Le mistiche.
Nel Medioevo la
religione era il motore di tutto: anche delle ribellioni. Come raccontano la
storia di cinque donne che, in nome di Dio, non piegarono mai il capo.
Giovanna d'Arco all'incoronazione del re Carlo VII nella cattedrale di Reims, olio su tela di Jean-Auguste-Dominique Ingres, 1854, Museo del Louvre, Parigi
Giovanna d’Arco: l’eroina di Francia. Protagonista
nella letteratura e al cinema, Giovanna d’Arco (1412-1431) era una giovane
contadina di 13 anni quando annunciò che messaggeri celesti l’avevano esortata
ad agire per la fede cristiana e per liberare la terra francese dagli invasori
inglesi. Si era, infatti, nel pieno della Guerra dei Cent’anni (1337-1453), tra
Inghilterra e Francia, e Giovanna abbandonò ben presto la casa paterna per
presentarsi di fronte a re Carlo VII ed esortarlo alla battaglia. Il sovrano,
spinto probabilmente dalla disperazione per una guerra che sembrava persa,
accettò che la ragazza si ponesse alla testa delle sue truppe e che le guidasse
con indosso un’armatura bianca.
Morte di Giovanna d'Arco, quadro di Jules Eugène Lenepveu (1886-1890) esposto al Panthéon de Paris
Sacrificata.
L’ardore
mistico di Giovanna spinse i francesi a rialzare la testa ma Carlo VII, che non
era certo un ‘cuor di leone’, ottenuto qualche successo sui nemici decise di
abbandonare la ‘Pulzella d’Orleans’ al suo destino. Le lasciò pochi cavalieri
con cui Giovanna andò in battaglia e continuò a essere la spina nel fianco
dell’Inghilterra fino a che non cadde prigioniera. Fu sottoposta a processo e
accusata di eresia, ma Giovanna davanti ai giudici non rinnegò né le visioni
celesti, né il suo desiderio di liberare
la Francia dagli invasori. Finì sul rogo, però il suo esempio restituì
l’orgoglio e la voglia di combattere ai francesi.
Ildegarda di Bingen: un talento universale. Scrittrice,
musicista, pensatrice, naturalista, scienziata e veggente: la tedesca Ildegarda
von Bingen (1098-1179) è stata questo e non solo. Il suo destino fin da bambina
fu il monastero, ma grazie alle nobili origini poté contare su molta autonomia.
Divenne ben presto badessa e fondò monasteri all’interno dei quali, con grande
scandalo per l’epoca, desiderava che le monache indossassero abiti sfarzosi e
gioielli per rendere maggiore omaggio a Dio durante le cerimonie. Altro
scandalo venne dal fatto che amava predicare in pubblico e comporre musica,
attività fino a quel momento riservate agli uomini. Inoltre, da tutta la
Germania si rivolgevano a lei per avere medicamenti contro le malattie più
disparate, dato che fu una delle maggiori esperte di farmacologia dell’epoca.
Erano, infine, famose le sue doti profetiche, legate alle visioni mistiche e
ebbe dall’età di sei anni.
Santa Ildegarda e la sua comunità di monache in una miniatura del XIII secolo.
Fuori
dal coro. Il suo misticismo e la sua fama erano tali che nel
1169 diventò la prima donna a praticare l’esorcismo. Creò, come se non
bastasse, una lingua artificiale, la “lingua ignota”, che lei utilizzava per
parlare direttamente con Dio. Fedele al suo nome, che in tedesco significa
“protettrice delle battaglie”, non si tirò mai indietro quando c’erano da
affrontare vescovi, papi e re, ed ebbe uno scontro durissimo con l’imperatore
Federico Barbarossa quando il sovrano divenne il più fiero avversario del papa.
Insomma, in personaggio ribelle, a modo suo. E probabilmente per questo ha
dovuto aspettare il 2012, cioè quasi mille anni, per essere proclamata santa.
Caterina da Siena: l’analfabeta che parlava con papi e re. La prima ribellione fu contro il padre che
desiderava per lei un matrimonio vantaggioso per la famiglia. Però, Caterina da
Siena (1347-1380) dall’età di sei anni aveva estesasi mistiche e il suo unico
desiderio era la vita religiosa. I familiari la segregarono in casa ma non
riuscirono a piegare la sua volontà e all’età di 16 anni Caterina divenne una
monaca domenicana. Nel Medioevo per le donne il monastero voleva dire preghiera
e clausura ma anche qui la giovane volle fare di testa propria.
Testarda e risoluta. Alla vita traPietro di Francesco degli Orioli, Caterina dona la veste al povero - Cristo in visione mostra a Caterina la veste ornata di pietre preziose, sec. XV, Siena, Pinacoteca nazionale. le mura monastiche Caterina preferì il servizio all’aperto, tra poveri e malati. Ben presto si formò attorno a lei un gruppo di seguaci denominata la “Bella Brigata”: uomini e donne che l’aiutavano nelle sue attività e la sorvegliavano durante i momenti di estasi. Soprattutto mettevano per iscritto le lunghe lettere che Caterina indirizzava a papi, vescovi e sovrani, bacchettandoli per i loro comportamenti. Venne accusata di protagonismo perché diceva apertamente quello che pensava, nonostante fosse una donna e per di più illetterata, e le gerarchie dei domenicani le misero accanto un sacerdote perché la controllasse da vicino. Nonostante questo, Caterina continuò imperterrita le sue attività e si recò anche ad Avignone per convince papa Gregorio XI a tornare finalmente a Roma. Fu proprio lei, con la sua testardaggine, a convincere il pontefice a tornare nella Città eterna nel 1376.
Santa Chiara, affresco di Giotto
Chiara: la ragazza ricca che voleva essere povera. Chiara
d’Assisi (1193-1253) era di famiglia nobile e per lei era previsto un
matrimonio prestigioso. A dodici anni però sulla piazza di Assisi, vide un
giovane, Francesco, che si spogliava dei suoi abiti e rinunciava ai beni del
padre per vivere in assoluta povertà. Da quel momento Chiara decise di seguire
il sentiero tracciato da Francesco. Poco tempo dopo fuggì da casa e si unì ai
seguaci del futuro santo ma i famigliari la rapirono per costringerla a tornare
sulle sue scelte o almeno ad accettare di entrare in un ricco monastero. A
nulla valsero però minacce e percosse e Chiara alla fine poté unirsi alla
comunità francescana. A questo punto furono le autorità ecclesiastiche a
intervenire perché non era accettabile che donne e uomini stessero a braccetto,
seppure nella preghiera.
In
mezzo alla gente. Venne chiesto a Chiara e alle compagne
che si erano ormai riunite attorno a lei di entrare in monastero ma la risposta
fu netta: Chiara voleva stare tra la gente e vivere in assoluta povertà come
facevano i frati di Francesco. Iniziò così un lungo braccio di ferro con le gerarchie
della Chiesa che si protrasse per decenni. Alla fine Chiara decise di scrivere
una propria Regola monastica, la prima redatta da una donna, all’interno della
quale venne riaffermato che le clarisse (le monache di Chiara) dovevano essere
povere e libere dalla clausura.
Chiesa e monastero di San Damiano Assisi
Una regola che venne
però approvata solo per un unico monastero, San Damiano ad Assisi.
Santa Brigida di Svezia
Brigida: il genio let ùterario della Svezia medievale. Ascesi e misticismo furono sempre parte della vita di Brigida di Svezia (1303-1373) che cominciò ad avere visioni all’età di sette anni. Per venire incontro alle esigenza della sua famiglia, appartenente all’alta aristocrazia, si sposò ed ebbe otto figli, senza abbandonare mai le attività di assistenza ai poveri e soprattutto gli studi, circondandosi dei grandi letterati della Svezia dell’epoca. Rimasta vedova nel 1344, si dedicò totalmente all’ascesi e alla carità ma non volle rinchiudersi tra le mura di un monastero. Fondò invece un proprio ordine, che venne approvato nel 1370, e si dedicò a lunghi viaggi a Roma e in Terrasanta.
Santa?
Negli
ultimi anni della sua vita aumentarono le estasi mistiche. Brigida era convinta
di dialogare con Cristo e mise per iscritto le rivelazioni avute in quei
momenti. Spesso is trattava di ammonimenti nei confronti del genere umano, in
particolare contro i potenti della Terra, papa incluso. Questi ammonimenti gli
procurarono molte critiche in seno alla Chiesa tanto che venne proclamata santa
nel 1391 ma poi, per ben due volte, fu avviata una discussione rituale per
annullare la sua canonizzazione. Su una cosa però tutti sono stati sempre d’accordo:
i suoi scritti sono la massima espressione letteraria in lingua svedese del
Medioevo.
Articolo di Roberto
Roveda pubblicato su Focus Storia n. 150 – altri testi e immagini da Wikipedia
Nessun commento:
Posta un commento