Cleopatra una vita in lotta per il potere.
Alla fine del periodo tolemaico le sorelle Cleopatra e Arsinoe
si contesero il trono egizio. Grazie all’appoggio di Roma prevalse la prima che
fece assassinare la rivale nel tempio di Efeso.
Cleopatra è universalmente conosciuta come “la regina d’Egitto”. Ma
ottenere quel titolo si rivelò un’impresa complessa, che la costrinse a
spargere il sangue dei suoi familiari. La vita di Cleopatra fu una lotta
costante e spietata per il potere, e sua sorella Arsinoe fu da sempre la sua
peggiore nemica. Il faraone Tolomeo XII morì nel 53 a.C. lasciando quattro
figli; le due sorelle e due maschi, furono chiamati come il padre, Tolomeo XIII
e XIV. Tutti e quattro i discendenti crebbero insieme nel palazzo reale di Alessandria,
dove furono scrupolosamente educati alla cultura greca, senza che tra loro si
sviluppasse però alcun legame affettivo. Fin da piccoli si guardavano con
reciproco sospetto, vedendo nei fratelli dei rivali nella lotta per il potere e
perfino dei potenziali assassini. I quasi trecento anni di storia della
dinastia telemaica gli avevano insegnato che il nemico più pericoloso era
quello con cui si condivideva la casa. A confermarlo c’era quanto accaduto a
un’altra sorella di Cleopatra, Berenice, giustiziata dal padre nel 51 a.C. per
aver tentato di usurpare il trono d’Egitto. Alla corte tolemaica vigeva la
legge della giungla e solo il più forte sarebbe riuscito a sopravvivere.
Tolomeo aveva designato suoi eredi Cleopatra e il maggiore dei maschi. I due
avrebbero dovuto regnare insieme come fratelli e sposi. Quando salirono al
trono, Cleopatra VII aveva 18 anni e Tolomeo XIII solo dieci, ragion per cui la
reggenza fu affidata al suo tutore, un eunuco di nome Potino, e al generale
Achilla, capo dell’esercito. Tra Cleopatra e Tolomeo iniziarono ben presto i
dissidi e vari vicissitudini costrinsero la regina ad abbandonare il Paese. Uno
dei due troni rimase quindi vacante e Arsinoe pensò di poter occupare. Ma
l’ambiziosa Cleopatra non si diede per vinta e dall’esilio riuscì a mettere
insieme un esercito per provare a riconquistare il potere. Quando ormai
l’inizio della guerra sembrava imminente, arrivò in Egitto una figura che
avrebbe cambiato per sempre il destino suo e dei suoi fratelli: Giulio Cesare.
Era il 48 a.C.
territori egizi pre-37 a.C.
territori egizi dal 37 a.C.
territori egizi dal 34 a.C.
territori egizi acquisiti solo formalmente
territori di Marco Antonio
regni clienti di Marco Antonio
Cronaca
di un odio regale. |
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47
a.C. Con l’aiuto di Giulio Cesare, Cleopatra sconfigge il fratello Tolomeo
XIII. |
46
a.C. Dopo la disfatta contro Cleopatra, Arsinoe viene portata a Roma ed
esibita nel trionfo di Cesare. |
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44
a.C. Cleopatra fa assassinare Tolomeo XIV e designa come reggente suo figlio
Cesarone. |
41
a.C. Esiliata a Efeso, Arsinoe viene uccisa nel tempio di Artemide per ordine
di Cleopatra. |
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Entra in scena l’imperatore. Cesare era arrivato in
Egitto per dare la caccia a Pompeo, ma dopo la morte del rivale decise di
prolungare la permanenza per riportare l’ordine nel Paese. Infatti, prima di morire
Tolomeo XII aveva incaricato i consoli romani di farsi garanti del rispetto
delle sue ultime volontà. Cesare avviò quindi una mediazione tra i due fratelli
e riuscì a ottenere che Tolomeo XIII e Cleopatra si riconciliassero e
tornassero a governare insieme. Tale soluzione fu un duro colpo per le
aspirazioni di Arsinoe, che aveva appoggiato il fratello nella speranza che
questi la nominasse regina. Cleopatra aveva messo a segno un punto, ma la
partita era appena agli inizi. Arsinoe, infatti aveva perso l’Egitto, ma non
era rimasta proprio a mani vuote. Nel tentativo di ingraziarsi i suoi ospiti,
Cesare aveva restituito all’Egitto il controllo di Cipro, che i romani avevano
annesso nel 58 a.C. Arsinoe e il fratello Tolomeo XIV furono nominati sovrani
dell’isola, anche se si trattava di una carica puramente onorifica e i due
rimasero ad Alessandria privi di qualunque potere effettivo. Ma Arsinoe aveva
almeno ottenuto l’agognato titolo di regina. Questo successo non fece che
accrescere le sue aspirazioni. Ormai non era più disposta ad accontentarsi: il
vero obiettivo era il trono d’Egitto, in cui si concentravano il potere assoluto
e il controllo delle immense ricchezze del Paese. Dal canto suo, Cleopatra non
era disposta a lasciare che si ripetesse un episodio come quello della sua
espulsione dal regno. Per questa ragione strinse un’alleanza politica – che ben
presto divenne anche una relazione amorosa – con Giulio Cesare, che dopo la
morte di Pompeo era diventato il nuovo uomo forte di Roma. Il loro rapporto
dovette preoccupare non poco Arsinoe, che vedeva la sorella ricevere l’appoggio
del potente esercito romano e il suo obiettivo allontanarsi sempre di più. Non
restava altro che ritirarsi un secondo piano in attesa di qualche mutamento del
panorama politico.
L’Egitto
dei Tolomei. Il
territorio controllato dalla monarchia tolemaica si mantenne più o meno
stabile dagli inizi della dinastia, registrando qualche piccola perdita nel
corso dei secoli. Durante il regno di Cleopatra, Marco Antonio cedette
all’Egitto Creta, Cipro e le città della Fenicia.
Tolomeo XII Berenice
IV Cleopatra VII Arsinoe IV Tolomeo XIII Tolomeo XIV Da Giulio
Cesare Da Marco Antonio Tolomeo XV Cesarione Alessandro Helios Cleopatra Selene Tolomeo Filadelfo |
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L’incendio di Alessandria. Quando Cesare incendiò la flotta
egizia, il fuoco si propagò ad alcuni edifici del porto – i magazzini del
grano e le banchine. Cesare fu spesso accusato di essere anche il
responsabile della distruzione della celebre biblioteca cittadina. Ma secondo
la testimonianza di autori come Cassio Dione, a bruciare furono soo i volumi
che si trovavano nei magazzini e non tutta la struttura con il suo contenuto.
Interno dell'antica Biblioteca di Alessandria secondo un'incisione ottocentesca di fantasia. |
Arsinoe, trionfo di guerra. "Salvataggio di Arsinoe" (Tintoretto, 1555-1556, Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda) Nel trionfo per celebrare la vit toria di Cesare in Egitto furono esibiti effigi e dipinti che illustravano i principali avvenimenti bellici. La stessa Arsinoe fu costretta a sfilare tra i prigionieri. I romani applaudirono le ricostruzioni delle morti di Achilla e Potino, ma si sdegnarono alla vista della nobile egizia incatenata e umiliata. Cesare decise così di liberarla al termine della processione. Dopo essere stata liberata da Giulio Cesare nel 46 a.C., Arsinoe sapeva che tornare in Egitto avrebbe significato una morte sicura per mano di Cleopatra. La scelta cadde su Efeso, nell’attuale Turchia, dove chiese asilo presso il tempio della dea Artemide. Qui condusse una vita tranquilla, priva dei lussi della corte egizia, ma senza mai dimenticare le sue origini regali, né probabilmente, le sue aspirazioni al trono. Il tempio originale di Artemide era considera una delle sette meraviglie del mondo antico, ma fu distrutto da un certo Erostrato, che lo diede alle fiamme nella speranza di passare alla storia. Secondo Plutarco, l’incendio avvenne nello stesso giorno della nascita di Alessandro Magno, il 20 o 21 luglio del 356 a.C. In seguito, gli efesini ricostruirono il tempio, ma quando Arsinoe vi si rifugiò era ormai lontana l’epoca in cui era stato uno dei santuari più famosi del Mediterraneo. Modellino del tempio secondo le più recenti ipotesi ricostruttive. Si noti la statua della dea al centro del grande edificio, posta in uno spazio vuoto: l'Artemision infatti doveva presentarsi come una sorta di cortile circondato da un immenso portico, il cui aspetto esterno tuttavia rievocava l'immagine canonica del tempio a capanna. |
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Mappa dell'antica città di Alessandria
La guerra di Alessandria. La situazione non tardò
a cambiare. La presenza di Cesare non era vista di buon grado dai sudditi
egizi, che lo consideravano alla stregua di un invasore. Infastiditi dal
sostegno che questi forniva a Cleopatra, i consiglieri di Tolomeo XIII decisero
di approfittare del crescente malcontento popolare, Achilla organizzò le truppe
egizie, le condusse ad Alessandria e si sollevò contro il console romano.
Cesare aveva a disposizione solo due legioni, per un totale di quattromila
soldati, mentre il potente esercito egizio poteva contare su 20mila effettivi e
l’appoggio del popolo. Di fronte a questa enorme sproporzione di uomini, Cesare
inviò innanzitutto una richiesta urgente di rinforzi a Roma. Quando poi ad
Alessandria iniziarono gli scontri, trattenne con sé all’interno del palazzo
reale i quattro fratelli, per evitare che si mettessero alla testa
dell’esercito e legittimassero così l’insurrezione. Nelle settimane successive
i romani furono impegnati nei preparativi bellici e dovettero fra fronte alle
ripetute schermaglie che si susseguivano per le strade di Alessandria. Arsinoe
capì che era arrivato il suo momento. Approfittando del fatto che tutti gli
sguardi erano puntati su Tolomeo XIII, visto che Cleopatra aveva ormai
dimostrato ampiamente la sua fedeltà a Cesare, Arsinoe fuggì dal palazzo
insieme al suo ministro, l’eunuco Ganimede, si unì ai ribelli. l’esercito
l’accolse a braccia aperte e la proclamò regina d’Egitto. Grazie alla sua
pazienza e alla sua abilità aveva finalmente ottenuto il tanto agognato potere.
Per impossessarsi del
trono non le restava che eliminare Cleopatra. Ma prima era necessario
sconfiggere chi la proteggeva, ovvero Cesare e le regioni romane. La strada si
rivelò più ardua del previsto. Il primo ostacolo che Arsinoe dovette affrontare
fu Achilla, con cui si ritrovava in costante disaccordo. La regina di Cipro
decise di risolvere il problema nel classico stile di famiglia: fece uccidere
il generale e affidò il comando delle truppe al fedele Ganimede.
Da regina a schiava. Ganimede ottenne
qualche piccolo successo iniziale, riuscendo a tagliare i rifornimenti d’acqua
potabile ai romani, ma ben presto emersero i suoi limiti strategici che
costarono all’esercito una serie di sconfitte. Il suo modo tirannico di
esercitare il potere provocò un forte malcontento tra i ribelli, che
supplicarono Cesare di liberare Tolomeo, promettendo in cambio di consegnarli
Arsione e Ganimede. Il console romano acconsentì sperando che il giovane re
avrebbe pacificato i suoi sudditi, ma la situazione non migliorò.
Nei mesi seguenti
proseguirono gli scontri per terra e per mare, senza che nessuna delle due
parti si avvicinasse alla vittoria definitiva. La prospettiva cambiò
radicalmente quando giunsero in Egitto i rinforzi attesi da Cesare guidati dal
re Mitridate I di Pergamo. Il console fece uscire le truppe romane da
Alessandria per andare incontro agli alleati, mentre Tolomeo XIII, dal canto
suo, cercò di impedirglielo. Alla fine Cesare e Mitridate riuscirono a
ricongiungersi e lanciarono un attacco contro l’accampamento del sovrano
egizio. Di fronte alla devastante offensiva romana, il re e i suoi uomini
cercarono di fuggire lungo il Nilo su delle imbarcazioni, molte delle quali
però si rovesciarono a causa del numero eccessivo di soldati a bordo. Il giovane
faraone morì annegato, e con lui si inabissarono le speranze e le aspirazioni di
Arsinoe, che fu fatta prigioniera. Cesare rientrò vittorioso ad Alessandria
dove affidò il trono a Cleopatra e all’altro fratello, Tolomeo XIV. Ma nella
pratica fu la regina ad accaparrarsi tutto il potere. Il console lasciò l’Egitto
portando con sé Arsinoe per evitare una nuova ribellione contro la sorella, e
la fece sfilare come prigioniera nel trionfo celebratosi a Roma nel 46 a.C. La
vista della giovane sovrana egizia in catene commosse profondamente i romani,
che non nascosero la propria indignazione nel vederla esibita come una schiava
di guerra.
In risposta a queste
proteste, Cesare decise di liberarla. Arsinoe si rifugiò a Efeso, sperando che
la lontananza la proteggesse dalla sorella. Con la morte di Cesare nel 44 a.C.,
Cleopatra aveva perso il suo grande protettore e gli egizi tornarono a temere
di ritrovarsi sottomessi ai romani. Per scoraggiare questa eventualità e
rafforzare il suo ruolo, Cleopatra doveva rinnovare il suo legame con Roma. L’occasione
si presentò nel 41 a.C., quando Marco Antonio la convocò per un incontro a
Tarso. In quel momento iniziò non solo una delle vicende amorose più celebri
della storia, ma anche una solida alleanza politica molto proficua per entrambe
le parti. La posizione strategica e le ricchezze dell’Egitto potevano
permettere ad Antonio di aiutare il suo progetto di organizzazione dell’Oriente,
mentre Cleopatra puntava a conservare l’autonomia del Paese e ampliare i
territori sotto il suo controllo.
Testa di Tolomeo XII Aulete, padre di Tolomeo XIII (Museo del Louvre, Parigi)
La vendetta va servita fredda. Nel corso delle trattative, Cleopatra chiese la testa di Arsinoe. Dopo tanti anni non l’aveva ancora perdonata. E ben sapeva che, finché la sorella fosse rimasta invita, non avrebbe potuto dormire sonni tranquilli. Marco Antonio si affrettò a soddisfare le richieste della sua nuova alleata e amante. I suoi emissari andarono a caccia di Arsinoe e la trovarono a Efeso, la città dell’Asia Minore dove si era rifugiata dopo essere stata liberata da Cesare. Conduceva una vita tranquilla, come supplice nel tempio di Artemide, ma non aveva rinunciato alla sua dignità regale, e il sacerdote del luogo continuava a riservarle il trattamento dedicato ai sovrani. Sebbene avesse accettato la vittoria della sorella, Arsinoe sperava ancora che l’instabilità della situazione politica egizia le offrisse un’ultima opportunità di recuperare quel ruolo che riteneva spettarle.
Ma le sue illusioni
svanirono di colpo quando vide arrivare gli uomini di Marco Antonio incaricati
di portare a termine la vendetta di Cleopatra. I mercenari non mostrarono la
stessa pietà che i romani avevano provato guardandola sfilare in catene. Non esitarono
neppure di fronte alla sacralità di un luogo come il tempio di Artemide. Strapparono
Arsinoe ai protettori della dea e la uccisero a sangue freddo. Dall’altra parte
del Mediterraneo, Cleopatra brindò a questo crimine brutale mentre assaporava i
piaceri della vita tra le braccia del suo potente amato. Con la morte di
Arsinoe, non le restavano più fratelli vivi. Finalmente poteva godersi il trono
in tutta tranquillità.
Articolo di Vanessa
Puydas Rupérez centro studi del Vicno oriente e la tarda antichità dell’università
di Murcia pubblicato su Storica National Geographic del mese di febbraio 2019 –
altri testi e immagini da Wikipedia.
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