto agli Stati
tribali nazionali. Fu proprio questa una delle ragioni alla base
dell’inestinguibile conflitto tra Filistei e Israeliti. Come si era formata questa pentapoli? Il
contesto era tradizionalmente ricco di città-Stato, che comunque erano rimaste per
secoli sotto il dominio egizio. Verso il 1200 a.C. tutta la zona del Levante fu
però travolta da uno sconvolgimento che portò alla fine dell’Età del bronzo e
con essa al crollo dello status quo. Le realtà regionale si trasformarono e i
grandi imperi crollarono. Questi mutamenti sono fatti coincidere con i grandi
spostamenti di popoli e di pirati raccontati da molte fonti antiche e
illustrati con dovizia di dettagli anche nei monumenti di numerosi faraoni.
Mentre l’impero ittita collassò sotto questi colpi, l’Egitto si vantò infatti
di essere sopravvissuto agli attacchi dei Popoli del mare, una coalizione di
guerrieri migranti tra cui spiccavano i Peleset. Questi ultimi sarebbero
proprio pi Filistei, che dopo aver fallito l’invasione dell’Egitto si sarebbero
insediati in Palestina.
In rosso, le cinque città che, in epoca storica, costituivano la "pentapoli filistea".
ORIGINI DA INDAGARE. Una più critica lettura
delle fonti egizie evidenzia come questi popoli non fossero sorti dal nulla,
venissero già citati in precedenza e probabilmente non si fossero mossi con
un’unica grande coalizione improvvisa, ma fossero passati attraverso più
episodi di spostamenti, non sempre bellicosi non si può neanche escludere che
proprio gli Egizi avessero concesso ai Peleset di insediarsi in Palestina
magari come mercenari di guarnigione per difendere i propri confini, e che poi
questi avessero man mano guadagnato indipendenza e prestigio. Rimane ancora da
scoprire da dove venissero questi Peleset. Per gli Egizi “dalle isole in mezzo
al mare”, mentre per gli Ebrei la loro terra natia era Kaftor, identificata con
la Cappadocia ma più spesso con Creta (almeno in un passo la Bibbia chiama i
Filistei “Cretei”)
Le tracce sarde.
La Sardegna è stata spesso
collegata dagli studiosi ai Popoli del mare. Uno di essi, gli Shardana, le
avrebbe persino dato il nome. E anche i Peleset, secondo alcuni, sarebbero
arrivati sull’isola. Tra gli indizi, bronzetti nuragici del dio Sardus Pater
con il caratteristico copricapo piumato che nei bassorilievi egizi identica i
Peleset. La storiografia moderna ha un approccio più prudente su queste
identificazioni, ma d’altro canto l’archeologia ha invece riservato un tipo
diverso di sorprese, dando la certezza che i Filistei e i Sardi avessero
rapporti.
SOCI IN AFFARI. Tra i ritrovamenti
che rimandano direttamente ai Filistei ci sono uno scarabeo con inciso il
nome del loro dio Dagon e un’anfora con un’iscrizione nella loro scrittura.
Poiché quest’ultima è stata rinvenuta nel grande santuario nuragico di S’arcu
‘e is Forros, gli studiosi pensano che abbia a che fare non con un caso
episodico ma con la testimonianza di una frequentazione stabile. Ma siamo
nel’VIII secolo a.C (alla fine dell’età filistea) e probabilmente quel
reperto è la testimonianza di scambi commerciali.
|
POCHE CERTEZZE. La presenza di ceramica micinea ed
egea in Palestina, insieme a elementi indoeuropei rintracciati nella lingua
filistea, confermerebbe l’ipotesi dell’arrivo improvviso di guerrieri
colonizzatori dalle isole greco-cretesi. Tutto chiaro quindi? Niente affatto.
Le ricerche più recenti suggeriscono prudenza e sembrano propendere per
un’origine più vicina e meno affascinante. I resti degli avi dei Filistei
sarebbero stati ritrovati nella zona di Antiochia, tra la Turchia e la Siria,
facendo propendere per la teoria di una popolazione locale del Levante, vicina
al mondo anatolico e aperta a influssi e commerci dal mondo greco-egeo, ma pur
sempre mediorientale.
In particolare a Tell
Taynat (l’antica Kunula probabilmente) sono state trovate molte ceramiche di
stile filisteo e l’iscrizione di un re “Taita, re di Palistin”. Secondo questa
ricostruzione, in qualche momento i Filistei sarebbero quindi migrati al più a
sud per creare la nuova realtà in Palestina, ma senza rappresentare un elemento
alieno e di totale rottura, e probabilmente con uno spostamento migratorio
lento e una progressiva commistione di culture e popolazione.
Visti dalla Bibbia.
Sono celebri i ritratti di
Filistei che ci sono arrivati dalla Bibbia. Celebri ma tutt’altro che
lusinghieri. Il primo personaggio che si incontra è una donna, Dalila, che
viene indotta a sposare l’ebreo Sansone, l’eroe forzuto in grado di
sterminare i nemici nonostante non possa armarsi di ferro. Dalila riesce a
farsi rivelare il segreto della sua forza, che risiede nei capelli: così
grazie a lei che glieli fa tagliare, i Filistei lo catturano e lo accecano.
Sansone viene quindi condannato a girare la ruota della macina nella prigione
in cui viene tenuto, e successivamente costretto a esibirsi nel tempio.
Tempio che l’ero, grazie ai capelli ricresciuti, fa crollare.
NASCE UN REGNO. È poi per
contrastare il potere dei Filistei che gli Ebrei decidono per la prima volta
di darsi un re. La scelta ricade su Saul che riporta alcune vittorie ma poi
muore dopo una battaglia persa. Nel frattempo entra in scena Davide. Per la Bibbia
la sua ascesa comincia proprio sfidando in duello il più celebre dei
Filistei, il gigante Golia, pesantemente armato ma messo al tappeto dalla
fionda del giovane pastore Davide.
|
CERTEZZE. Ora un ulteriore progresso si attende
dall’archeologia e in particolare dalla scavo del cimitero filisteo di
Ascalona, il primo e finora l’unico che si possa senza alcun dubbio attribuire
a questa civiltà. Vi sono deposti i resti di più di 200 individui sepolti tra
l’XI e l’VIII secolo a.C.
La prima cosa che si nota
è che i corredi delle tombe rivelano di appartenere a una popolazione ricca,
elegante, aperta al resto del mondo con cui era in grado di commerciare
proficuamente. E a dispetto della fama di guerrieri, nessuno dei corpi mostra
segni di morte violenta.
Spicca anche il fatto
che parte delle usanze funerarie richiamano quelle tipiche dell’Egeo: non c’è
traccia infatti dell’uso mediorientale di recuperare e riunire i resti dei
defunti dopo un anno, mentre ci sono casi di incinerazione e sepolture che ricordano
da vicino quelle micenee. Diversi corpi sono deposti con un corredo di profumi,
gioielli, armi e cibo, alcuni erano ornati con orecchini, collane e bracciali.
Secondo gli archeologi, questi mettono in discussione quanto si pensava fino ad
ora e rilanciano il collegamento con l’idea di un’immigrazione di stranieri
dall’Egeo. Ora gli esperti stanno passando la parola ai genetisti: saranno
forse gli esami del Dna a svelare una volta per tutte, dopo tremila anni, il
mistero dei Filistei.
Articolo in gran parte
di Aldo Bacci pubblicato su Focus Storia n. 145. Altri testi e immagini da
Wikipedia.
Pino Grasso Interessante panoramica.
RispondiEliminaConoscevo i Pilistin studiando le ipotesi su chi fossero i popoli del mare e da chi fossero composti.
Consideravo comunque che l'ostilità tra ebrei e filistei continua imperterrita da millenni :-)
Non esiste nessuna testimonianza filistea della fattura dell'arca dell'alleanza?
RispondiElimina