I giorni dell’Ira.
La storia del gruppo
armato clandestino che ha tenuto in scacco Londra nel nome dell’unità
irlandese.
L’Irish Republican Army ("Esercito Repubblicano Irlandese", IRA) (in gaelico irlandese Óglaigh na hÉireann, in italiano "Volontari d'Irlanda"), a volte indicata come Old IRA (Vecchia IRA), era un'organizzazione militare nata dai Volontari Irlandesi (Irish Volunteers), che nel 1919 il Dáil Éireann riconobbe come esercito della Repubblica Irlandese, proclamata durante la Rivolta di Pasqua del 1916 e riaffermata dal Dáil nel gennaio 1919. Come tale, l'IRA combatté nella Guerra d'indipendenza contro le forze britanniche. Dopo la firma del Trattato anglo-irlandese nel 1921, i membri dell'IRA che lo avevano approvato formarono il nucleo dell'esercito nazionale fondato nel 1922 dal leader dell'IRA Michael Collins. Anche se la parte dell'IRA contraria al Trattato continuò ad esistere dopo la sconfitta nella Guerra civile irlandese, a partire dagli anni trenta perse gran parte del favore che i repubblicani dell'isola le avevano inizialmente accordato.
soldati dell'Ira
Mullghmore è un
piccolo villaggio irlandese affacciato sull’oceano Atlantico. La mattina del 27
agosto 1979 un’esplosione sconvolge l’orizzonte al largo della sua baia.
L’imbarcazione su cui sta viaggiando Lord Louis Mountbatten, ultimo viceré
dell’India e cugino della Regina d’Inghilterra, salta in aria. Muoiono
Mountbatten e altre tre persone. Qualche ora più tardi, a poche miglia di
distanza, due bombe esplodono nella cittadina di Warrenpoint: diciotto soldati
inglesi finiscono dilaniati. A fine giornata, sulle mura di Falls Road, il
viale che attraversa i quartieri cattolici di
Belfast Ovest, compaiono queste scritte a caratteri cubitali: “13 gone and not forgotten, we got 18 and Mountbatten (13 morti ma non dimenticati (13 morti ma non dimenticati, noi ne abbiamo fatti fuori 18 e Mountbatten”. Occhio per occhio, dente per dente.
Belfast Ovest, compaiono queste scritte a caratteri cubitali: “13 gone and not forgotten, we got 18 and Mountbatten (13 morti ma non dimenticati (13 morti ma non dimenticati, noi ne abbiamo fatti fuori 18 e Mountbatten”. Occhio per occhio, dente per dente.
«L'IRA ha dato chiare motivazioni per l'assassinio. Ritengo che sia una disgrazia che qualcuno debba venire ucciso, ma il furore creato dalla morte di Mountbatten ha dimostrato l'attitudine all'ipocrisia dei media. Come membro della Camera dei Lord, Mountbatten era una figura di spicco nella politica britannica ed irlandese. Quello che l'IRA ha fatto a lui, è ciò che Mountbatten ha continuato a fare per tutta la sua vita ad altre persone; e, visti i suoi trascorsi militari, non penso che egli abbia avuto qualcosa da obiettare contro il morire in quella che è chiaramente una situazione di guerra. Lui conosceva i pericoli implicati nel venire in questa contea. Secondo me, l'IRA ha raggiunto il suo obiettivo: la gente ha iniziato a prestare attenzione a ciò che sta avvenendo in Irlanda.[19]»
Louis Mountbatten in una fotografia del 1977
BLOOD SUNDAY. Gli
attentati di quel giorno d’agosto furono l’ennesima vendetta per la strage
compiuta sette anni prima dall’esercito britannico nella città di Derry, e
passata alla storia coma la Domenica di sangue. Ma rappresentarono anche
l’apice della potenza di fuoco dell’IRA (Irish Republican Army), il gruppo
armato clandestino che per quasi un secolo si è battuto per ottenere
l’indipendenza dall’Irlanda dal dominio inglese. Per la propaganda britannica
l’Ira è sempre stata la causa del conflitto, per gli irlandesi la sua diretta
conseguenza. “Il nome Irish Republican
Army nacque negli Stati Uniti, nella seconda metà dell’Ottocento. La sigla fu
usata per la prima volta dall’ala militare della Fratellanza Feniana, un
movimento indipendentista irlandese” , racconta lo storico di Belfast
Richard English. Ma gli albori della moderna Ira risalgono a mezzo secolo più
tardi: l’esercito repubblicano nacque dalle ceneri della rivolta di Pasqua del
1916, di fatto l’evento fondativo dello Stato irlandese. Un’insurrezione
fallita che, paradossalmente, si sarebbe rilevata un successo: da allora le
file degli indipendentisti armati si infossarono a dismisura innescando nuove e
decisive fasi di scontro con gli inglesi. Tanto che, un anno dopo, il politico e
patriota Michael Collins (1890-1922) cercò di organizzare una struttura
militare permanente. Le sue colonne volanti, composte da pochi volontari
disposti a tutto, lanciavano improvvise operazioni di guerriglia contro le
truppe inglesi e gli agenti di polizia al servizio della Corona. I
rappresentati del potere britannico in Irlanda prendevano invece di mira la
popolazione civile, alimentando così una spirale di violenza che faceva
guadagnare nuovi proseliti all’esercito clandestino.
Murale dedicato alle vittime | |
Tipo | Spari sulla folla |
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Data | 30 gennaio 1972 |
Luogo | Città di Derry |
Stato | Irlanda del Nord |
Coordinate | 54°59′49.08″N7°19′32.01″W |
Responsabili | 1º Battaglione Reggimento Paracadutisti dell'Esercito Britannico |
UNO STATO ARTIFICIALE. Quando
gli inglesi si resero conto che mantenere il controllo su tutta l’Irlanda era
ormai impossibile decisero la divisione dell’isola: alla fine del 1921 Londra
concesse a gran parte del Paese una forma edulcorata di autonomia (e più
precisamente un dominion, territorio che godeva di una forma di semi-autonomia
politica), ma diede vita all’Irlanda del Nord, uno stato artificiale creato per
mantenere il controllo sull’unica parte industriale dell’isola, e governato con
leggi draconiane dai discendenti dei coloni protestanti inglesi e scozzesi. È
la svolta che segnò il tragico destino dell’ultimo secolo di storia irlandese,
e riuscì, in un primo momento, anche a spaccare il fronte indipendentista fino
a travolgere il paese in una sanguinosa guerra civile (1922-1923): da una parte
i sostenitori di una divisione della nazione, dall’altra coloro che, come i
membri dell’Ira, la consideravano invece un compromesso inaccettabile. Furono
questi ultimi infine a risultare sconfitti. Da quel momento in poi, il nuovo stato
irlandese (l’attuale Repubblica d’Irlanda) intraprese un cammino pacifico verso
l’indipendenza da Londra, mentre l’Ira si ritirò nella parte settentrionale
dell’isola. “La priorità divenne la
difesa della popolazione Nord dalla brutalità dell’esercito inglese”, ha
spiegato Joe Cahill, veterano dell’esercito clandestino scomparso nel 2004. A
poco a poco le attività del gruppo si affievolirono sino quasi a sparire,
sebbene l’Irlanda del Nord fosse una polveriera sociale destinata a esplodere a
causa delle discriminazioni ai danni della minoranza cattolica.
“La nostra vendetta sarà il
sorriso dei nostri bambini”: con questa frase
Bobby Sands suggellò la durissima lotta carceraria durante la quale fu il
primo detenuto dell’Ira a sacrificare la vita per la causa repubblicana. Nato
alla periferia di Belfast nel 1954, fin da giovanissimo era rimasto vittima
di discriminazioni e attacchi subiti in quegli anni dalla comunità cattolica
dell’Irlanda del Nord. Costretto ad abbandonare la casa e poi il lavoro,
Sands si era avvicinato all’Ira a 18 anni, nel 1972, l’anno più terribile del
conflitto anglo-irlandese. Quando finì in carcere era un giovane volontario
dell’organizzazione come tanti e niente faceva presagire che di lì a poco,
confinato in un brutale regime carcerario, avrebbe guidato un’inesorabile
protesta contro la decisione del governo inglese di non riconoscere ai
detenuti repubblicani lo statuto di prigionieri politici. La sua lotta
culminò con l’arma non violenta del rifiuto del cibo, come facevano gli
antichi eroi gaelici.
LA LOTTA E LA FAME. Durante lo sciopero della fame, a poche settimane da
una fine che appariva sempre più inevitabile, Sands fu eletto al parlamento
di Westiminster dopo una drammatica tornata elettorale che lo vide
aggiudicarsi un seggio con 32mila preferenze. Ma l’elezione non bastò a
salvargli la vita, perché Londra non cedette alle richieste dei prigioni
irlandesi. Morì nel carcere di Long Kesh il 5 maggio 1981, dopo 66 giorni di
rifiuto totale del cibo, a 27 anni. Mentre il mondo stigmatizzava
l’intransigenza del governo britannico, il primo ministro Margaret Tacher
dichiarò alla Camera dei Comuni: “Bobby
Sands era un criminale che ha scelto di togliersi la vita. Una scelta che
l’organizzazione alla quale apparteneva non ha concesso a molte delle sue
vittime”. Il suo diario dei primi 17 giorni dello sciopero della fame,
scritto in clandestinità su minuscoli pezzi di carta igienica, è stato in
seguito pubblicato e tradotto per sensibilizzare il mondo alla causa
irlandese.
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LOTTA DI CLASSE. La
situazione degenerò alla fine degli anni Sessanta. Ispirato alle lotte dei neri
d’America, nacque il movimento dei diritti civili contro la discriminazione dei
nord-irlandesi cattolici. E la risposta britannica non si fece attendere. La
polizia inglese e i gruppi di estremisti protestanti attaccarono violentemente
i cortei e le manifestazioni che sfilavano per le strade dell’Irlanda del Nord
reclamando uguaglianza e democrazia. I quartieri cattolici di Belfast, Derry e
Armagh furono messi a ferro e fuoco, la popolazione cacciata dalle proprie
case. L’Ira, che nel frattempo aveva adottato un’ideologia marxista e
propugnava più una lotta di classe contro l’imperialismo inglese che la logica
dello scontro con i protestanti, era ormai fiaccata da lunghi anni di attività
e non riuscì a riprendere il suo tradizionale ruolo di difesa della popolazione
cattolica. Nel 1969 un gruppo di giovani militanti cresciuti politicamente nel
movimento per i diritti civili soppiantò la vecchia dirigenza
marxista-riformista con l’intento di riprendere la lotta armata contro lo Stato
britannico. Nacque la Provisional Ira, che grazie al sostegno della popolazione
dei ghetti cattolici riuscirà a tenere in scacco per decenni uno degli eserciti
più forti del mondo. Ricorda Sean, volontario dell’Ira di Belfast fin dai primi
anni Settanta: “Entrai nel movimento a
sedici anni. Mi convinsi che solo con le armi saremmo riusciti a porre fine
alle discriminazioni e alle violenze che subivamo ogni giorno. Quando hai un
esercito occupante che pattuglia le tue strade con fucili, elicotteri e mezzi
blindati, fermando, controllando e arrestando persone senza una ragione sei
costretto a difenderti”.
Gli effetti della bomba di Brighton
L’arsenale.
Gran parte del gigantesco arsenale dell’Ira proveniva dalla Libia e dai
paesi dell’ex Unione Sovietica. Tra le armi più micidiali c’erano i fucili
d’assalto AK47, il Semtex (un esplosivo al plastico ad alto potenziale), i
missili terra-aria, le granate e i lanciarazzi Rpg di fabbricazione russa, che
venivano utilizzati perlopiù contro elicotteri e i mezzi blindati
dell’esercito britannico. Soprattutto nelle azioni al di fuori dei centri
urbani, l’esercito repubblicano irlandese fece inoltre largo uso di speciali
mortai di produzione artigianale. Per le azioni usavano soprattutto i fucili
d’assalto Hungarian AK55, copia del russo AK 47-
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LE RAGIONI INGLESI. I
soldati e la polizia venivano attaccati ogni giorno, sia nelle aree urbane, sia
nelle zone rurali: gli attentati colpivano caserme, presidi e convogli militari
ma anche i cosiddetti obiettivi economici, come pub, ristoranti e fabbriche.
L’Ira evitò sempre di farsi attirare in un confronto aperto assolutamente
impari in quanto a uomini e mezzi e continuò invece a portare avanti una
strategia di logoramento basata sulla guerriglia. È lecito chiedersi perché il
governo britannico abbia continuato a impegnarsi a lungo in un conflitto senza
esclusioni di colpi. La motivazione ufficiale – più volte ribadita da Margaret
Thacher, nei suoi anni a Dowing Street – era che qell’aerea dell’Irlanda
dovesse continuare a far parte del Regno Unito finché fosse stata la
maggioranza della popolazione a volerlo. In realtà, le conseguenze di un ritiro
delle truppe inglesi dall’Irlanda del Nord sarebbero state più grave della loro
permanenza. Sul piano del prestigio interno e internazionale, la perdita di
quella storica colonia avrebbe dato il colpo di grazia al già vacillante mito
dell’unità dello Stato britannico, con conseguenze che si temevano molto simili
a quanto accaduto ai francesi con l’Algeria. Senza considerare il retaggio
plurisecolare di un conflitto che affonda le proprie radici in un lontano
passato. Anni fa, persino Alan J. P.
Taylor, uno dei più grandi storici britannici del XX secolo, ammise che “gli inglesi sono da secoli la causa del
problema in Irlanda, e la presenza dell’esercito britannico non fu altro che
prolungare il conflitto, incoraggiando l’estremismo”.
L’organizzazione militare.
L’Ira non era composta di membri permanenti ma di volontari, che non
potevano quindi essere sottoposti a un costante addestramento. Molti di loro
erano impiegati in attività di appoggio come reperimento dei fondi, supporto
logistico e trasmissione messaggi ai combattenti. Il successo delle singole
operazioni dipendeva in gran parte dalla raccolta delle informazioni.
GERARCHIE. La struttura operativa era molto centralizzata: al vertice
c’era l’Army Council, il Consiglio dell’esercito, che aveva il compito di
delineare la strategia individuando un Capo di Stato Maggiore, che a sua volta ne nominava i membri. Al livello inferiore la
struttura si suddivideva in due tronconi: il Comando del Nord – che
comprendeva le sei contee dell’Irlanda del Nord e le cinque contee di confine
delle Repubblica – e il Comando del Sud, comprendente le restanti ventuno
contee irlandesi. Il Comando del Nord era poi ripartito in brigate: le
principali erano quelle di Belfast (la più numerosa, suddivisa in tre
battaglioni), Derry, Tyrone e Sout Armagh. Alla fine degli anni Settanta, per
minimizzare il rischio della presenza di infiltrati, nelle brigate furono
introdotte le cosiddette Unità di servizio attivo, cellule composte al
massimo di 8 membri.
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ALLARME BOMBA. Dal
1969 al 2001 le vittime dell’Ira sono state circa 1800 (il 49% del totale dei
morti registrato durante il conflitto), ma sarebbero potute essere di più. Gli
irlandesi avevano infatti l’abitudine di avvertire mezz’ora prima delle
esplosioni per fare evacuare le aree interessate, limitando così il numero
delle vittime. Ma fu colpito a lungo anche il suolo inglese, con attentati a
Londra e in altre città del Regno Unito. La svolta politica arrivò nei primi
anni Ottanta, in seguito agli scioperi della fame in carcere che causarono la
morte di Bobby Sands e di altri giovani attivisti. Da quel momento in poi l’Ira
lasciò sempre più spazio al suo braccio politico, il partito repubblicano Sinn
Fein guidato da Gerry Adams, che abbandonò il tradizionale astensionismo
elettorale e iniziò a prendere parte allo scontro politico all’interno delle istituzioni.
Fu definita la strategia del mitra in una mano e la scheda elettorale
nell’altra, e gettò il primo seme del difficile e controverso cammino verso il
processo di pace. Una strada che sarebbe stata ancora lunga e piena di lutti:
soltanto nel 1998 si arrivò alla firma dell’accordo del Venerdì Santo, che pose
fine a trent’anni di conflitto anche grazie al decisivo intervento del
presidente Bill Clinton. L’Ira non si è mai sciolta ufficialmente, ma di fatto
la sua storia si è conclusa il 28 luglio 2005, quando l’esercito repubblicano
irlandese ha annunciato l’addio definitivo alla lotta armata e l’inizio dello
smantellamento del suo formidabile arsenale.
Intanto nel mondo.
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Irlanda
1916
Rivolta di Pasqua a Dublino
1919-1921
Guerra d’indipendenza anglo-irlandese.
1922-1923
Guerra civile tra il governo dello Stato libero
d’Irlanda e l’Ira che viene sconfitta.
1948
Lo Stato libero d’Irlanda esce dal Commonwealt e
diventa una Repubblica.
1966
Nasce la Nicra (Northen Ireland Civil Rights
Associaton) organizzazione che si proponeva di chiedere le riforme.
1969
Il 14 agosto, Londra invia truppe in Irlanda del
Nord.
1972
30 gennaio: Domenica di sangue Bloody Sunday a
Derry.
1974
Tre autobombe dei paramilitari protestanti
devastano Dublino e Monaghan causando 33 morti.
1984
Una bomba esplode durante il congresso del Partito
Conservatore. Margaret Thatcher si salva per un soffio.
1994
L’Ira proclama il cessate il fuoco.
1996
L’Ira pone fine alla tregua con una bomba al
Canary Wharf a Londra.
10 aprile 1998
A Belfast viene firmato l’accordo del Venerdì
santo. Finisce il conflitto nell’Irlanda del Nord.
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Altri paesi
1917
Il 6 novembre in Russia i bolscevichi di Lenin
conquistano il potere.
1921
In Italia nasce il Partito nazionale fascista.
1929
Scoppia negli Stati Uniti la Grande Depressione.
1923
Hitler diventa cancelliere in Germania.
1939
Inizia la Seconda Guerra mondiale.
1946
L’Italia diventa una repubblica.
1952
In Gran Bretagna inizia il regno di Elisabetta II.
1967
Medio Oriente: guerra dei sei giorni.
1968
21 agosto invasione sovietica di Praga.
1975
Il 30 aprile finisce la Guerra del Vietnam.
1979
Rivoluzione islamica in Iran.
1989
Protesta in piazza Tienanmen in Cina.
1993
Entra in vigore il trattato di Maastrich, nasce
l’Unione Sovietica.
1999
Nasce ufficialmente l’euro.
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Società e cultura
1920
Prime trasmissioni radio negli Stati Uniti.
1927
Lindberg completa la prima trasvolata atlantica
senza scalo.
1928
Fleming scopre la pericillina.
1943
Pubblicazione in Francia de il piccolo principe.
1948
George Orwell scrive 1984.
1954
Nasce la televisione italiana.
1968
Primi scontri del maggio francese.
1972
Bill Gates e Paul Allen fondano la Traf-O-Data, l’azienda
che si trasformerà in Microsoft.
1973
Primo telefono cellulare.
1980
John Lennon viene ucciso a New York.
1989
Crolla il muro di Berlino.
1998
Larry Page e Sergey Brin, due studenti
dell’Università di Stanford, fondano Google.
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Articolo
in gran parte di Riccardo Michelucci pubblicato su Focus storia n. 143. Altri
testi e immagini da Wikipedia.
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