mercoledì 11 marzo 2020

Operazione Columba: guerra a Hitler con i piccioni.


Operazione Columba: guerra a Hitler con i piccioni.
Il racconto di una curiosa e ingegnosa operazione britannica escogitata per appoggiare lo sforzo bellico contro l’aggressione di Hitler. L’arma impiegata: i piccioni viaggiatori.




La notte dell’8 aprile 1941 un Whitley della RAF decollò dalla base di Newmarket, dove risiedeva lo squadrone “Special Duties” che aveva il compito di paracadutare agenti dei servizi segreti britannici al di là delle linee nemiche. Nei pressi di Zeebrugge l’aereo venne attaccato dalla contraerea, ma la sua mitragliatrice di coda riuscì a distruggere uno dei fari di ricerca nemici. Arrivato al confine tra Belgio e Francia, ricevette l’ordine di “dare inizio alle operazioni”. Ma quelli che emersero dal portellone per calare verso terra non erano commando in missione oltre le linee, bensì piccioni viaggiatori.
Si trattava della prima missione di una nuova operazione segreta, il cui nome in codice era “Columba”: un’operazione insolita, poiché si basava sull’aiuto degli addestratori amatoriali di piccioni viaggiatori, che donarono alla causa un gran numero dei loro uccelli preziosi. Chiusi in appositi contenitori, questi piccioni vennero paracadutati in tutta Europa: sull’esterno di ciascun contenitore c’era una busta con dentro un questionario e un appello ad aiutare la Gran Bretagna nel suo sforzo bellico. L’operazione che proseguì per tre anni e mezzo coinvolse 16554 uccelli, paracadutati in un’area che andava da Copenaghen in Danimarca a Bordeaux nella Francia del Sud, aveva lo scopo di raccogliere informazioni trami la gente normale che viveva nei territori sotto occupazione nazista.
In quell’aprile del 1941, la priorità assoluta dei servizi segreti Alleati era ottenere dettagli sul piano tedesco per invadere l’Inghilterra, e in secondo luogo sugli stanziamenti di truppe nella regione, sul morale del nemico, sui luoghi significativi frequentati dai tedeschi, sull’ubicazione degli aeroporti e sugli effetti delle bombe sganciate dagli Alleati. Inoltre, in una sorta di anticipazione dei sondaggi sull’audience, si voleva sapere fin dove arrivava nitido il segnale radio della BBC e che cosa ne pensava la gente che la ascoltava. Il questionario terminava con le parole: “Grazie. Conservate il coraggio. Non ci siamo dimenticati di voi”.
Seguivano istruzioni su come riagganciare correttamente il piccolo cilindro verde alla zampa del piccione una volta che il questionario era stato compilato: una volta liberato, l’uccello sarebbe tornato da solo a casa sua in Gran Bretagna e i suoi proprietari avrebbero trasmesso le informazioni alle autorità competenti e a una piccola misconosciuta ma importante sezione dei servizi segreti militari, l’M114D. nessuno sapeva dire con certezza se questa ingegnosa trova avrebbe funzionato davvero. Un ufficiale registrò che a suo avviso le sorti possibili per un piccioni erano quattro: morire ancora chiuso nel contenitore perché nessuno lo aveva rinvenuto, essere trovato da qualcuno del posto e tornare con le informazioni sperate (l’opzione in cui i britannici più speravano), essere trovato dai tedeschi e tornare con informazioni false (l’opzione che i britannici più temevano), essere trovato da un patriota molto affamato e finire in un pasticcio di carne.

Il primo ritorno. Due giorni dopo il primo lancio di piccioni nel War Office arrivarono buone notizie: il primo uccello aveva fatto ritorno a casa sua nel Kent. Alle 10,30 del mattino il primo messaggio dell’operazione Columba fu trasmesso per telefono all’M114D: veniva dal piccolo villaggio di Le Briel, nel comune di Herzeele, nella Francia settentrionale, non lontano dal confine con il Belgio, ed era piuttosto coinciso, ma conteneva informazioni reali.
Il testo diceva: “Piccione trovato mercoledì 9 alle otto del mattino. Le truppe tedesche si spostano sempre di notte. C’è un grosso deposito di munizioni a duecento metri dalla stazione ferroviaria a duecento metri dalla stazione ferroviaria di Herzeele. Ieri sono passati un convoglio di artiglieria a cavallo diretto a Dunkerque via Bambecque e un altro diretto a Hazebrouck. I crucci non hanno mai parlato di un’invasione dell’Inghilterra. La RAF non ha mai bombardato questa zona. Bisognerebbe bombardare la fabbrica di mattoni perché il proprietario è un…” . La parola seguente è indicata dal traduttore come “illeggibile”, ma c’è da domandarsi se piuttosto il traduttore non si vergognasse di pronunciare un qualche termine francese assai colorito per definire i collaborazionisti. Il messaggio si concludeva con: “Aspetto il vostro ritorno. Sono un francese e rimarrò tale per sempre” era firmato: “ABCD34”.
E questo fu solo l’inizio. Dall’operazione arrivarono informazioni a spettro molto ampio, che rivelarono l’esistenza di piccole reti di resistenza più che disposte a collaborare con la Gran Bretagna. In un caso, i dati riferiti da un gruppo di resistenza belga che aveva come nome in codice “Leopold Vindictive” furono giudicati abbastanza importanti da essere mostrati allo stesso Winston Churchill. Columba aprì anche spiragli sulla dura realtà della vita nelle aree occupate – i razionamenti, la paure, la rabbia – e occasionalmente riuscì a fornire informazioni essenziali su posizione tedesche che si poté trasformare in bersagli. Tra gli angenti dell’M16 c’era R.V. Jones, il cui compito era dare la caccia a qualunque possibile nuova arma o sistema difensivo del nemico: tra le sue priorità, in particolare, c’era da capire come facessero i caccia notturni tedeschi a risultare così efficaci nell’abbattere gli aerei britannici che sorvolavano il continente. Nessuna fonte era mai riuscita a gettare luce su questo enigma, finché il 5 giugno 1942 arrivò un messaggio Columba.
L’autore diceva di avere l’impressione che il piccione fosse destinato al Belgio e non ai Paesi Bassi, ma di aver comunque deciso di aiutare come poteva. Per la gioia dei britannici, il messaggio forniva informazioni su un campo tedesco presso Opperdoes, in cui si trovava “una gran quantità di materiale tecnico, apparati per intercettazioni, tecnologia anti-radar… E’ da lì che i caccia notturni ricevono istruzioni”. L’autore includeva anche una mappa con la posizione precisa, aggiungendo: “Venite qui e volate basso, così vedremo che siete inglesi”. Jones e il Ministero dell’Aria giudicarono di “primaria importanza” il messaggio. “I piccioni hanno sferrato il primo colpo contro tre stazioni di controllo dei caccia notturni”, scrive Jones. Di lì a poco, gli uccelli avrebbero riportati altri dati chiave sui siti di lancio delle VI.

Informazioni freschissime. Quel che rendeva così preziose le informazioni riportate dai piccioni era la loro incredibile freschezza. Il rapporto di un agente sotto copertura poteva impiegare mesi ad attraversare le linee nemiche, spesso passando attraverso la Spagna o prendendo qualche altra via indiretta, e una volta giunto in Gran Bretagna le informazioni che conteneva potevano essere ormai datate. Un messaggio Columba, invece, trovava la strada di casa in pochi giorni, qualche volta persino in poche ore. Com’era nelle intenzioni originarie, i piccioni fornirono anche alla BBC dato sulla portata e la ricezione delle trasmissioni radiofoniche britanniche nel continente: il direttore della sua sezione di intelligente in Europa arrivò a dire all’M114 che la rapidità dei messaggi rendeva Columba “una risorsa inestimabile”. Un ascoltatore della BBC nell’Europa occupata scrisse: “Tutto quel che trasmettete ci interessa, ma dovete parlare più forte e chiaro”. Un altro, da Pas-de-Calais in Francia, aggiunse: “Mia moglie vorrebbe baciare gli speaker più famose,tanto sono patriottici”. Un’altra moglie, in Bretagna, annunciò di aver sentito con immensa gioia la voce del marito ai microfoni della radio e di volere che lui lo sapesse.
Il valore di Columba per gli Alleati è dimostrato anche dal fatto che il sistema veniva ancora impiegato nell’estate del 1944 e giocò un ruolo nella preparazione del D-Day, soprattutto nell’identificare la disposizione delle forze tedesche. Molti di quei messaggi che arrivavano dall’Europa occupata erano non emotivamente facili da leggere, in particolare quelli che riferivano di vittime civile nei bombardamenti Alleati. “Vorrei chiedervi, amici miei, di avvisare la popolazione qualche minuto prima di un bombardamento, perché facendo come fate uccidete molti civili che sono vostri amici, e uccidete pochi tedeschi. da un vostro bombardamento sono quasi sempre i civili che ricevono i maggiori danni. Se faceste un giro in aria prima di sganciare le bombe, la gente avrebbe il tempo di allontanarsi dal paese, e ci sarebbero molte meno vittime francesi. Dovete risparmiare i vostri amici e uccidere i tedeschi”: era un messaggio scritto da un contadino della Mayenne che aveva trovato un piccione nel suo campo di barbabietole. Il messaggio si concludeva poi con un‘accorata preghiera per la liberazione della Francia il più in fretta in possibile, dato che tutti gli amici dello scrivente erano stati portati via dalla Gestapo. “Vi prego, mandateci armi. Paracadutateci fucili, pistole, munizioni”. Uno dei messaggi più impressionanti giunse il 13 luglio 1944 da un gruppo di resistenza in Bretagna: “Poiché sospettiamo che questo piccione venga dai tedeschi, vi mandiamo alcune informazioni che troverete interessati”. Il gruppo proseguiva di essere stato ben rifornito dagli Alleati e di essere in procinto di “impartirvi la lezione che meritate. Alla fine pagherete il vostro debito nei confronti dei prigionieri, delle famiglie che avete fucilato e delle vittime delle vostre torture”. Il messaggio conteneva un altro avvertimento: “A partire da oggi, ci prenderemo fuori dieci crucci per ogni francese. Dolore per dolore, occhio per occhio, dente per dente… Abbiamo già fatto secchi parecchi crucchi e, adesso che abbiamo le armi che ci servivano, imparerete ad avere paura molto in fretta”. Ovviamente i singoli messaggi raramente riportavano informazioni capitali. Il loro valore stava piuttosto nel contribuire al quadro più vasto della situazione, e in questo l’esercito segreto dei piccioni fece egregiamente il prprio lavoro. L’ingegnoso sistema, inoltre, non permise solo di raccogliere dati sulle fabbriche di armi tedesche e sui movimenti delle truppe, ma anche di aprire un canale di comunicazione tra chi si trovava in Gran Bretagna – agenti dei servizi segreti e addestratori di piccioni – e le popolazioni sotto occupazione nel continente. Una comunicazione che ebbe l’effetto di rassicurare entrambe le parti: nessuno ebbe più l’impressione di trovarsi a combattere i nazisti da solo. Certo, non furono gli uccelli ma gli esseri umani a vincere la guerra: tuttavia i piccioni dell’operazione Columba non mancarono di far la loro parte.

Articolo in gran parte di Gordon Corera, corrispondente della BBC pubblicato su BBC History Sprea editori del mese di ottobre 2018 immagini e altri testi da Wikipedia

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