martedì 11 giugno 2019

La morte di Riccardo Cuor di Leone.


La morte di Riccardo Cuor di Leone.
Il 26 marzo del 1199, mentre il re d’Inghilterra controllava l’evolversi dell’assedio a un castello dell’Aquitania, un balestriere ferì a morte il monarca troppo fiducioso.

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Riccardo I
Richard coeurdelion g.jpg
Re d'Inghilterra e Duca di Normandia
Stemma
In carica6 luglio 1189 -
6 aprile 1199
Incoronazione3 settembre 1189
PredecessoreEnrico II
SuccessoreGiovanni
NascitaOxfordInghilterra, 8 settembre 1157
MorteChâlusFrancia, 6 aprile 1199
Casa realePlantageneti
PadreEnrico II
MadreEleonora d'Aquitania
ConsorteBerengaria di Navarra
Religionecattolica romana
Riccardo I d'Inghilterra, noto anche con il nome di Riccardo Cuor di Leone (Richard Cœur de Lion in francese e Richard the Lionheart in inglese) (Oxford8 settembre 1157 – Châlus6 aprile 1199), è stato re d'Inghilterraduca di Normandiaconte del Maine, d'Angiò e di Turennaduca d'Aquitania e Guascogna e conte di Poitiers dal 1189 fino alla sua morte.  

Fu re d’Inghilterra per dieci anni, eppure non ne trascorse più di uno nel Paese noto per le sue piogge. Difatti Riccardo non parlava inglese, bensì francese e la langue d’Oc dei territori appartenuti alla madre Eleonora, duchessa d’Aquitania; territori che, in teoria, avrebbe dovuto governare. Sembrava quello il suo destino, ma la morte dei due fratelli maggiori  e del padre, Enrico II, contro il quale Riccardo si era ormai stancato di combattere, lo portò al trono inglese nel 1189 e lo fece inoltre divenire signori di tutti i possedimenti continentali della sua famiglia, i Plantageneti: Bretagna, Normandia, Poitou. Nell’insieme, i suoi domini privavano circa la metà dei territori dell’attuale Francia ed erano di gran lunga più estesi di quelli del sovrano francese d’allora, Filippo Augusto, di cui Riccardo era però vassallo.
Il monarca inglese si assentò dal suo regno tra il 1190 e il 1194, prima per combattere nelle crociate e poi perché prigioniero dell’imperatore tedesco, che lo arrestò al ritorno della Terra Santa e pretese un lauto riscatto per liberarlo. In quella parentesi, il re francese si alleò con il frustato fratello minore di Riccardo, Giovanni Senzaterra, i cui territori – come suggerisce il nomignolo – erano piuttosto esigui. Giovanni voleva appropriarsi del trono inglese, e Filippo Augusto delle terre continentali di Riccardo, incapacitato a difendersi. Tuttavia Riccardo poté contare sull’inestimabile aiuto della madre Eleonora, che per ottenere la libertà del figlio prediletto riuscì a rimediare una somma probabilmente di 150mila marchi. E così Riccardo attraversò il canale della Manica nel marzo del 1194, si riprese il trono e, a maggio, salpò di nuovo per tornare sul continente.

Rovine del castello di Dürnstein, dove Riccardo venne tenuto prigioniero.


La vita di un re guerriero.

1157 Riccardo nasce a Oxford. È figlio di Eleonora duchessa d’Aquitania e di Enrico II il Plantageneto, duca di Normandia e conte d’Angiò, che dal 1154 occupava il ruolo d’Inghilterra.
1189 Muore Enrico II antagonista di Riccardo. Il figlio sale su un trono che non gli spetta e che ha potuto ereditare dopo la morte dei frateli maggiori Enrico II il Giovane (1183) e Guglielmo (1186)
1190 Riccardo Enrico II, antagonista di Riccardo. Il figlio sale su un trono che non gli spetta e che ha potuto ereditare dopo la morte dei fratelli maggiori Enrico il Giovane (1183) e Guglielmo (1186)
1199 il 6 aprile Riccardo muore in seguito all’infezione di una ferita ricevuta durante l’assedio del castello di Chalus-Chabrol. Il fratello Giovanni Senzaterra diviene re d’Inghilterra.
Il tesoro della discordia.

castello di Chalus-Chabrol

Riccardo morì durante un conflitto contro un suo vassallo, il visconte di Limoges. Secondo alcune fonti, il visconte aveva trovato un importante tesoro romano che non voleva consegnarli al re e da lì ne scaturì lo scontro. La storia del tesoro mostra un Riccardo mosso dall’avidità: così lo descrissero esaurientemente i cronisti francesi, che ne approfittarono per gettare ombra sul nemico del re di Francia, e pure quelli inglesi, per lo più – al pari dei francesi – membri di una Chiesa a cui Riccardo, per la prima volta aveva imposto di pagare dei tributi. Il tesoro esisteva davvero? Non è da escludersi, e se così fosse, il re non ne uscirebbe certo sotto una luce positiva. In ogni caso, che si tratti di realtà storica o di maldicenze, quel che è certo è che lo scontro gli costò la vita.

 Alienor.jpg
Eleonora D'Aquitania. 

L’ULTIMA CAMPAGNA. Una volta in Francia, si dedicò all’attività che più gli stava a cuore: la guerra. Avrebbe combattuto contro Filippo Augusto e i volubili vassalli francesi, che avevano approfittato della sua assenza per ribellarsi. Il trovatore Bertran de Born, legato ai Plantageneti e amante della guerra come Riccardo, gongolava. E quando Cuor di Leone sbarcò in Francia scrisse:  “Molto mi piace la lieta stagione di primavera … Ed altresì mi piace quando vedo che il signore è il primo all’assalto, a cavallo, armato, senza tema, che ai suoi infonde ardire, così, con gagliardo valore … e quando sarà entrato nella mischia ogni uomo d’alto sangue non pensi che a mozzare teste e braccia: meglio morto che vivo e sconfitto!”. Riccardo combatté, dilapidò, distrusse e imprigionò finché il re di Francia, prossimo alla sconfitta, chiese una tregua tramite la mediazione del legato pontificio. Il 23 gennaio del 1199 i due monarchi, che nove anni prima erano partiti insieme per le crociate, si ritrovarono faccia a faccia: Riccardo, in piedi su una nave ancorata lungo la Senna, ebbe così modo di parlare con Filippo Augusto, che era a riva, a dorso di cavallo. Si accordarono per una tregua di cinque anni, che avrebbe permesso a Riccardo di punire i vassalli traditori dell’Aquitania, come Almar, visconte di Limoges, schieratosi con il re francese. Per vendicarsi, Riccardo attaccò i suoi possedimenti, tra cui figurava il castello di Chalus-Chabrol.

L’UOMO CON LA PADELLA. Il miglior resoconto di quanto successe nella piccola fortezza lo dobbiamo a Raoul, monaco di Coggeshall, nell’Essex. Con ogni probabilità, la sua dettagliata cronaca riproduce la testimonianza di qualcuno vicino al re, forse Pierre Millon, abate di Pin, nei pressi di Poiters, nonché elemosinerie di Riccardo. Raoul riferisce che il sovrano attaccò Aimar durante la Quaresima, scelta che non certo depone a favore del re, perché era quello un periodo sacro. Riccardo voleva castigare il visconte di Limoges per la sua codardia, anche se sotto poteva nascondersi un’altra ragione: secondo Raoul, “alcuni dicono che aveva trovato un tesoro di incalcolabile valore nelle terre del visconte e quest’ultimo non aveva voluto consegnarlo al signore, risvegliando l’astio del re nei suoi confronti”. Il castello di Chalus-Chabrol era difeso da una piccola ma coraggiosa guarnigione, che non si arrese nei tre giorni in cui il sovrano la attaccò con furia: mentre i suoi balestrieri impedivano che qualcuno si affacciasse dai merli, gli zappatori erodevano le mura per farle sprofondare. E proprio lì, il 26 marzo, dopo la cena, il re si avvicinò alla torre, forse per controllare lo stato dell’assedio e scagliare qualche dardo contro i difensori: era senza armatura, con un solo elmo di ferro, e preceduto da un uomo provvisto di scudo. Successe l’impensabile. Secondo Raul di Coggeshall “per tutto il giorno, prima della cena, un uomo armato era rimasto tra i merli della torre e aveva subito le frecce senza essere ferito, perché si proteggeva con una padella. Ebbene, quell’uomo, che aveva osservato con attenzione gli aggressori, ricomparve all’improvviso. Tese la balestra, scagliò rapidamente dei quadrelli (particolare tipo di freccia per balestra Ndr) verso il re, che lo guardava e applaudiva”. Riccardo si chinò in avanti per proteggersi dietro lo scudo, ma non fu abbastanza veloce e il quadrello si conficcò nella spalla sinistra, vicino al collo. Riccardo, che aveva un coraggio proverbiale, salutò e perfino si congratulò con il tiratore. Quando poi giunse alla tenda provò a estrarsi da solo il quadrello e tirò l’asta, ma ruppe il legno. La punta di ferro rimase nel corpo.

 
Tomba contenente il cuore di Riccardo presso la cattedrale di Rouen.


IL FALLIMENTO DELLA MEDICINA. Venne subito chiamato un cerusico che, alla luce vacillante delle lanterne, incise la carne del monarca, allora obeso, finché riuscì ad arrivare alla punta di ferro e a estirparla in modo secco. Ne seguì una grave infezione. La carne attorno alla ferita si gonfiò e si annerì, il che non lasciava presagire nulla di buono. Forse il quadrello era avvelenato, affermò un altro cronista, Matteo di Parigi.
Per evitare che i nemici di Riccardo venissero a sapere del suo stato, solo quattro nobili ebbero accesso alla stanza dove riposava. Ma Riccardo capì che presto avrebbe reso l’anima a Dio e fece chiamare la madre Eleonora, la quale dalla morte di Enrico II, risiedeva a circa 240 chilometri, nell’abbazia di Fontevraud, dove pure si trovava la tomba del padre di Riccardo. Nel frattempo questi si confessò, prese la comunione e perdonò il balestriere che lo aveva ferito, lasciandolo in libertà. Gli inglesi aveva da poco espugnato il castello. L’uomo si chiamava Pierre Basile e secondo il cronista Bernardo Iterio, era uno dei cavalieri che proteggevano la fortezza.

Tomba di Riccardo I nell'Abbazia di Fontevrault.

La grande fortezza di Riccardo.
Château Gaillard (Les Andelys), vu du ciel.JPG
Vista aerea della cinta muraria interna in pietra calcarea grigia.

In piena guerra contro Filippo Augusto, il re di Francia, Riccardo fece costruire lungo un’ansa della Senna uno dei più bei castelli d’Europa, con lo scopo di proteggere la Normandia e il vicino capoluogo, Rouen (a una trentina di chilometri in linea retta), dagli attacchi dei francesi. Edificato tra il 1196 e il 1198, Chateau-Gaillard era quasi inespugnabile. posto vicino a un dirupo di circa novanta metri di altezza sul fiume, aveva un barbacane invalicabile, separato dalle altre fortificazioni tramite un fossato, che costituiva il primo ostacolo per chi avesse voluto attaccare la fortezza. Il malcapitato avrebbe successivamente trovato davanti a sé due cinte murarie concentriche, all’interno delle quali si alzava la mole del dongione, o mastio. Le mura, alla cui base la roccia era stata lavorata con zelo, erano concepite per eliminare gli angoli morti, in modo che dalle feritoie gli arcieri potessero colpire chiunque; e disponevano pure di caditoie, aperture sporgenti da cui si poteva scagliare ogni sorta di materiale. Circa quattro anni dopo la morte di Riccardo i francesi espugnarono il castello al termine di un assedio di otto mesi. Dopo aver minato e affondato parte del barbacane, occuparono la fortezza principale entrando da una finestrella sul muro che non era protetta e che corrispondeva alla zona delle latrine.


IL CUORE DEL LEONE. La vita di Riccardo si spense il 6 aprile del 1199. A quanto racconta Matteo di Parigi, Riccardo “volle che il corpo fosse inumato a Fontevraud, ai piedi del padre, che aveva tradito; lasciò alla chiesa di Rouen il suo cuore indomito, poi ordinò che le sue viscere fossero sepolte nella chiesa del castello di Chaulus-Chabroll”. Affermò: “è il mio regalo per gli abitanti del Poitou”. Il re riuscì a spiegare ad alcuni dei suoi uomini più leali il motivo di tale decisione: “Al padre affidava il corpo per la ragione spiegata; agli abitanti di Rouen il cuore, perché avevano dimostrato una fedeltà incomparabile, agli abitanti del Poitou, per la loro avversione, donava … il ricettacolo delle sue feci”.
Morto senza eredi, Riccardo lasciò il regno inglese a Giovanni Senzaterra, che tanto gliel’aveva invidiato; tre quarti delle sue fortune al nuovo imperatore della Germania Ottone IV, suo nipote, e ordinò infine che l’altro quarto venisse distribuito tra i poveri. La madre, Eleonora d’Aquitania, morì a Fontevraud cinque anni dopo, e fu sepolta tra il marito e Riccardo, il figlio prediletto e modello esemplare della cavalleria.

Articolo in gran parte di Enrique Meseguer storico pubblicato su Storica National Geografic del mese di dicembre 2019. Altri testi e immagini da Wikipedia.

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