Sudor anglicus.
Quel misterioso sudore
assassino.
Un secolo e mezzo dopo lo
scoppio della Morte Nera in Europa, l’Inghilterra fu colpita da una piaga nuova
e sconosciuta, il sudor anglicus, una malattia infettiva meno devastante, ma
comunque capace di mietere migliaia di vittime. Dopo cinque ondate epidemiche,
il morbo scomparve, senza un’apparente motivane. Ma quale fu la natura di quel
male che “seguì gli inglesi come un’ombra”, colpendo perlopiù giovani sani e di
classe elevata? Solo di recente gli scienziati hanno trovato una possibile
soluzione all’enigma.
ondra, il 28, il morbo si diffuse nella capitale, dove uccise migliaia di persone prima di estinguersi l'ottobre dello stesso anno[3].
Tra le vittime vi furono due lord sindaci della City di Londra, sei assessori e tre sceriffi. Questa allarmante malattia prese presto il nome di "malattia del sudore". Era molto diversa dalla peste, dalla febbre pestilenziale e dalle altre epidemie allora conosciute, non solo a causa dello speciale sintomo che le dà il nome, ma anche per il suo decorso estremamente rapido e fatale.
La malattia del sudore raggiunse l'Irlanda nel 1492 quando gli Annali dell'Ulster[4]. registrano la morte di James Fleming, barone di Slane dal pláigh allais, appena arrivato in Irlanda. Anche gli Annali di Connacht[5] registrano il suo necrologio e gli Annali dei Quattro Maestri[6] registrano un'insolita peste a Meath... della durata di ventiquattro ore. La malattia non sembrava attaccare i neonati o i bambini piccoli. C'è da dire, tuttavia, che Freeman, in una nota a piè di pagina agli Annali di Connacht, nega che si tratti di malattia del sudore, malgrado le somiglianze, ma afferma che si trattasse di Febbra da Carestia identificabile con il tifo.
La
battaglia di Bosworth Field combattuta il 22 agosto 1485 nei pressi del
villaggio di Market Bosworth, 25 km a ovest di Leicester, è passata alla storia
come lo scontro finale della Guerra delle due Rose, terminato con la morte del
re inglese Riccardo III e la vittoria del suo oppositore Enrico Tudor, il
futuro re Enrico VII. Ma fu anche la prima occasione in cui venne menzionata,
destinata a seminare terrore e morte in tutto il Paese. era la “malattia del
sudore” (Sweating Sickness in inglese), nota anche come sudor Anglicus, perché
la sua diffusione si limitò quasi esclusivamente all’Inghilterra, attraversando
la Manica solo in rare occasioni.
Alla vigilia della
battaglia, un alleato di Riccardo, lord Thomas Stanley, esitò ad avvicinarsi
per timore, come scrisse in una lettera al re stesso, della nuova malattia
scoppiata tra le truppe nemiche. Fu quasi certamente un pretesto per mantenere
una posizione defilata – in seguito, Stanley cambiò bandiera, alleandosi con
Enrico – ma la malattia fu reale e devastante. Il 25 agosto, Enrico Tudor
giunse a Londra con i suoi uomini, portando con sé anche il morbo, che nelle
cronache cittadine fu menzionato per la prima volta il 19 settembre. Da quel
momento e sino alla fine di ottobre, in sole sei settimane, uccise circa 15000
persone.
L’aspetto più
inquietante era l’estrema velocità con la quale si propagava nell’organismo e
poteva uccidere persone che, fino a poche prima, erano perfettamente in salute.
Come scrisse un cronista “Allegri a pranzo e morti a cena”. Thomas Forrestier,
un medico francese che all’epoca viveva a Londra e ha lasciato una prima
testimonianza del morbo, vide “due preti
che stavano chiacchierando, morendo di colpo. Lo stesso giorno abbiamo visto la
moglie di un sarto ammalarsi e morire in un attimo. Un giovanotto che camminava
per strada a un tratto cadde e morì”. Forrestier continua con una
descrizione della malattia “che arriva con grande sudore e fetore, rossore in
faccia e sul corpo, con una sete continua, gran calore e mal di testa per causa
dei vapori e veleni”. I sintomi furono descritti in dettaglio da osservatori
contemporanei, come il medico inglese John Caius, il quale, nel 1552,
all’indomani di una nuova epidemia, scrisse un trattato sul morbo “comunemente
chiamato il Sudore o la Malattia del Sudore”. La malattia iniziava con un senso
di apprensione, seguito da forti brividi, vertigini, mal di testa e dolori al
collo, spalle e arti. Dopo questa cosiddetta “fase fredda”, che durava da
mezz’ora a tre ore, seguiva un periodo di calore e sudore. La sudorazione
abbondante, caratteristica del morbo, si scatenava improvvisamente, senza
alcuna causa apparente. Contemporaneamente, subentravano sensazioni di calore,
delirio, battito accelerato, sete intensa, palpitazioni e dolori al cuore.
Nell’ultima fase il paziente provava un esaurimento fisico totale e sentiva il
bisogno irresistibile di dormire, considerato fatale se gli fosse stato
permesso di farlo. La morte poteva subentrare già dopo due o tre ore, ma in
genere il calvario durava da 12 a 24 ore. Chi sopravviveva per più di 24 ore
veniva considerato salvo. Alla fine di ottobre del 1485 la Sweating Sickness
scomparve, per poi tornare a manifestarsi, a intervalli irregolari, per quasi
un secolo. Nuove epidemie scoppiarono nel 1507 (anche se già nel 1502 l’allora
principe di Galles, Arturo, fu probabilmente vittima del “sudore”) e nel 1517,
facendo registrare un alto tasso di mortalità a Oxford, Cambridge e altre
città. In alcuni casi uccidendo fino alla metà della popolazione.
Ritratti di Henry (1535-1551) e Charles Brandon (1537-1551), rispettivamente 2º e 3º duca di Suffolk, morti per l'epidemia del 1551 a distanza di poche ore. Opere di Hans Holbein il Giovane, anch'egli vittima del sudore inglese, nel 1543.
John Caius: tiragli il naso e le
orecchie …
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John Caius
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Born | 6 October 1510 |
Died | 29 July 1573 (aged 62) |
Nationality | England |
Alma mater | Gonville Hall, Cambridge University of Padua |
Scientific career | |
Fields | Medicine |
Institutions | Gonville and Caius College, Cambridge |
John Caius (born John Kays) (/ˈkiːz/;[a] 6 October 1510 – 29 July 1573), also known as Johannes Caius and Ioannes Caius, was an English physician, and second founder of the present Gonville and Caius College, Cambridge.
La principale fonte sulla malattia
del sudore è A Boke or Counceukk Against the Disease Commonly Called the
Sweate, or Sweatyng Sickness, lo studio pubblicato nel 1552 dal medico
inglese John Casus. Nato a Norwich nel 1510, John Keys – che latinizzò il suo
nome in Caius – studiò a Cambridge e poi con Andrea Vesalio a Padova, dove,
nel 1541, si laureò in medicina. In seguito girò per l’Italia in cerca di
opere di Galeno, Ippocrate e altre autorità greche, per ritradurre i testi in
latino. Tra questi anche l’Hippocrates de Medicamentis, un’opera allo
sconosciuta, probabilmente ritrovata dallo stesso Caius. Tornato in
Inghilterra, fu ammesso al Collegio Reale dei Medici ed esercitò la
professione a Londra.
Nel 1551 lo scoppio del sudor
anglicus gli diede la possibilità di osservare da vicino il percorso della
malattia. nella sua analisi, Caius intravedeva come cause principale da una
lato la nebbia e le esalazioni cattive e, dall’altro, la voracità e
l’effeminatezza degli Inglesi moderni. Come prevenzione, consigliava il
consumo di frutta, pesce e carne fresca e la pratica di attività fisiche,
quali la caccia, la falconeria o il tennis. Il rimedio consisteva, secondo
lui, nello stimolare con erbe e bevande calde la già abbondante sudorazione.
Consigliava anche di tirare naso e orecchie del malato, per impedire che si
addormentasse … Quanti pazienti siano stati salvati grazie alle cure del
medico inglese, non è, dal momento che i suoi clienti erano di norma persone
facoltose. dato sapere, mentre è certo che l’epidemia gli diede la
possibilità di arricchirsi Negli anni seguenti Caius diventò medico di corte
e scrisse trattati che spaziavano in vari campi, fra cui “Su Alcune Piante e
Animali Rari” e “Sui Cani britannici”. Inoltre, nel 1557, rifondò e ampliò il
Gonville Hall di Cambridge, il collegio nel quale aveva studiato,
ribattezzandolo Gonville & Caius College, nome che l’istituto porta
tuttora.
Cambridge University, Gate of Honour, Gonville & Caius College
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NUOVI FOCOLAI. Nel 1528 una nuova epidemia causò
2000 morti nella sola Londra e si espanse velocemente in tutta l’Inghilterra,
ma non in Scozia e Irlanda. Fu l’unica a
mietere vittime anche fuori dall’isola, quando una nave tedesca portò il
contagio ad Amburgo, dove in una settimana il morbo causò un migliaio di morti.
In seguito si diffuse nel Baltico – mietendo 3000 vittime nella sola Danzica –
poi in Scandinavia, Polonia e Russia e nei porti di Amsterdam e Anversa.
L’ultima epidemia, nel 1551, rimase nuovamente confinata dentro le frontiere
inglesi, dopodiché uscì dalle cronache. Un ultimo caso venne registrato nel
1578.
Nel 1718, però, nella
provincia settentrionale francese della Piccardia apparve un morbo simile, noto
come Suette des Picards (Sudore dei Piccardi), che flagellò la Francia per ben
due secoli, in 194 grandi e piccole epidemie. I sintomi del male della
Piccardia sembrano comunque leggermente diversi: le vittime presentavano
eruzioni cutanee, assenti nelle descrizioni della Sweating Sickness, e la
mortalità era più bassa. Gli esperti, quindi, non sono in grado di stabilire se
si sia trattato di un ritorno della malattia inglese o di una sua nuova forma.
Il sudor anglicus pone
ancora oggi molteplici interrogativi. Da dove veniva? Che cos’era esattamente?
Perché colpiva alcune nazioni e classi sociali più di altre? E, infine,
potrebbe tornare? La prima domanda ha forse trovato una risposta nella storia
della sua prima apparizione nel 1485. L’esercito di Enrico Tudor, tra le cui
file covava con ogni probabilità il primo focolaio, era in gran parte composto
da mercenari arruolati in Francia, alcuni dei quali avevano combattuto contro
gli Ottomani a Rodi, che allora era la base principale dei Cavalieri
Ospitalieri. Tale circostanza rende dunque plausibile la provenienza orientale
del morbo, com’era accaduto un secolo e mezzo prima nel caso della Peste Nera.
Arthur, Principe di Galles , che potrebbe essere morto per la malattia del sudore nel 1502
QUESTIONI IRRISOLTE. Ciò non spiega però la
natura della malattia. Di molte epidemie storiche e moderne – per esempio la
peste, la spagnola, Ebola, Aids o Sars – conosciamo ormai le cause, ma quelle
della malattia del sudore sono tuttora oggetto di dibattito fra storici, medici
e virologi. Strettamente legato a questo primo interrogativo è quello sulle
persone che si ammalarono. A differenza di altre epidemie, le vittime
principali non erano anziani, deboli o poveri, ma perlopiù individui
appartenenti a classi sociali elevate, in buona salute e spesso giovani. Nel
1485, a Londra, morirono due sindaci, sei assessori e tre sceriffi. Nel 1517 e
nel 1528, l’uomo più potente d’Inghilterra dopo il re, il cardinale Thomas
Wolsery, si ammalò addirittura più volte, riuscendo però a sopravvivere.
L’epidemia del 1528
fece strage a corte, dove, come scrisse il cronista Edward Hall, “molti sono morti, lord Clinton, lord Gray e
tanti cavalieri, gentiluomo e ufficiali”. Anche la regina Anna Bolena fu
contagiata, ma sopravvisse, al contrario di suo cognato Wiliam Carey,
gentiluomo di camera. Re Enrico VIII, terrorizzato, si rifugiò in campagna
spostandosi da una residenza all’altra. E altrettanto fece il suo successore
Edoardo VI durante l’epidemia del 1551,
quando il cittadino londinese Henry Machin annotò nel suo diario “a Londra molti mercanti e uomini e donne
molti ricchi sono morti per il sudore e così anche i due giovani duchi di
Suffolk”. Altrettanto curiosa è la circostanza da cui il morbo ha preso
nome, cioè l’aver colpito, con l’eccezione dell’epidemia del 1528, quasi
esclusivamente l’Inghilterra, mentre Paesi come l’Italia e la Francia – a parte
Calais, che all’epoca era sotto il dominio inglese – non furono toccati dal
sudor anglicus. Alcuni inglesi abbienti cercarono di evitare il contagio
fuggendo in Scozia, Irlanda o Francia, ma solo per trovare la morte anche lì. Come
scrisse John Caius nel suo trattato del 1552, “il morbo seguiva gli inglesi come un’ombra”. Il che ha indotto
qualche studioso dell’Ottocento a postulare una predisposizione genetica
anglosassone per la malattia, che oggi appare tuttavia alquanto fantasiosa.
UN PROBLEMA DI IGENE? Ma, allora, che cos’era
il Sudore inglese? Non si trattò di peste, né di tifo, già esclusi dagli
osservatori contemporanei per la mancanza di sintomi come le tipiche bolle nere
e vistose eruzioni cutanee e, nel tempo, sono state suggerite numerose altre
spiegazioni. Il sudor anglicus è stato definito una forma di influenza o di
dengue (una malattia infettiva tropicale), un avvelenamento da antrace o una
manifestazione di febbre ricorrente, causata dal batterio borrellia
recurrentis. Altri suggerirono come possibili concause il clima
dell’Inghilterra, la scarsa igiene dei suoi abitanti e l’insufficiente
areazione di case e osterie. Tuttavia simili fattori potevano tuttal’più creare
un ambiente favorevole al morbo, ma non esserne la causa scatenante. E infatti
si è ormai concordi nel ritenere che il sudor anglicus sia stato una malattia
infettiva, come la peste, il tifo o la malaria. Resta da accertare quale
infezione si trattasse e chi ne fosse il portatore. Nel 1997, due medici
inglesi, Vanya Gant e Guy Thwaites, annunciarono di aver individuato il
colpevole. A loro avviso, il sudor anglicus sarebbe stata una variante più
antica di una malattia che, nel 1993, aveva fatto 12 vittime, di cui otto di
etnia Navajo, nella regione dei Four Corners nel Sud-ovest degli Stati Uniti,
dove si incontrano gli Stati dello Utah, Colorado, Arizona e New Mexico. Essa
presentava sintomi molto simili, come la velocità con cui colpiva e la mancanza
di fiato – i polmoni si riempivano di liquido – accusata dalle persone infette.
Inoltre, ambedue le malattie si manifestavano in estate e spesso in aree
rurali, mentre le vittime erano per lo più giovani e forti. La causa
dell’epidemia americana è stata trovata in un virus fino ad allora sconosciuto e
perciò inizialmente chiamato Sir Nombre (senza nome). Nel frattempo, si è
scoperto che si tratta di una forma dell’hantavirus, per cui la nuova malattia
è stata battezzata Sindrome polmonare da hantavirus (HPS, hantavirus Pulmonary
Syndrome).
L’IMPUTATO NUMERO UNO. Il portatore dell’HPS è
il topo cervo, un piccolo roditore nei cui escrementi si trova il virus. Lo
scoppio dell’epidemia era causato dall’erosolizzazione di particelle secche,
per esempio passando la scopa, nei pressi delle abitazioni Navajo. Il topo
cervo è un lontano parente del topo europeo, che poteva logicamente essere
ritenuto responsabile per la diffusione del morbo europeo. Infatti, non solo la
peste fu trasportata dai topi, ma probabilmente – come risulta da uno studio
del 1906 – anche la malattia piccarda, così simile al sudor anglicus.
Infine, il virologo
inglese Derek Gatherer ha suggerito una spiegazione suggestiva per il fatto che
in Inghilterra la maggior parte delle vittime fosse benestante. Come ha
sostenuto in un articolo di alcuni anni fa, l’HPS si diffonde difficilmente con
il contatto umano, ma piuttosto per via aerea. Ebbene, la Londra dei Tudor era infesta di ratti e
topi, che era impossibile eliminare. I governanti delle famiglie più abbienti
si sarebbero quindi limitati a spazzare via il loro sterco, creando nuvole di
polvere piene di hantavirus, e spianando così la strada dell’epidemia.
Resta da chiarire
perché. Dopo quasi un secolo, la malattia del sudore svanì. Possibili risposte
sono state cercate in una mutazione più benigna del virus o nella minore
predisposizione dei roditori ospiti. Altri hanno suggerito un legame con i
cambiamenti climatici: dal tardo Medioevo in poi, le temperature in Europa
erano in calo, il che avrebbe potuto rallentare la diffusione del virus
(viceversa, l’epidemia dei Four Corners è stata collegata a El Nino, il
fenomeno atmosferico oceanico che in alcuni anni determina un aumento delle
tempderature). Ma tutto questo è mera speculazione. E, a oggi, non possiamo
affermare di aver trovato una soluzione certa. Così come non sappiamo se e in
quale forma la malattia del sudore potrà tornare.
Articolo in gran parte
di Aart Heering, pubblicato su Medioevo di marzo 2019 editore Timeline
Publishinsg altri testi e immagini da Wikipedia.
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